Cultura e Spettacoli

Per le campagne mostri imprendibili

 

Nel febbraio del 1974 nelle contrade Ciaccia e Casiglio nell’agro di Rutigliano furono rinvenuti diversi cani sbranati. Il terreno di presentava cosparso di pesanti orme animalesche che conducevano ad alcune case coloniche abbandonate. Testimoni parlarono di una bestia enorme, delle sembianze di un orso bruno. Il mostro per di più ululava… Un lupo, allora ? Ma cinquant’anni fa i lupi, prossimi ad estinguersi persino nel cuore dell’Appennino, erano totalmente scomparsi dal territorio pugliese. A maggior ragione non era il caso di pensare a orsi marsicani o ad altre belve scappate da circhi – si sarebbe saputo – oppure da giardini zoologici (quello di Oria distava novanta chilometri). E di fughe da zoo clandestini, neanche a parlarne. Oggi è diverso : nelle ville più isolate e spaziose proprietari ‘stravaganti’ usano allevare bestie estranee o divenute estranee al nostro habitat, come confermano i recenti e documentati casi della pantera di San Severo o del lupo degli Alimini. Nel 1974, invece, l’amante dell’animale esotico non andava oltre la scimmietta o il pappagallo brasiliano. Dunque, a cosa pensare ?… Per esclusione, nella generale incertezza riprese forma un’antica figura terrifica : Il lupo mannaro. E per tutto il resto dell’anno, ad ogni luna piena, a Rutigliano il popolino riesumò rimedi ed esorcismi ereditati dagli antenati. Non mancò chi si fece beffe di questi creduloni, tanto più che le ricerche condotte per giorni da Carabinieri e volontari avevano portato a un nulla di fatto. Nelle campagne di Rutigliano non si videro più né cani sbranati, né mostri e la ragionevole ipotesi di un latrante cagnaccio di taglia anomala finì col mettere d’accordo le persone più ragionevoli. Così in capo a qualche mese la faccenda scivolò nel dimenticatoio e nessuno parlò più di orsi. Allo stesso proposito oggi si parlerebbe di Chupacabras, una creatura mostruosa che si vuole abiti alcune zone delle Americhe dove vive nutrendosi del sangue di animali da cortile, capre in particolare, di qui il nome (succhia-capre). Restando alla Puglia, ai primi di dicembre del 1996 in un casolare nelle  campagne di Salve,  furono trovati  i cadaveri di un cane, di un gatto e di quindici galline. Le vittime, che presentavano tutte tre piccoli fori allineati ora sul collo, ora sul corpo, non erano dissanguate completamente e non presentavano il rigor mortis benché la morte risalisse a molte ore prima. In un altro casolare a distanza di un chilometro, un’altra scena allarmante : quindici galline morte con le stesse modalità di cui sopra, in più ricoperte da una sostanza verde gelatinosa. Ad accrescere il mistero, graffi profondi su alcuni tronchi, un tralcio di vite ‘divorato’ e una rete metallica tranciata di netto (la rete difendeva una piccola finestra posta a 1,5 metri d’altezza). Nel novembre del 2001, nell’agro fra Galatone e Poggiardo, altri misteriosi sgozzamenti a danno di polli, tacchini e struzzi da allevamento. Avvistamenti analoghi si registrarono anche in Ucraina dal 2009 e ci fu chi li mise in relazione con possibili mutazioni genetiche a danno di cani ed orsi dopo il disastro di Chernobyl. Le descrizioni del chupacabra fornite da sedicenti testimoni sono varie. La rappresentazione più ricorrente è quella di un animale piuttosto pesante, della taglia di un piccolo orso, con una fila di aculei dalla testa alla base della coda…

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 17 Settembre 2020

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