Passate le elezioni, ancora in sospeso criteri, punteggi e graduatorie
Fatta la legge un annetto or sono tra i banchi di Via Capruzzi, “Vendola imperator”, trovato l’inganno. Eppure bisognava approvare solo e soltanto criteri e modalità di applicazione per arrivare, infine, alle sospirate stabilizzazioni dei circa quattrocento precari impiegati alla Regione Puglia. Il disco verde pareva scattato in aula regionale l’11 novembre 2014 dopo una battaglia che aveva portato la maggioranza a mutare considerevolmente il testo del disegno di legge approvato nelle varie commissioni consiliari, a pochi mesi dalle elezioni primaverili. E poi, giustamente, nelle stanze dell’assessorato regionale al Personale di via Celso Ulpiani la dirigente chiamata ad applicarla si barcamenava chiedendo altro tempo, per capire innanzitutto se toccasse davvero ai suoi uffici procedere per assumere nel più breve lasso di tempo possibile i 379 precari sparsi in Regione, o non piuttosto alla Giunta. Organo deputato secondo le norme in vigore a fissare gli indirizzi e le direttive per decidere i criteri con cui compilare la graduatoria (…anzianità di servizio, titoli e pesi famigliari) provvisoria. E proprio su questo scoglio che la dottoressa Domenica Gattulli e il capo della giunta in persona, s’erano ‘scornati’ –come avevano i presenti con colorita espressione che però fotografava il clima…- perché Vendola non voleva perdere tempo (in primavera come detto si andava alle urne per decidere la nuova giunta regionale…) per consentire l’accesso al personale precario alle procedure di stabilizzazione, così come previsto dalla legge nazionale grazie alle proposte dei due parlamentari baresi del Partito Democratico, Dario Ginefra e Antonio Decaro. E la Gattulli, d’altra parte, menando il can per l’aria anche se entro il 31 dicembre 2014 bisognava avviare le procedure di stabilizzazione fissando –come detto- criteri e priorità. E considerato che tutta la platea dei precari (anche se pochi sanno quanti sono precisamente perfino nelle stesse stanze dell’Ente, a via Celso Ulpiani) ha acquisito il diritto alla stabilizzazione, non è ancora chiaro su quali basi verranno fissate le priorità per passare dai contratti a tempo determinato a quelli definitivi. E parecchi, specie quelli entrati al fianco di Vendola dieci anni or sono all’interno dei vari servizi e uffici dell’Ente, hanno ripreso a lavorare sotto traccia, pur con la sicurezza dei contratti rinnovati per altri tre anni, appunto, alla fine dell’anno scorso. Si tratta, a questo punto, di questioni molto concrete e cioè, per esempio, fissare le procedure con cui saranno assunti e la gradualità in funzione delle disponibilità finanziarie, anch’esse da cercare e trovare –a tempo debito, però…- nelle pieghe del bilancio. Insomma, occorrerà approvare una graduatoria unica di personale stabilizzato che comprenda tecnici, amministrativi, ingegneri o avvocati, i vari capiservizio regionali potranno attingere da più graduatorie, a seconda se hanno bisogno di un ingegnere, un geometra o un assistente sociale? Del resto la Regione Puglia con questa legge, almeno a parole, intende riorganizzare la macchina amministrativa <<….tenendo conto dei criteri di produttività, razionalità, integrazione funzionale e flessibilità operativa>>. Intanto, a parte il cambio della guardia e il passaggio di testimone fra Vendola ed Emiliano che, in ogni caso, non dovrebbe mutare di molto le carte in tavola in favore dei circa quattrocento precari pugliesi che lavorano in Regione, s’è deciso di rinviare ogni decisione a una prossima conferenza dei capodipartimento. Per discutere, inutile dirlo, la delicatissima questione di come applicare la legge, senza perdere di vista quell’esodo incentivato per il quale, guarda caso, anche lì devono ancora essere definiti criteri e forme di incentivo. In ballo la risoluzione consensuale anticipata del rapporto di lavoro per una manciata di dipendenti ‘storici’ che stanno per maturare il diritto alla quiescenza, senza che questo comporti oneri aggiuntivi di spesa a carico degli istituti previdenziali. Ma cosa importa al presidente Vendola e all’assessore Caroli, a pochi mesi dalle elezioni, di vecchi impiegati e funzionari stanchi e un po’ canuti, quando ci sono centinaia di baldi giovani scelti con ‘short list’ da stabilizzare…
Francesco De Martino
Pubblicato il 11 Novembre 2015