Perplessità e dubbi anche nella maggioranza sul progetto di riduzione delle Asl
Suscita perplessità e dubbi la proposta del presidente della Regione Puglia e detentore anche della delega alla Sanità, Michele Emiliano (Pd), di ridurre le sei Asl provinciali da sei a tre, accorpando in un’unica Azienda sanitaria da un lato Foggia e Bat, dall’altro Lecce, Brindisi e Taranto, e lasciando invariata solo l’Asl Bari, che continuerebbe a conservare l’attuale assetto territoriale. Una proposta, questa, annunciata a livello di idea dal governatore pugliese circa un mese fa alla sua maggioranza, ma che – secondo indiscrezioni – da qualche settima sembra prendere concretamente piede anche all’interno del Dipartimento regionale alle politiche della Salute, insieme ai malumori delle opposizioni presenti nell’Aula di via Capruzzi e, soprattutto, della stessa maggioranza che sostiene il presidente Emiliano in Consiglio regionale. Infatti, il governatore pugliese ha incontrato nel pomeriggio di ieri a Bari i vertici dei gruppi politici di maggioranza per tentare di sciogliere i principali nodi della Sanità pugliese, cominciando verosimilmente proprio da quello che riguarda la riduzione del numero complessivo delle Asl della Puglia. Incontro dettato evidentemente dalla necessità per Emiliano di confrontarsi con i gruppi consiliari di maggioranza prima di proseguire con le iniziative accennate per il settore sanitario pugliese. Il progetto del governatore, secondo indiscrezioni, risponderebbe alla logica di controllare meglio le fonti di spesa e quindi il contenimento dei costi complessivi di gestione della Sanità pugliese. Obiettivo,questo, che secondo il presidente della Regione sarebbe più facilmente raggiungibile con lo scorporo dalla gestione delle Asl dei principali ospedali provinciali, quali il Di Venere ed il San Paolo a Bari, il Perrino a Brindisi, il Fazzi a Lecce ed il Santissima Annunziata a Taranto, in modo da poter poi ridurre, senza eccessivi contraccolpi, il numero delle Asl da sei a tre. In questo progetto di Emiliano una novità importante toccherebbe anche il Policlinico di Bari che si vedrebbe scorporato del Giovanni XXIII, che verrebbe reso Polo pediatrico autonomo e, quindi, gestito da un proprio vertice indipendente dall’Azienda ospedaliera del Consorziale barese di piazza Giulio Cesare. La tabella di marcia di questo nuovo quadro sanitario della Regione Puglia prevede una fase transitoria minima di anno, durante il quale verrebbero messi a punto tutte le fasi preliminari necessarie agli accorpamenti delle predette Asl e quelle degli scorpori dei più grandi ospedali provinciali dalla gestione delle stesse. Nel frattempo il governatore Emiliano dovrebbe procedere comunque alla designazione dei nuovi direttori generali che, poi, devono attuare tale progetto. E quello della nomina dei Dg delle Asl è pure un tema “caldo” all’interno della maggioranza di centrosinistra che sostiene il governatore pugliese che, prima di incorrere in qualche flop in Consiglio sul tema, ha deciso di confrontarsi al proprio interno, convocando una riunione “ad hoc” per chiarire le proprie intensioni sul da farsi, oltre che verosimilmente anche sui nomi che intende mettere a capo delle Asl e dei due poli Ospedalieri pugliesi. Un giudizio negativo senza appello sul riordino che Emiliano intende effettuare nella Sanità regionale è quello dell’esponente di opposizione forzista Nino Marmo, che attualmente è il consigliere con alle spalle il maggior numero di legislature nell’Assemblea di via Capruzzi. E, quindi, è anche il consigliere regionale che forse conosce di più e meglio la “macchina” amministrativa di gestione delle Asl pugliesi. Infatti, ha dichiarato in una nota Marmo: “È profondamente sbagliata l’idea di accorpare le Asl territoriali in tre sole aree della Puglia. Così come fu sbagliato accorpare le Asl logicamente organizzate ai sensi della 502, in Asl provinciali”. Per cui il consigliere di Fi della Bat ha anche esortato Emiliano
ad un ripensamento, “prima che sia troppo tardi”.Infatti, secondo Marmo, il progetto di riduzione delle Asl porterebbe alla costituzione di “enti talmente grandi che saranno ingestibili e incontrollabili, così come si istituiranno una serie di gestioni stralcio per definire il pregresso delle ex Asl. Si ingigantiranno i problemi, soprattutto dal punto di vista della gestione del personale”. “Semplicemente assurdo” – ha definito Marmo l’idea del governatore per le eventuali nuove tre Asl ipotizzate da Emiliano. Come pure “assurdo” per l’esponente forzista è la ventilata rotazione dei Dg delle attuali Asl pugliesi. Infatti, si è chiesto il consigliere legislativamente più anziano dell’Assemblea pugliese: “Perché mai spostarli sei mesi prima della verifica?”, commentando: “Si esamini il loro operato e si spostino oppure non si rinnovino affatto”. Ed ancora: “E’ diventata la Regione dei misteri, dove non si riesce a comprendere, né
tantomeno a condividere, un quadro generale programmatico per la Sanità
pugliese”. E, continuando, ha in fine chiesto: “Qualcuno ci dica, di grazia, a cosa serve nominare Ruscitti al Policlinico (ndr – di Bari) in attesa di trovare il manager che faccia al caso”. Quando, invece, per Marmo sarebbe forse meglio nominare il nuovo quando sarà individuato e quando l’incarico dell’attuale sarà scaduto. “Costa tanto essere lineari?”, oppure – ha concluso Marmo – forse “non c’è altra urgenza della quale occuparsi in questo momento”. Vicende, queste, che – ha esclamato l’esponente forzista – “Sembra il teatro dell’assurdo!”. Tutti rilievi, interrogativi ed obiezioni su cui concordano anche altri esponenti regionali e non tutti forse di opposizioni, ma su cui, però, molti non si sono ancora espressi apertamente.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 26 Settembre 2017