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Piazza Umberto: un degrado strumentale in previsione di una costosa riqualificazione?

Riuscita manifestazione lo scorso sabato per dire no  al degrado e all’incuria in cui versa ormai da tempo la centralissima piazza Umberto. Una ritrovata partecipazione dal basso, ed un pacifico confronto di idee  su come agire per restituire la dignità perduta alla piazza,  da svariati decenni punto di ritrovo per intere generazioni di baresi. Oltre un centinaio di cittadini, commercianti e residenti nella zona,ragazzi, bambini ed uomini di buona volontà dotati di enormi sacchi per la spazzatura abbandonata da raccogliere, si sono dati appuntamento in piazza Umberto  per protestare contro lo stato di degrado e di abbandono in cui versa  lo storico giardino barese. Numerose le associazioni cittadine e non, fra queste anche la Fai , presenti alla manifestazione ,  che  hanno deciso di far sentire all’unisono la propria voce  in difesa  di quel verde storico.  Il presidente del  comitato organizzatore  della manifestazione  , Lorenzo Scarcelli ,ha ribadito l’assoluta apartiticità dell’iniziativa finalizzata, secondo le sue dichiarazioni, ” al recupero ed al restauro di piazza Umberto ,e  al rispetto del patrimonio vegetale presente nei giardini. Per questo – ha concluso  Scarcelli – abbiamo invitato i cittadini a sottoscrivere una petizione presso la sede della Fidas (Federazione Italiana Associazioni Donatori Sangue, presente  all’interno  dei giardini ndr) che sarà inoltrata agli amministratori. A  quella odierna seguiranno altre manifestazioni” . E di politici  alla colorata iniziativa ,condita da momenti musicali e di intrattenimento con numerosi attivisti che ripulivano ed abbellivano le aiuole, se se sono visti  decisamente pochi,forse perchè   non era più utile la liturgia per telecamere  una volta terminata la campagna elettorale. A parte il sempre disponibile consigliere circoscrizionale Stefano Milano  ed il presidente della stessa circoscrizione – la IX Murat  San Nicola – Mario Ferorelli, erano presenti solo l’europarlamentare finiano  Salvatore  Tatarella, l’assessora  comunale all’ambiente  Maria Maugeri ed il presidente del consiglio regionale pugliese Onofrio Introna . ” Sono qui a titolo personale ,ma anche in qualità di amministratore pubblico  – ha detto Introna ai cronisti –  in questi giardini ho tanti ricordi , da bambino mio padre mi raccontò la storia  del monumento, sono affezionato a questi luoghi”.  Onofrio Introna ,che ricoprì negli anni ’80 il ruolo di assessore comunale   ai lavori pubblici nella giunta De Lucia ,ha ricordato  il suo impegno per  il verde pubblico di piazza Umberto  quando fu  deciso di cambiare le panchine in legno con quelle attuali in cemento.  ”  Non fu possibile recintare questa zona perchè è una piazza di collegamento, la cosa fu possibile invece per piazza Garibaldi” ha concluso il presidente del consiglio. Per la pugnace  docente universitaria di Storia Comparata dell’Arte dei Paesi Europei, prof.ssa Mimma Pasculli Ferrara , piazza Umberto deve rinascere senza perdere la propria autenticità, ritornando ai fasti di un tempo con il recupero ed il ripristino delle sue strutture,delle  siepi , con una  adeguata  illuminazione e pavimentazione (attualmente una parte della piazza è asfaltata ,forse in barba al vincolo della Sopraintendenza). Ma ciò che più preme   alla docente è la tutela e la salvaguardia di quelle  180 tra piante ed alberi  che adornano  quegli spazi  .  La professoressa,vice presidente dell’Associazione in difesa del verde pubblico e dei giardini storici, è  stata  coautrice della pubblicazione ” Bari e il suo ateneo – 1866 – 1935 “,  un libro che custodisce suggestivi scatti in bianco e nero  di una  Bari d’altri tempi, che testimonia e documenta di una attenzione agli spazi cittadini ormai dimenticata, regalando al lettore  un tuffo nel passato  che suscita sensazioni di struggente nostalgia. Ed è proprio in quelle foto che è possibile rivedere gli antichi splendori  di piazza Umberto, dell’Ateneo e di parte del centro murattiano. L’attuale realtà  è purtroppo ben differente ;sporcizia, degrado,incuria , pericolosità sociale  a causa degli spacciatori ,in prevalenza extracomunitari , assillano  da tempo i cittadini, privi nel cuore del centro cittadino  di un polmone verde e di uno spazio di aggregazione del quale sono stati violentemente e proditoriamente spogliati . Una situazione non più sopportabile che, a detta di qualcuno, potrebbe anche avere finalità  carsiche.  La riflessione pone ,infatti, un interrogativo inquietante: e se il degrado che persiste da tempo in piazza Umberto fosse per certi versi strumentale  ai fini  o in previsione di una riqualificazione, ovviamente costosa ,di parte dei giardini, che  sicuramente stravolgerebbe l’assetto storico ed architettonico dei luoghi, in relazione anche al progetto multimilionario che riguarda il salotto buono della città ,ovvero via  Sparano?La mancata manutenzione del verde, ad esempio, lamentata da molti residenti, avrebbe una duplice e perversa finalità: risparmiare sui costi di gestione e fornire un appiglio giustificativo  per la  rimozione degli alberi  ( una recente legge tutela,invece, gli alberi  in quanto  monumenti vegetali) a causa del loro stato fatiscente e  di abbandono.  Semplice malignità, inutili congetture,idee bislacche  o improduttivi voli pindarici? Può darsi.  Torna, però ,alla memoria la vicenda di Punta  Perotti, allorquando  qualche amministratore asserì che per riqualificare quella zona di lungomare , forse lasciata volutamente  in quelle condizioni  da decenni  ed  in preda all’incuria più assoluta,  aerea in cui ” si bruciavano gomme d’auto e stazionavano prostitute “, la realizzazione di quell’eco mostro forse sarebbe stata una soluzione ottimale. Come a dire, secondo la filosofia di qualche palazzinaro locale ( con relativo referente istituzionale),  che al degrado bisogna opporre sempre  il cemento . Ma i voli pindarici,si sa, alimentano solo innocenti o perverse fantasie.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 5 Marzo 2013

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