Cronaca

Pet Tac mobile: 2 milioni di euro per arricchire i privati

Sanità ancora nel mirino del Gruppo Movimento Schittulli-Area Popolare (primo firmatario Gianni Stea) che ieri ha presentato un’interrogazione ‘urgente’ al Presidente della giunta regionale e Assessore alla Sanità Michele Emiliano, sul mancato funzionamento e sui costi che comporta la Pet Tac mobile in uso al Policlinico di Bari.

“La sanità pubblica pugliese presenta un sostanziale deficit di Bilancio, che combinato ai nuovi tagli e parametri imposti dal Ministero produrrà un nuovo Piano di Riordino Ospedaliero che avrà drammatiche ripercussioni sulla comunità pugliese. E proprio la carenza e limitatezza delle risorse a disposizione dovrebbero indurre gli addetti ai lavori a intervenire innanzitutto sugli sprechi e a operare una razionalizzazione dei servizi e delle prestazioni erogate, all’insegna della produttività e dell’efficienza” spiega Stea. “Una delle voci che maggiormente incidono nel disavanzo dei conti pubblici, in merito, è quella relativa al fenomeno della ‘mobilità passiva’, un numero sempre crescente di cittadini che per scelta e soprattutto per necessità sono costretti a rivolgersi a strutture fuori regione per ovviare alle lunghissime liste d’attesa, e ottenere diagnosi e prestazioni in linea con le necessità e aspettative. Una beffa oltre al danno, perché ai soldi pubblici che finiscono comunque in altre Regioni si devono aggiungere e considerare le spese e i disagi che gravano su malati, pazienti e sulle loro famiglie”, ricorda ancora Stea.

“Il Policlinico di Bari, una delle più importanti realtà ospedaliere della Puglia, dato il numero crescente di malati oncologici e persone in attesa di una diagnosi per loro particolarmente importante, considerate le ripercussioni sulla salute, dal 2006 è costretto ad avvalersi di un servizio esterno per garantire il servizio diagnostico di Pet-Tac. Il solo noleggio del macchinario mobile comporta l’esborso di 2,5 milioni di euro all’anno; mentre l’acquisto di un analogo macchinario, tecnologicamente più avanzato e ovviamente meno soggetto a rischi di guasti e avarie di varia natura, comporterebbe invece la spesa di 4 milioni: una spesa che potrebbe essere considerata un investimento, alla luce del costo del noleggio” continua.

“Secondo quanto segnalato da numerosi utenti, il macchinario è da settimane in riparazione. E il guasto non riparato produce come ovvia conseguenza la dilatazione oltre ogni limite di tolleranza delle liste d’attesa (data la delicatezza dell’ambito), e/o la necessità di rivolgersi altrove”. Da qui l’interrogazione urgente a Emiliano per conoscere “se è a conoscenza di quanto sta accadendo al Policlinico di Bari, in merito alla vicenda sollevata; e se e come intende intervenire, tempestivamente, d’intesa con i vertici aziendali, per fermare questo scempio di risorse pubbliche, garantire il ripristino del servizio e delle prestazioni erogate e arginare il fenomeno della mobilità passiva dalla Puglia verso altre regioni. E magari provvedere all’acquisto di una nuova attrezzatura diagnostica piuttosto che continuare con un noleggio che si sta rivelando particolarmente costoso e controproducente” la conclusione. E l’apertura del grande reparto decantato all’interno del Policlinico per far funzionare finalmente l’acceleratore lineare e la nuova banca del sangue? Da quanti anni vertici dell’azienda consorziale guidata da Vitangelo Dattoli ne parlano trovando ogni volta una scusa diversa per rimandarne l’apertura? Chissà se hanno davvero una coscienza, costoro…

 

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 18 Febbraio 2016

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