Cultura e Spettacoli

Perdere due figli… Meglio che tre?

Ha dell’eroico la passione con cui da anni Vitoronzo Pastore, lo storico di Casamassima, si consuma in un capillare lavoro di raccolta di testimonianze relative alle vicissitudini dei soldati italiani nella prima e nella seconda guerra mondiale. Il più recente capitolo di questa saga della memoria, della ricerca storica e dell’omaggio alla verità s’intitola ‘Coraggio e lacrime dalla Russia, 1941-1943’. Edita ancora da SUMA Editore, l’opera ripercorre attraverso documenti originali, in prevalenza cartoline e lettere dal fronte, la tragedia del Corpo di Spedizione Italiana in Russia, poi confluito nell’ARMIR. Diversi i temi che ricorrono in questa mole di corrispondenza. Particolarmente toccante è quello della premura verso i cari lasciati in Italia alle prese col mercato nero e la penuria di beni di prima necessità. Il 21 giugno 1942 da Stalino (già Donec’k, in Ucraina) il Tenente Giovanni Frassoldo scrive alla sua “cara Enrica” (la moglie probabilmente) : “Ieri ho disposto che del mio stipendio £ 2500 venivano pagate a te. Mi restano circa £ 1500 per le spese di mensa e varie. Credo però che il prossimo mese potrò farti eseguire £ 3000 in quanto da spendere qui oltre la mensa non c’è niente”. Il tema dell’indigenza tocca molti. Un bersagliere scrive dalla Romania il 1° agosto 1941 : “Qui i costumi sono come quando eravamo in Jugoslavia, case uguali e anche il luridume… E’ da quando sono partito da Milano che non ho ancora potuto togliermi le scarpe e anche in generale sono alquanto lurido e pensare che non ho potuto portare il sapone… La Polonia mi ha fatto veramente pena, neanche una casa in mattone, tutti indistintamente a piedi nudi e vestiti con pochi cenci sporchi. i bambini abbandonati per strada crescono come delinquenti, non sanno leggere né scrivere. Gli ebrei sono tutti segnati con fasce e stelle gialle e lavorano dalla mattina alla sera per guadagnarsi da mangiare”. Altre volte a casa pervengono missive che sollevano spaventosi casi di coscienza. Un altro bersagliere, Giuseppe Cattaneo, il 1° settembre 1941 da Perwomais’k (Ucraina) manda a dire ai “carissimi genitori… Due giorni fa è stata emanata dal Ministero della Guerra una circolare con  la seguente nota : Chi ha tre fratelli alle armi, uno di loro ha diritto di andare a casa con il consenso dei genitori. Se mi volete a casa, oppure Torquato o Adelmo, dovete voi fare una citazione”. Non è dato conoscere la risposta. E  forse è meglio così. Con che cuore genitori possono disporre la salvezza di un figlio a scapito di altri due ? D’altro canto, in un caso del genere obbedire all’impeto  del cuore asserendo che i figli sono tutti uguali per un padre e una madre equivale alla rinuncia dell’esercizio di un diritto determinante : Invece che tre, perdere solo due figli… Maledetta guerra. E maledetta stupidità umana che ne è genitrice.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 31 Luglio 2021

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