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Pensione di cittadinanza: la battaglia legale contro i tagli

Si preannuncia un autunno caldo a causa delle rivendicazioni a fianco delle categorie deboli

In tempi di crisi, si sa, la tensione sale su contributi, lavoro e pensioni. Solo fino a giugno scorso, in Italia erano 115 mila i beneficiari della pensione di cittadinanza, con un importo medio erogato pari a euro 291,72 e in Puglia 9.391, per un totale di 11.036 persone, con un importo medio erogato pari a 279,99 euro, mentre nella città metropolitana di Bari i nuclei presi in carico sono stati 3.054, per un totale di 3623 persone e un importo medio pari a 257,32. “La notizia che da gennaio 2024, anche questa pensione di cittadinanza verrà abolita non ci lascia assolutamente tranquilli – afferma la segretaria generale Uil/Pensionati Puglia, Tiziana Carella – si rischia uno tsunami sociale, per i nostri tanti pensionati che arrancano ad arrivare a fine mese, a causa di pensioni sempre più basse, erose da anni di tagli e mancata perequazione, da un tasso di inflazione galoppante. E non va dimenticato che secondo i dati del rapporto Istat (‘Noi Italia’) risulta che: la Puglia è prima in Italia per incidenza di povertà relativa: solo a Bari, sono circa 25mila le persone in condizioni di povertà relativa e tra queste ci sono tante anziane e anziani che percepiscono pensioni misere non superiori ai 500 euro, si stima in Puglia un pensionato su 10. Sono molto preoccupata per la tenuta sociale che l’eliminazione della misura del Reddito di Cittadinanza porterà in tutto il paese – continua Carella – eliminare una misura, che certamente andava rivista e migliorata, ma che ha consentito a circa 33mila nuclei familiari baresi di far fronte alle esigenze di vita quotidiane, rischia di generare pericolosissime fratture sociali e, soprattutto, comunicare alle famiglie con un freddo e sterile sms, tale soppressione, senza alcun rispetto per la dignità delle persone, mi indigna”. Insomma, l’eliminazione del RDC avrà ripercussioni negative importanti, pur abituati alla politica dei due tempi, dove si elimina nell’immediato una misura di sostegno e se ne promette una sostitutiva indefinita. “I pensionati pugliesi, sono stanchi di essere bersaglio facile, dei tagli e dei mancati adeguamenti ai loro assegni pensionistici, della riduzione di servizi sociali e sanitari pubblici, vogliono essere rispettati ed ascoltati, sono queste le richieste di aiuto”, incalza Carella. Nel frattempo il Sindacato per conto dei pensionati iscritti alla Uil, sta diffidando l’Inps contro il taglio della rivalutazione delle pensioni sopra 4 volte il trattamento minimo, ossia pari a 2.101,52 mensili lordi. L’obiettivo di questi ricorsi? Ottenere la pronuncia di illegittimità, della Corte Costituzionale dell’art.1, c.309, della Legge 29/12/2022 n.197, la legge di Bilancio 2023, che ha introdotto il taglio alla rivalutazione, mentre a settembre si avvierà la seconda fase di mobilitazione, durante la quale saranno avviate le cause presso i Fori competenti: il Tribunale Civile Sezione Lavoro per i pensionati appartenenti al settore privato e la Corte dei Conti per quelli appartenenti al settore pubblico. I costi di tale azione (legali, giudiziali e amministrative) saranno a carico della Uilp Nazionale. Da considerare che in tutto il paese, pensionati e pensionate colpiti dal taglio alla rivalutazione, sono 3,5 milioni; in Puglia, secondo i dati Inps, la platea coinvolta è pari a 28.381. La pensione di vecchiaia è di 1.359,53 euro e se consideriamo tutte le pensioni erogate (vecchiaia, invalidità, superstiti, assegni sociali, invalidità civile) l’importo medio mensile è di 1.021,39 euro. Uilp così evidenzia che non è possibile che ogni volta che servono risorse, si vadano a prendere dai pensionati, dopo anni di contributi versati nel corso della vita lavorativa. E non  un privilegio…

Antonio De Luigi


Pubblicato il 4 Agosto 2023

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