Cronaca

Piano industriale 2022-2026: occasione da non perdere alla Natuzzi

E’ trascorsa quasi una settimana dall’ultimo incontro tra Ministero dello Sviluppo Economico, Invitalia, Regioni Puglia e Basilicata, organizzazioni sindacali e vertici della ‘Natuzzi Spa’, la multinazionale del divano in Puglia. Nell’occasione, quest’ultima ha presentato il Piano industriale per il quinquennio 2022-2026, come nelle attese di tutti per decidere le strade da intraprendere per la ripresa piena della produzione. E Cobas del Lavoro Privato non s’è lasciata sfuggire l’occasione per esprimere un giudizio positivo, rispetto ad alcuni aspetti del Piano industriale e purtuttavia, allo stesso tempo, ha rigettato e considerato inaccettabili alcune ipotesi avanzate dall’azienda. E andiamo subito al sodo: il sindacato autonomo ‘Cobas-Lp’ innanzitutto ha apprezzato gli ingenti investimenti programmati per difendere i livelli occupazionali in Italia, aprendo circa quattrocento nuovi punti vendita nel mondo, soprattutto in estremo Oriente. Apprezzamento i sindacati autonomi anche sul rientro di commesse dalla Romania, con l’impegno aziendale a non aprire procedure di licenziamento, ma a gestire gli esuberi in modo non traumatico e servendosi di strumenti messi a disposizione dalla legge, quali sono i prepensionamenti in prima battuta. E veniamo ai punti dolenti, a cominciare dall’esclusione della collaborazione nel percorrere ipotesi quali l’organizzazione della produzione in tre turni giornalieri e la riduzione dei siti attivi, con la chiusura dello stabilimento di Graviscella. Insomma, il coordinamento Cobas del Lavoro Privato ha ribadito che i livelli occupazionali in “Natuzzi Spa” vanno senza dubbio difesi, ma solo e soltanto valorizzando il lavoro. E non certamente peggiorando le condizioni di vita dei dipendenti, come sarebbe l’istituzione di un terzo turno produttivo in orario notturno. Nei prossimi giorni i sindacalisti autonomi si confronteranno anche coi lavoratori, per poi continuare i negoziati con azienda e istituzioni, con l’obiettivo di arrivare a esuberi zero in Natuzzi Spa. Che attualmente dovrebbe contare su poco meno di cinquecento addetti, su una forza lavoro complessiva di circa 2 mila dipendenti, fuori dai cicli produttivi, in quanto l’azienda li considera esuberi all’interno dell’area salotto e, dunque, in attesa di riprendere il percorso riqualificante, per lavorazioni in merito alla componentistica occorrente alla produzione dei divani. Intanto sembra di poter dire che, nonostante si lavori oltre le quaranta ore contrattuali, non si riesce a soddisfare le commesse dei mercati, per cui l’azienda tra le altre cose starebbe ancora elaborando un nuovo sistema premiale, idoneo a recuperare i ritardi che si registrano nella consegna degli ordini provenienti dai clienti. Ed ecco infine che dalla necessità nell’applicare un principio di semplice razionalità, richiamando in produzione gli addetti in Cassa integrazione, si passi direttamente in azienda alla diminuzione dei costi, obiettivo che la società santermana da tempo annuncia, non senza la collaborazione di sindacati e parti sociali.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 8 Marzo 2022

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