Cronaca

Per combattere la Xylella saranno tagliati anche gli ulivi sani

La Corte di Giustizia europea ritiene legittime le misure precauzionali impartite lo scorso anno dalla Commissione agli Stati membri dell’Unione di abbattere anche gli ulivi non colpiti della xylella fastidiosa presenti nel raggio di 100 metri da quelli infetti. Tale recente sentenza della Corte è scaturita da un’interrogazione del Tar Lazio che, dopo aver sospeso l’ordine di rimozione, impartito dal Servizio agricoltura Regione Puglia, delle piante situate in prossimità di ulivi infetti, aveva chiesto il pronunciamento di merito sulla questione eradicazioni degli ulivi all’organo di giustizia di livello europeo. Ora, infatti, la Corte di giustizia dell’Unione europea, con la sentenza emessa giovedì 9 giugno, ha dichiarato che Bruxelles può obbligare gli Stati membri a rimuovere tutte le piante potenzialmente infettate dal batterio Xylella fastidiosa, anche nel caso in cui non siano presenti sintomi, purché queste siano in prossimità di quelle malate. La misura, si legge nel provvedimento della Corte, “è proporzionata all’obiettivo di protezione fitosanitaria” ed “è giustificata dal principio di precauzione”, sulla base di prove scientifiche. La decisione della Commissione, risalente al 2015, prevede inoltre l’eliminazione della flora a rischio entro un raggio di 100 metri dal focolaio, senza che vi sia un indennizzo. La sentenza, come era facilmente prevedibile ha suscitato una serie di reazioni, oltre che di interpretazioni, a livello nazionale ma soprattutto pugliese, perché la regione interessata al problema degli abbattimenti degli ulivi a causa della xylella è principalmente, ne non esclusivamente, la Puglia. Infatti, appena si è diffusa la notizia su tale decisione della Corte europea il mondo agricolo locale è subito entrato in agitazione da Lecce a Foggia, perché la Xylella fastidiosa è un problema grave e irrisolto che colpisce materialmente la Puglia, ma moralmente l’intero Paese, perché lascia in balia delle onde e senza prospettive di futuro un intero importante comparto agricolo nazionale, qual è quello olivicolo. Un incontro urgente al governatore della Puglia, Michele Emiliano, è stato chiesto dal presidente di Coldiretti-Puglia, Gianni Cantele, che ha subito commentato così la decisione della Corte europea: “Occorre affrontare in maniera sinergica e rapida questa nuova drammatica fase che si è aperta con la sentenza odierna”. “L’Ue – prosegue il presidente regionale di Coldiretti – ha ribadito il preannunciato ‘così é se vi pare’ sulla vicenda delle eradicazione anche degli alberi non infetti nel raggio di 100 metri, confermando la legittimità degli espianti disposti dalla Commissione e fa come Ponzio Pilato anche sugli indennizzi da riconoscere agli olivicoltori che hanno subito e dovuto affrontare in solitudine l’aggressione del patogeno da quarantena Xylella fastidiosa”. Ma gli olivicoltori pugliesi, per Coldiretti, devono pure fare i conti con ingenti perdite di reddito presenti e future, perché la Ue con la recente sentenza se ne lava le mani, rimandando l’intera partita al Governo nazionale ed alla Regione Puglia, che dovrebbero provvedere a proprie esclusive spese agli indennizzi degli olivicoltori i cui terreni risultano colpiti dalla xylella. “Pertanto, – conclude Cantele – oltre a confermare la violenza delle misure precedentemente adottate, l’Ue scarica incredibilmente la patata bollente sull’Italia che dovrà ipotizzare in solitudine un regime che conceda ai ‘proprietari dei fondi interessati un indennizzo ragionevolmente commisurato al valore delle piante distrutte”. Ad incalzare in modo critico da Coldiretti Puglia la sentenza europea è intervenuto anche il direttore, Angelo Corsetti, che ha accusato: “L’Ue ha gravi responsabilità circa gli inaccettabili ritardi nell’affrontare l’emergenza fitosanitaria causata dalle frontiere colabrodo”. Infatti, ha spiegato Corsetti, “la mancanza di efficaci misure di controllo alle frontiere e del doveroso embargo avverso le aree da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi a Lecce, Brindisi e Taranto, come ad esempio il sud America, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto, hanno causato un danno irreparabile all’olivicoltura pugliese”. Per cui ora, conclude di direttore pugliese di Coldiretti, “ l’Ue non può lavarsene le mani come se nulla fosse accaduto, perché è drammatica la conta dei danni sia per il valore inestimabile degli ulivi colpiti perché millenari e centenari che, malauguratamente in caso di estirpazione, per il valore del soprassuolo distrutto”. Invece, il presidente nazionale dello “Sportello dei Diritti”, Gianni D’Agata, spera in un intervento immediato del Governo affinché eviti il compimento di uno scempio preannunciato che potrebbe deturpare irrimediabilmente il panorama pugliese e che è una sciagura da scongiurare. Una reazione ancor più dura è quella del presidente nazionale di Confeuro, Rocco Tiso, che ha dichiarato: “Le incompetenze della politica europea e nostrana  ricadranno ancora una volta sugli agricoltori”. Di diverso avviso, invece, il commento alla sentenza della Corte da parte dell’eurodeputata Rosa D’Amato del “Movimento 5 Stelle” che intravede nel verdetto della Giustizia europea un segnale alla Commissione perché allarghi campo ricerca. Infatti, per D’Amato “la Corte è stata chiamata a esprimersi sulla correttezza procedurale, che non è al centro delle nostre contestazioni”. “Quello che abbiamo sempre contestato – ha spiegato l’esponente pentastellato del Parlamento europeo –  è che tali procedure si sono mosse sulla base di un singolo parere scientifico, quello del Cnr di Bari, e pertanto abbiamo chiesto con forza di allargare il campo di ricerca. Lo abbiamo fatto coinvolgendo ricercatori internazionali e locali, associazioni di categoria italiane e organizzazioni europee. Oggi, la Corte ribadisce quello che abbiamo sempre detto: le misure possono essere modificate, se la scienza porta nuove evidenze che già ci sono”. Infatti, D’Amato ha poi concluso affermando: “La strada da fare è ancora tanta, a partire, per l’appunto, da un maggiore finanziamento alla ricerca” ed invitando il presidente Emiliano a battere i pugni a Bruxelles ed a fare sistema con altre regioni europee colpite dalla Xylella. Ed il governatore pugliese che, in talune circostanze, si mostra particolarmente sensibile agli inviti dei penta stellati, oltre che al “problema Xylella” ha già reso noto di aver convocato per il prossimo 14 giugno a Bari la Task force istituita  tempo fa dalla Regione sulla ricerca scientifica sul Complesso del disseccamento rapido dell’olivo (Codiro). E sulla base di tale incontro, chiedere poi di incontrare la Procura di Lecce e il Ministero dell’Agricoltura e, della posizione italiana che scaturirà da tali incontri, chiedere pure un incontro con le massime Autorità dell’Unione europea, ovvero con il Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori Vytenis Andriukaitis, con il Commissario all’Agricoltura Phil Hogan e con il Commissario all’Ambiente Karmenu Vella. In sostanza, la Regione ora ha forse capite che è giunto il momento di farsi sentire su tale problema in maniera più incisiva del passato, sia con il Governo nazionale che con la Ue.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 10 Giugno 2016

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