Per i renziani di Puglia è più una presenza simbolica che effettiva
Non c’è pace nella maggioranza di centrosinistra alla Regione Puglia, ma anche al Comune di Bari la coalizione che sostiene il sindaco, Antonio Decaro, è in uno stato di agitazione non diverso da quello di via Capruzzi. Infatti, sullo sfondo di governo di entrambi gli Enti ci sono i problemi interni ad entrambe le coalizioni di centrosinistra che evidentemente risentono della “guerra” sotterranea che caratterizza il Pd pugliese e che il leader di “Fronte democratico” (la corrente interna al Pd nata durante l’ultimo congresso nazionale del partito), il governatore Michele Emiliano, porta avanti in Puglia per estendere a suo favore il più possibile il controllo regionale del partito guidato da Matteo Renzi a livello nazionale. Un maggior controllo tra le presenze istituzionali del Pd che consentirebbe ad Emiliano di dettare al segretario nazionale le proprie condizione nella spartizione delle candidature per Camera e Senato, in Puglia, alle elezioni politiche del prossimo anno. Ed è per questo che il governatore pugliese ha fatto man bassa, a favore della sua corrente, nelle nomine di governo e sottogoverno alla Regione, lasciando praticamente a bocca asciutta sia l’anima renziana del partito che qualcuna delle altre forze di governo a lui alleate. Nel Pd il sostegno di Emiliano alla scelta dell’orfiniano Paolo Campo nel ruolo di capogruppo, subentrato a Michele Mazzarano divenuto assessore, ha rappresentato un’eccezione. Ma, per la verità, in questo caso non si è trattato di un posto di governo o sottogoverno, ma di un semplice ruolo di rappresentanza politica all’interno dell’Aula di via Capruzzi, dove il governatore ha comunque il controllo della maggioranza del gruppo consiliare regionale del Pd proprio grazie al sostegno dato dai consiglieri della sua corrente all’orfiniano Campo. Quindi, la situazione alla Regione, pur restando agitata per i tanti mal di pancia suscitati dal governatore sia con il recente rimpasto di giunta, sia con le tante nomine di sottogoverno effettuate, per il momento non ha registrato alcun significativo colpo di coda. E difficilmente ce ne saranno di imminenti, visto che in via Capruzzi c’è già aria di ferie. Situazione non diversa al Comune di Bari, dove a guidare la città è in teoria un renziano, il sindaco Decaro per l’appunto, però a tirare effettivamente le fila all’interno della maggioranza è invece sempre lo stesso Emiliano che, attraverso gli esponenti a lui vicino presenti nell’Aula “Dalfino”, riesce sia a sventare sia possibili reazioni ostili alla sua corrente a ripicca di quanto accade alla Regione da parte del renziano (o sedicente tale) Decaro che a condizionare in tutto e per tutto l’attività politico-amministrativa di quest’ultimo. Infatti, appena qualche settimana fa il governatore Emiliano, attraversa un intergruppo trasversale alle forze di maggioranza da lui ispirato, è riuscito ad ottenere la poltrona di vice sindaco per Pierluigi Introna ed ora mira evidentemente mira a ridurre ancor di più i nomi della giunta direttamente collegati a Decaro e, quindi, di possibile area renziana. Infatti, il sindaco Decaro, che nel 2014 aveva accontentato il suo predecessore portando in giunta solo qualche nome di quelli indicatigli, ora potrebbe vedersi costretto ad allargare ancor di più la presenza nell’esecutivo di persone politicamente vicine al governatore pugliese, proprio a seguito dei condizionamenti che Emiliano può esercitare nella maggioranza di centrosinistra a Palazzo di Città. Non a caso un altro consigliere, aspirante assessore già dall’inizio della consiliatura, Marco Bronzini, che è anche capogruppo del Pd nell’aula “Dalfino” si è aggiunto ai dieci esponenti dell’intergruppo di emilianea ispirazione. Formazione, questa, che – a detta dei bene informati – nella coalizione di maggioranza potrebbe essere definita come il “partito personale” di Emiliano all’interno dell’Aula consiliare del capoluogo. Per cui al Comune di Bari il sindaco è renziano, ma la maggioranza che lo sostiene è controllata in modo pressoché determinante dal suo predecessore, ora governatore. Pertanto, il segretario nazionale del Pd, Renzi, sa che a Bari la presenza di Decaro a Palazzo di Città, come maggior esponente della sua corrente, è più simbolica che effettiva. E ciò probabile non soltanto per un fatto di numeri.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 2 Agosto 2017