Cronaca

‘Penelope’: speranza e ostinazione

Da qualche giorno a bordo dei bus dell’Amtab esiste un nuovo argomento di conversazione : La gente che scompare. A sollevare lo scottante tema è la presenza di manifesti in formato A4 che ritraggono i volti di alcuni dei tanti pugliesi di cui non si ha più notizia. L’iniziativa, che è del Comitato Territoriale Pugliese dell’Associazione Penelope, si estenderà ai convogli delle Ferrovie Bari Nord e ai locali della Stazione di Bari Centrale e dell’Aerostazione di Palese Macchie. Nata nel 2002, l’Associazione Penelope promuove occasioni di incontro per chi ha vissuto l’esperienza della scomparsa, informa sul fenomeno degli scomparsi, fornisce assistenza legale e psicologica a famigliari ed amici degli scomparsi, entra in relazione con le Istituzioni competenti e propone provvedimenti legislativi. Si calcola siano circa trentamila le persone scomparse in Italia dal 1974 ad oggi, ovvero quanto basta a riempire per metà il San Nicola. Si provi a immaginare l’enorme impianto disegnato da Renzo Piano affollato di gente per una partita di cartello. Una folla però che non si agita, che non canta, che non sventola bandiere, che non si avvolge nel colore. Una massa grigia e muta, immobile, che non trasmette gioia… E dietro quella folla senza voce, immaginiamo ancora, ma collocata altrove, altra e ben più consistente massa, pari a quei trentamila moltiplicati per cinquanta, stimando in cinquanta il numero di quelli che a vario titolo si sentono toccati per la scomparsa di una persona. Un milione e mezzo di individui tormentati che si interrogano e interrogano senza trovare risposta. Un milione e mezzo è un popolo, vuol dire in Italia una persona su quaranta. Chissà quanti ne incrociamo per strada  di questi altri disgraziati senza che ci sfiori il sospetto di una pena cucita nel cuore. ‘Penelope’…non si poteva scegliere icona migliore per rappresentare il senso di una speranza ostinata. La trovata del Comitato Territoriale Pugliese merita rispetto. L’otterrà? Purtroppo a viaggiare sui mezzi dell’Amtab non sono sempre i migliori soggetti. Fra bulli, bruti, razzisti e balordi (ovvero i più ardenti fautori della necessità di tagliare la gola a neri, islamici ed extracomunitari) c’è il rischio che quelle immagini si ‘arricchiscano’ di corna, baffi e scritte ingiuriose. Gesti che potrebbero aver luogo fra l’indifferenza dei viaggiatori… Gli è che con qualche eccezione siamo marci, tutto qui. Marci sino al midollo. E invece di raccoglierci a redigere un onesto inventario della coscienza, cerchiamo il marcio (cioè il nemico) al di fuori di noi, qualche volta vicino, qualche volta lontano, anche migliaia di chilometri. Non meravigliamoci se qualcuno (anzi, più di qualcuno) sceglie già in vita di fuggirci.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Agosto 2015

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