Perché il Comune non “cancella” i crediti Erp prescritti?
A denunciare l’enorme mole di crediti non riscossi da parte del Comune di Bari sul fronte dell’Edilizia residenziale pubblica era stato nel maggio scorso il presidente del Collegio dei revisori dei conti di Palazzo di Città, Raffaele Ciccone, che nel corso di un’audizione in commissione consiliare Bilancio aveva lanciato l’allarme sulla situazione dei conti comunali in entrata. Infatti, dal rendiconto di gestione del 2016 presentato dall’amministrazione Decaro è risultato che nelle casse del Comune mancano all’appello circa 34 milioni di Euro di residui attivi non ancora riscossi dalla Ripartizione Patrimonio dell’Ente barese. In particolare, si tratta di quasi 24 milioni di Euro che sarebbero dovuti pervenire al Comune dalle locazione attive degli alloggi residenziali pubblici a canone sociale; altri 5-6 milioni di euro per oneri condominali, relativi sempre agli stessi alloggi, non corrisposti dagli inquilini e comunque già anticipati dal Comune; altri 3-4milioni di Euro di fitti attivi per strutture immobiliari non abitative, ossia per locali commerciali, tra cui quelli delle strutture mercatali all’ingrosso ed al dettaglio. In somma, una grossa fetta di inquilini comunali non paga né l’affitto, né il condominio (prevalentemente acqua e luce parti comuni). Fin qui ciò che emerge dalle carte contabili del Comune, ma nei fatti – secondo quanto denuncia il segretario cittadino della Conf.ail-inquilini, Domenico Anaclerio – “la situazione è più tragica” di quello che appare. Infatti, denuncia Anaclerio, “il Comune di Bari riporta nell’ultimo Bilancio consuntivo circa 34 milioni di Euro di credito per canoni attivi e rimborsi condominiali che difficilmente recupererà in futuro e che di questi al massimo potrà recuperarne un 15-20%, perché buona parte di quei crediti è inesigibile in quanto prescrittasi”. E, continuando, il responsabile barese del sindacato inquilini dichiara pure che “è inconcepibile che il Comune continui a portare nel proprio Bilancio crediti fittizi, come quelli innanzi citati, perché sostanzialmente prescritti per un buon 80% perché non richiesti nei dovuti termini di legge, in modo tale da interrompere la prevista prescrizione biennale per gli oneri condominali e quinquennale per i canoni locativi”. Ma la denuncia di Anaclerio sulla gestione del patrimonio comunale da parte dell’amministrazione Decaro (ma evidentemente anche di altre che l’hanno preceduta) non si ferma qui. Infatti, dichiara inoltre il responsabile cittadino di Conf.ail-inquilini, “ Ad alcuni occupanti morosi degli alloggi comunali che chiedono di sanare il proprio debito nei confronti dell’Ente barese di corso Vittorio Emanuele, pagando il dovuto secondo quanto sancito dal Codice civile e confermato dalla giurisprudenza (sentenze di cassazione), gli vengono create tante di quelle difficoltà (o cavilli) sia da parte del proprietario, ossia il Comune di Bari che dall’Arca-Puglia (ex Iacp), gestore dal 2008 della riscossione dei canoni e degli oneri condominiali degli alloggi Erp del Comune barese”. Come? “Vengono richieste somme arretrate addirittura di un ventennio e, quindi, non tenendo conto della intervenuta prescrizione, pur non avendo provveduto all’interruzione dei termini”. Pertanto, anziché chiede il pagamento del “dovuto debito” degli ultimi cinque anni, il Comune di Bari preferisce mantenere in piedi la morosità piuttosto che incassare subito, con un transattivo piano di rientro, il credito recuperabile secondo legge e sentenze di Cassazione per analoghe fattispecie. “Per non parlare poi – rileva ancora Anaclerio – delle somme richieste per presunti debiti condominiali (acqua e luce parti comuni) che vengono richiesti per il solo fatto che il Comune abbia pagato, a richiesta di chi gestisce il condominio, somme di competenza degli inquilini, in quanto proprietario degli alloggi e quindi di co-obbligato, senza aver prima convocato i presunti morosi”. Infatti, rivela Anaclerio, “in alcuni casi è pure capitato che il debito condominiale (pro quota) era stato regolarmente corrisposto dagli inquilini all’amministratore del condominio, che invece aveva richiesto le stesse somme anche al Comune per appianare un debito in realtà inesistente”. Altro caso paradossale denunciato dal sindacalista della Conf.ail riguarda quello di inquilini che, pur avendo versato il “dovuto” al Comune su di un conto corrente indicato dall’addetto in servizio presso la competente Ripartizione comunale, si sono poi ritrovati comunque morosi, perché l’Ente aveva cambiato numero di conto senza avvisare conseguentemente gli interessati al versamento. “E quel che è più assurdo – sottolinea Anaclerio – che pur in presenza di regolare reversale di pagamento – non gli si vorrebbe riconoscere l’avvenuto pagamento” né da parte del Comune, né dall’Arca. Altro annoso problema denunciato dal sindacalista barese degli inquilini comunali è quello relativo ad alcune mancate registrazioni dei contratti di locazione tra il proprietario, ossia il Comune di Bari, e gli “assegnatari” di alloggi Erp. Registrazioni per le quali – carte alla mano – il Comune dovrebbe aver introitato dall’assegnatario anche la quota del 50% ad essi spettante dell’imposta di registro da versare all’Agenzia delle Entrate, senza che però gli inquilini siano mai venuti in possesso di copia dell’atto registrato. Ma le lamentele della Conf.al-inquilini di Bari nei confronti della Ripartizione Patrimonio del Comune riguardano finanche il rilascio, in alcuni casi, della corretta certificazione di occupazione “alloggio sociale” che, in base alla legge n.80 del 2014, in taluni casi dava la possibilità al richiedente di ottenere sgravi fiscali (Irpef ) nelle dichiarazione del reddito. In conclusione, si chiede Anaclerio “Cui prodest?” (ndr – a chi giova?) al Comune di Bari “non riscuotere l’esigibile dai morosi dell’Erp con volontà di pagare e portare, quindi, denaro fresco nelle casse dell’Ente?” La risposta è sicuramente di carattere politico ed amministrativo. “Evidentemente – conclude ironicamente Anaclerio – nel caos gestionale l’Amministrazione comunale barese forse governa meglio clientele elettorali e Bilanci dell’Ente”
Giuseppe Palella
Pubblicato il 11 Ottobre 2017