Cultura e Spettacoli

Per amore di Taranto

Posta a sud della città e a ridosso dell’area industriale, la spiaggia di Lido Azzurro resta una delle più belle di Puglia. Sfoggia una striscia di rena che formazioni dunali orlate di macchia mediterranea separano da una pineta bellissima ; c’è anche una piccola oasi con una sorgente di acqua termale. Insomma, l’ideale per una gita fuori porta. E invece l’ultimo Lunedì dell’Angelo solo quattro gatti vi si aggiravano, tutto al contrario di una quindicina di anni fa. Numeri impietosi hanno ridotto folle bibliche a manipoli di temerari. A Taranto si muore, oggi solo un po’ meno di ieri. E’ velenosa l’aria, è velenoso il sottosuolo, il mare. Lido Azzurro non poteva fare eccezione. Che vuoi farci più bagno e pic-nic? L’attuale desolazione di questa risorsa fotografa Taranto altrettanto bene che il cielo funestato dalle esalazioni del mostro siderurgico. Sensibile al dramma della sua città, una giovane teatrante, Isabella Mongelli, pensa bene di denunciare lo sconcio con i mezzi che più le sono congeniali. ‘Lido azzurro (toghether in tarànto)’ è performance che vede impegnata la stessa Mongelli in compagnia di Valentino Ligorio. Lo spettacolo è stato in cartellone domenica scorsa al Rossini di Gioia del Colle nell’ambito di ‘Teatro con tè’, rassegna a cura di Resextensa e Associazione Ombre (sound design : Alessandro Altavilla. Produzione Isabella Mongelli con il sostegno di INTEATRO Residenze ed Exfadda). Con pochi mezzi, freschezza e senso dell’ironia, i generosi Mongelli e Ligorio provano a illustrare la parziale impotenza di una generazione a contrastare un degrado che non è solo ambientale. Perché la vera serpe Taranto la nutre in seno. Poco più di un anno fa l’80% del popolo tarantino disertava il referendum relativo alla chiusura dell’Ilva e allo smantellamento dei parchi minerali. E restando all’arte scenica, la città ionica era già stata allertata più di dieci anni prima. Era il 2003 quando Alessandro Langiu, un teatrante tarantino allora trentenne, con un raro mix di talento e coraggio portava in scena il dramma della polvere rossa che funesta il rione Tamburi (‘Venticinquemila granelli di sabbia’). Ancora lui, tre anni dopo, scriveva e interpretava ‘Otto mesi in residence’, altro J’Accuse sul degrado della città ionica questa volta spostato sulla condizione dei lavoratori ILVA reclusi nella palazzina LAF durante l’orario lavorativo. Perché Taranto è sempre sotto schiaffo? Non bastasse l’asservimento alla Marina Militare, ha pure perso l’uso dell’arcipelago delle Chèradi (devastato con la costruzione di una chilometrica lingua di terra di raccordo e l’inglobamento dell’isola di San Nicolicchio nella banchina del nuovo porto mercantile). Poi ecco l’Ilva e il poco invidiabile record di città più inquinata d’Europa. Basterà il cuore di teatranti a svegliare coscienze, sciogliere polsi, liberare bocche imbavagliate?

Italo Interesse


Pubblicato il 2 Maggio 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio