“Per il Corecom bisogna rispettare la legge”
Le nomine per il Co.re.com. (Comitato regionale sulle comunicazioni) votate nel corso del consiglio regionale di martedì scorso e non ancora proclamate dall’Assemblea pugliese, a seguito della sospensione della seduta da parte del presidente d’Aula, Mario Loizzo, su richiesta del governatore Michele Emiliano, vanno sbloccate nel rispetto della legge. A sollecitare tale soluzione è il presidente della II Commissione consiliare (ossia quella agli Affari generali e Personale), il tarantino Cosimo Borraccino di Sinistra italiana, che propone di “annullare” l’elezione del più suffragato tra i nomi espressi a scrutinio segreto dall’Assemblea pugliese, ovvero il presidente uscente del Corecom, Felice Blasi, poiché “incompatibile” per un secondo mandato, in base alla legge regionale n. 14 del 2012 modificativa di quella del 2000, istitutiva del Comitato. Come è noto dalle cronache dei giorni scorsi, il presidente Loizzo, su “consiglio” del governatore Emiliano, ha rinviato sia la proclamazione dei tre nomi eletti martedì scorso alla guida del Corecom che la votazione del Consiglio per l’indicazione del presidente, da scegliere tra questi, poiché dal risultato è emerso che l’accordo di prassi con le forze di minoranza che garantiva nel Cda del Corecom la presenza di un esponente gradito all’area di opposizione del Consiglio regionale era saltato, poiché Francesco Di Chio di gradimento dell’opposizione di centrodestra si era classificato quarto nella votazione, scavalcato per un solo voto da quello di Marigea Cirillo, anch’ella portata in quota alla maggioranza di centrosinistra, insieme a Blasi ed alla seconda classificata, Lorena Saracino. Infatti, all’interno della maggioranza che sostiene Emiliano nell’Aula di via Capruzzi, alcuni nel segreto dell’urna (forse l’area renziana del Pd) hanno disatteso le indicazioni di voto per il rispetto dell’accordo di prassi con le opposizioni e all’interno di quest’ultima alcuni consiglieri (forse quelli del M5s) non hanno espresso nell’urna alcuna preferenza, consegnando scheda bianca. Defezioni nel voto, queste, che hanno determinato una serie di polemiche tra maggioranza ed opposizione di centrodestra, in particolare con il neo-capogruppo di Forza Italia, Nino Marmo, e con quello di Direzione Italia, Ignazio Zullo, che hanno evidenziato nel risulto dell’Aula l’assenza di un rappresentante della minoranza nel Cda del Co.re.com. Rilievo subito accolto dal governatore Emiliano che per tale ragione ha chiesto di non procedere alla proclamazione degli eletti e rinviare la seduta ad altra data, per andare in contro a quanto evidenziato e lamentato dall’opposizione di centrodestra. Però, ora il consigliere Borraccino con una nota ha dichiarato, anche a nome del partito politico di cui fa parte (Sinistra italiana), che non si può “non tener conto del voto, liberalmente espresso dall’intero Consiglio regionale, sui componenti di un organo di controllo e vigilanza come quello del Comitato Regionale sulle Comunicazioni”. Infatti, ha ricordato nella nota il presidente della II Commissione, “con legge regionale n. 14 del 1.6.2012 si modificava l’art. 3 della L.r. 3/2000” che ha istituito ed organizza il funzionamento del Corecom. In particolare, si rileva nella nota, l’art. 1, l’unico della menzionata legge regionale n.14/2012, tra l’altro disponeva le seguenti modifiche: A) al comma 1 lett. a) “le parole – da cinque membri – sono sostituite dalle seguenti: – da tre membri; B) al comma 1 lett. c) “il comma 5 è sostituito dal seguente: “i componenti del comitato restano in carica 5 anni per un solo mandato unico e non rinnovabile, ed esercitano le proprie funzioni fino all’insediamento del comitato subentrante”. Ora quindi, – per Borraccino – visto l’unanime parere negativo della II Commissione sulla proposta di riconferma dei componenti uscenti del Corecom, espresso proprio in forza del comma 1 lett. c) della già citata legge di modifica 14/2012, appare alquanto inspiegabile la proposta del presidente dell’Assemblea regionale, Loizzo, che ritiene rinnovabile il mandato a rappresentanti uscenti del Corecom (come nel caso di Blasi), in quanto l’interpretazione del dirigente del servizio Affari legislativi, dott. Giuliese (peraltro componente della stessa commissione valutatrice delle candidature al bando de quo), che recita: “la previsione di un solo mandato, unico e non rinnovabile per i componenti del Corecom, appare, pertanto, una caratterizzazione del nuovo organismo e non potrà che valere dalla elezione dei tre componenti del nuovo Corecom a partire dalla decima legislatura”, è – sempre secondo l’esponente di Si – anch’esso un rilievo che rende “alquanto singolare” l’atteggiamento adottato dal vertice dell’Assemblea regionale che, da un lato, decide di ridurre da subito a “tre” i nomi da eleggere al Corecom, mentre dall’altro lato ritiene legittimo rinviare dalla decima Legislatura il divieto di rinnovo del mandato per gli uscenti e, quindi, disattendere la l.r. 14 del 2012 che in parte riforma la legge regionale n. 3 del 2000, istitutiva del Corecom. In altri termini, per Borraccino, la stessa legge si applica con solerzia per il numero dei componenti (che scendono subito da 5 a 3), invece si interpreta “elasticamente” per la durata del mandato al presidente ed ai componenti (tutti eleggibili nell’incarico per un solo mandato). E questo – ha esclamato nella sua nota il presidente della II Commissione – è “inaudito!” Quindi, ha concluso Borraccino, la proposta migliore per Si è quella di di annullare l’elezione di Blasi (perché non eleggibile fra i 3 componenti in forza della legge 14/2012 art. 1. comma ,1 lett. c), sostituendolo con il primo dei componenti, dopo i 3 previsti dalla legge, in ordine alle preferenze ottenute che è appunto Di Chio, designato dalla minoranza. In tal modo – ha sottolineato ancora l’esponente di Si nelle conclusioni – “otteniamo, nel rispetto della legge, contemporaneamente più risultati: 1) rimane valido il voto espresso dal Consiglio regionale pugliese, sovrano e deputato a decidere, che nessuno può sognarsi di mettere in discussione; 2) si applica pienamente la legge 14/2012 norma che detta sulla questione specifica le regole, 3) si assicura la necessaria rappresentanza alle minoranze come democraticamente si deve fare”. E ciò avverrebbe – per Borraccino – nel rispetto della legge, ma probabilmente anche della logica. Anche se, in verità, quest’ultima non sempre in politica è rispettata. Anzi, spesso a prevalere è il contrario…
Giuseppe Palella
Pubblicato il 6 Ottobre 2017