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Per le prossime regionali pugliesi il “rebus” non solo del terzo mandato

I seggi da assegnare in via Gentile saranno 40 e non più 50, oltre che la recente norma per la candidabilità dei sindaci difficilmente troverà in aula i numeri per essere modificata

Per le prossime regionali, che – stante ai bene informati – la premier Giorgia Meloni vorrebbe far svolgere in autunno in concomitanza alle amministrative dei Comuni che andranno al voto nel 2025, non incombe solo il rebus sulla possibilità di eventuale “terzo mandato” per i governatori che già hanno all’attivo due mandati consecutivi, come nel caso del pugliese Michele Emiliano, del campano Vincenzo De Luca e del veneto Luca Zaia, ma nella nostra regione c’è anche l’incognita delle modifiche alla legge elettorale regionale che una parte della maggioranza di centrosinistra, in particolare il Pd, vorrebbe far cambiare in alcune parte. Modifiche richieste per il fatto che in Puglia, nella prossima tornata elettorale, la composizione del Consiglio (salvo una “sorpresa” parlamentare di modifica della legge che fissa per le Regioni il numero dei seggi in base alla popolazione) passerà da 50 a 40 componenti, poiché la popolazione della nostra regione è scesa al di sotto di 4 milioni di abitanti e – come è noto – in base alla legge vigente, al di sotto di detto limite, c’è una riduzione secca del plenum consigliare di 10 seggi. A questa contrazione si è aggiunta ultimamente la novità che nella legge elettorale pugliese è stata introdotta una modifica ai termini per la candidabilità alla Regione dei sindaci, che devono dimettere almeno 180 giorni prima delle elezioni e non più, come in precedenza, all’atto dell’accettazione della candidatura, vale a dire 45 giorni prima del voto. Una modifica, quella approvata lo scorso anno dall’Assemblea pugliese a scrutinio segreto e con una maggioranza trasversale, che ha fatto storcere il naso a tutti i Primi cittadini che in Puglia intendono candidarsi alle prossime regionali ed al neo-eurodeputato Antonio Decaro (Pd) che aspira a succedere a Michele Emiliano ed alle elezioni vorrebbe, a suo sostegno nella corsa, i sindaci di alcuni Comuni importanti della nostra regione. Infatti, la norma approvata sulla candidabilità dei sindaci al prossimo Consiglio regionale è una delle “grane” presenti all’interno del centrosinistra pugliese, poiché da essa dipenderà la discesa in campo, o meno, di alcuni Primi cittadini alla scadenza della XI Legislatura regionale. Tale “questione” riguarda -ovviamente – entrambi gli schieramenti. Però, nel centrosinistra i sindaci interessati ad un seggio nell’Aula barese di via Gentile sono verosimilmente in numero maggiore di quelli del centrodestra, come pure maggiore è il numero dei consiglieri regionali di centrosinistra che potrebbero essere danneggiati alle prossime elezioni, sia dalla concorrenza, nella loro stessa circoscrizione elettorale, di qualche Primo cittadino della loro stessa parte politica, sia dalla quasi scontata riduzione di seggi da assegnare. I sindaci aspiranti consiglieri alla Regione sono quasi tutti o al secondo mandato e, quindi, che non potranno riproporsi ad una terza esperienza consecutiva con la “fascia tricolore”, oppure in scadenza di primo mandato e vogliono fare un primo tentativo di scalata all’Aula di via Gentile. Ma vediamo più nei particolari chi potrebbero essere, sia a sinistra che a destra, i Primi cittadini pronti a presentarsi al nastro di partenza per la corsa alla Regione. Nel barese potrebbe esserci sicuramente la Prima cittadina di Bitetto, Florenza Pascazio, che è anche presidente dell’Anci-Puglia e che nel potrebbe tentare di correre con il consigliere decariano uscente, l’altamurano Francesco Paolicelli. Nel collegio elettorale regionale della provincia di Bari potrebbero essere interessati a correre anche il sindaco pentastellato di Noicattaro, Raimondo Innamorato, considerato che l’uscente Antonella Laricchia non dovrebbe essere più della partita, poiché ligia all’originario “dogma” del M5S dei due mandati. Ma in “Terra di Bari” anche il sindaco di Conversano al suo secondo mandato, Giuseppe Lovascio, potrebbe essere tentato di correre per le regionali in una lista civica del candidato presidente di centrosinistra. Nel centrodestra, invece, potrebbe esserci il sindaco di Gioia del Colle, Giovanni Mastrangelo di Fdi, che sull’onda lunga della premier Giorgia Meloni potrebbe tentare di scalzare il consigliere uscente di Locorotondo alla Regione, Tommaso Scatigna, o di affiancarlo in via Gentile, se Fdi dovesse raddoppiare la rappresentanza alla Regione nel barese. Nella Bat, per il centrosinistra, potrebbero essere interessati a correre alle regionali sia la Prima cittadina di Andria, Giovanna Bruno, in scadenza di primo mandato, sia il sindaco di Trani in scadenza di secondo mandato, Amedeo Bottaro. Nel leccese i sindaci di centrosinistra pronti a correre per la Regione potrebbero essere sicuramente il sindaco dem di Gallipoli e presidente della Provincia, Stefano Minerva, che il Primo cittadino di Nardò, Pippi Mellone per il centrodestra. Entrambi al loro secondo mandato da sindaco. Nella circoscrizione di Brindisi un sindaco in procinto di correre alle regionali potrebbe essere quello di Mesagne, Toni Mattarelli, per una lista civica del candidato governatore di centrosinistra o per la lista Avs degli ambientalisti di Bonelli e la sinistra vendoliana di Frantoianni. Anche nell’area ionica i sindaci pronti a scendere in campo per la Regione non dovrebbero mancare nel centrosinistra, mentre nel centrodestra la situazione sembra alquanto carente di Primi cittadini disponibili a farsi avanti per un seggio in via Gentile, a Bari. Anche in Capitanata i Primi cittadini pronti per una candidatura alla Regione potrebbero essere diversi, ma fra quelli già in pool position forse ci sono nel centrosinistra il sindaco di Vieste e presidente della Provincia, Giuseppe Nobiletti, e nel centrodestra il sindaco di Candela, Nicola Gatta. Tutti nomi che, se si candidassero, nei rispettivi collegi elettorali dovrebbero vedersela con i consiglieri uscenti che si ripresentano e che non sarà facile scalzare o superare nel voto di preferenza. Ma, fino a quando non sarà sciolto il rebus sulla norma recentemente introdotta per la candidabilità dei sindaci, difficilmente si potrà pensare ad una massiccia discesa in campo di Primi cittadini pugliesi alle prossime regionali. Infatti,  il noto motto: “Meglio cadere in piedi che rischiare a vuoto”-  vale anche in politica.

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 18 Gennaio 2025

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