Cronaca

Piazza Umberto: “Non stravolgete il nostro giardino storico”

La città di Bari avrà una grande trasformazione nei prossimi anni per i “grandi lavori”  che l’Amministrazione Comunale intende realizzare attraverso i PNRR, tra i quali la forestazione a Loseto, il Nodo verde, il porto turistico a San Cataldo, il Parco del Castello, la riqualificazione di Piazza Umberto I. A proposito di quest’ultima opera, la Consulta per l’Ambiente, organo del Comune di Bari che si occupa di territorio, sviluppo urbano, verde e inquinamento esprimendo pareri consultivi su progetti, iniziative e problematiche di carattere ambientale, una decina di giorni fa ha inviato all’Amministrazione alcune osservazioni sul progetto preliminare di “riqualificazione del giardino storico di Piazza Umberto”, già approvato in Giunta, ma senza tener conto dei suggerimenti indicati dalle associazioni ambientaliste. Figurarsi. Ma restiamo ai fatti e soprattutto al progetto di restauro di Piazza Umberto, è stato il Politecnico di Bari a coordinare alcuni incontri con le associazioni, a cui hanno aderito anche i cittadini e la stessa Consulta, condividendo un documento finale per i lavori di restauro del giardino storico e del suo impianto arboreo. La Consulta, al riguardo, ha ribadito che, nel caso di giardini storici qual è Piazza Umberto, è necessario riprendere i principi enunciati  nel “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (comma 1 e 2 del Dlgs 42/2004 e art.10 lettera f. “le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico e storico”) per cui,  pur essendo favorevole a quei lavori di restauro, ha sottolineato l’importanza della tutela degli aspetti compositivi della piazza con  alcune indicazioni. Quali? Innanzitutto conservare e ripristinare il patrimonio floristico andato perduto (19% del patrimonio verde pari a n.115 elementi) evitando l’inserimento di essenze diverse dalle originarie anche in caso di sostituzione di quelle malate e/o mancanti. <<L’autenticità di un giardino storico concerne sia il disegno delle sue parti che la scelta degli elementi vegetali e, pertanto è necessario conservare forme ed essenze delle siepi reintegrando quelle mancanti con utilizzo di specie originali (Ligustrum vulgare e/o Pittosporum tobira) e ove necessario sostituire le essenze rispondenti alle specifiche esigenze manutentive. Dalla catalogazione e censimento effettuati nel febbraio 2021 -si legge nel documento che la Consulta all’Ambiente ha inviato al Palazzo di Città – ad opera dell’Associazione “In difesa del Verde e dei Giardini Storici” e del FAI risultavano presenti n.178 elementi di Ligustrum vulgare, n. 2470 di Pittosporum tobira e i cordoli sul perimetro di tutte le aiuole come si evince dalle foto storiche>>. Ed è stata evidenziata pure la necessità di rispettare gli elementi costruiti e decorativi del giardino storico in pieno centro città a Bari, senza apportare variazioni alle forme planimetriche originali delle aiuole, come si riscontra nel progetto preliminare in cui sono state modificate e ridotte tre aiuole: una adiacente alla “palazzina servizi” probabilmente per far posto alla scala a chiocciola del playbar, un’altra retrostante l’edicola dei libri remainder (per effetto dell’arretramento dell’edicola) ed una terza tra la statua e il filare di lecci. La pavimentazione deve essere permeabile, con coefficiente di deflusso dello 05 e di colore chiaro senza creare disegni o motivi grafici che non appartengono alla storicità della piazza. Per la Consulta si renderebbe inoltre necessario procedere al rifacimento dell’impiantistica (illuminazione e irrigazione) dotando la piazza di sotto servizi che consentano la canalizzazione degli impianti dalla tipologia ecosostenibile e in modo particolare riprogettare un nuovo sistema di convoglio delle acque meteoriche per l’irrigazione. I corpi illuminanti e gli elementi di arredo devono essere ovviamente adeguati alla storicità del luogo così come il restauro della “goccia del latte” deve mirare alla conservazione dei caratteri architettonici esistenti. E la palazzina servizi? Potrebbe divenire un caso esemplare di tetto verde per microclima, architettonicamente integrata nel contesto con un minimalismo che rispetti la storicità del luogo eliminando, come si evince dal progetto, sia  la struttura esterna in cemento  per racchiudere la scala a chiocciola che l’ascensore. La caratteristica sobrietà del giardino storico non deve essere alterata da elementi di disturbo quali lo scivolo per il gioco dei bambini che scende dalla copertura e si snoda intorno alla palazzina-servizi. <<Poiché il giardino di Piazza Umberto è un bene prezioso, un’importante tappa culturale e irripetibile per la città, si ravvede la necessità di proteggerlo con un impianto intensificato di videosorveglianza e con una presenza continua di forze dell’Ordine per la sicurezza dei cittadini e dei turisti che transitano all’interno del giardino, meta spesso di spacciatori e vandali>>, insiste la consulta. Augurandosi che il giardino non sia più utilizzato per fiere e mercatini che contrastano col concetto di tutela e salvaguardia e che non vengano più installate piste di pattinaggio su ghiaccio e ruote panoramiche in prossimità dell’Ateneo. Insomma, la valorizzazione del giardino dev’essere di tipo culturale attraverso un percorso tematico a carattere didattico, magari con l’installazione di cartelli tassonomici (descrizione e classificazione dei singoli organismi vegetali). Per concludere: il giardino storico diventa monumento, vive nelle forme ed elementi con cui è stato creato e sedimentato, tramite la cura dell’uomo. Firmato: Consulta per l’Ambiente del Comune di Bari.

Francesco De Martino


Pubblicato il 22 Aprile 2022

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