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Pasti negli ospedali: vogliono l’appalto per nove anni…

Potrebbe rivelarsi un pasto davvero indigesto, se non una vera polpetta avvelenata, la maxi-gara che l’ente regione sta approntando per la fornitura dei pasti negli ospedali pugliesi, procedendo in realtà fin troppo frettolosamente. Infatti già l’altro giorno e precisamente mercoledì 22 novembre, presso il Dipartimento alla Salute della Regione Puglia s’è tenuto un incontro tra Unione Sindacale di Base e i tecnici dell’assessorato alla Salute in cui sono venute a galla non poche contraddizioni. E i sindacati autonomi sono stati solleciti a prepararsi per le barricate, su un appalto che, qualcuno ha già fatto il paragone trattandosi di fettine arrosto e latticini, puzza un po’ di marcio. Ma procediamo per ordine. All’incontro, oltre alla nutrita delegazione dell’USB (c’erano i Lavoratori di tutte le aziende sanitarie pugliesi, non poco preoccupati), partecipavano anche il Direttore del Dipartimento Ruscitti, il Direttore Generale della Asl/Bari Montanaro (Azienda capofila) e i sindacalisti che hanno subito chiesto il “rispetto” di corrette relazioni Sindacali. Rimarcando che c’è parecchio da discutere sulla gara e relativo bando, dopo aver affrontato la questione relativa al servizio mense/ristorazione in tutte le sue sfaccettature ancora un po’ sospette. Quali? La Regione sta imprimendo una forte accelerazione, per esempio, con in prima fila le strutture regionali della sanità, verso una ‘gara unica regionale’, pubblicando il bando per la fornitura dei pasti addirittura subito dopo le feste natalizie, tenendo presente solo una ‘consultazione preliminare di mercato. In poche parole, si tratterebbe di bandire l’appalto in tempi ristrettissimi, già a Gennaio 2018. Inoltre, la “nuova” gara durerà il massimo stabilito dalla Legge (ben nove anni!) e nei fatti la Regione “demanderà” alle Aziende sanitarie locali le decisioni più importanti, tant’è che lo stesso ente con lo stesso Emiliano assessore alla Salute, non conosce manco il numero esatto dei Lavoratori impegnati negli appalti in proroga. Un Ente, insomma, che chiede alle Società che intendono partecipare alla Gara di visionare e, soprattutto, decidere quali “cucine” utilizzare…la Regione Puglia potrebbe pagare fior di milioni per la fornitura dei pasti quasi con gli occhi bendati, facendo quasi finta di non sapere che una cinquantina di ospedali in Puglia posseggono cucine di servizio nei propri sottoscala, per cui potrebbero fare a meno di società esterne, per i pasti da servire ai propri degenti. <<Noi, da parte nostra abbiamo ribadito chiaramente che esistono delle reali alternative fattibili che garantirebbero un risparmio in termini economici alle casse pubbliche, assicurando  certezza e dignità ad oltre 2.500 lavoratori, oltre che portare benefici concreti e reali alla qualità dei cibi per gli utenti: parliamo della internalizzazione del servizio fornitura pasti nei nostri ospedali>>, ha ribadito l’Usb. In effetti una maxi-gara che prevede una così lunga gestione, 84 mesi prorogabili per altri 12+12 mesi (9 anni!), rischia di tramutarsi in un mostro ingestibile (simile, in alcuni versi, all’affare Romeo – gara Consip FM4) e le aziende che parteciperanno potranno “scegliere quale sistema adottare”… fresco-caldo o convenzionale, cook&chill refrigerato, cook&freeze o surgelato, sistema misto, così come  potranno decidere quali centri di cottura utilizzare ed ancora farne di nuovi esterni. Ma non basta. I richiami alla cosiddette clausole sociali rischiano di essere parole al vento garantendo, al massimo, la sola assunzione di persone senza un minimo di preparazione, o meglio senza certezza di luogo ed orario di lavoro, quindi retribuzione. Al presidente Emiliano, che nell’Assemblea dell’USB del marzo scorso a Taranto, aveva detto che “il malato sia al primo posto”, per cui era fortemente contrario all’idea di centri di cottura distanti dagli ospedali, escludendo fermamente l’ipotesi del “cook and chill” ovvero l’utilizzo di cibi surgelati da fornire ai degenti, è stato chiesto di esprimersi, sospendendo le procedure di gara e magari puntando –come ha suggerito Usb – la gestione “In-housing”, tra l’altro indicata nelle linee guida della Comunità europea, contro una gara che potrebbe creare un danno enorme ai lavoratori, ma soprattutto agli utenti…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 25 Novembre 2017

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