Cronaca

Piccioni baresi, gli highlanders

Continua in città la guerra ai piccioni. Una guerra che ci vede perdenti. Spray, dissuasori plurispillo, apparecchi ad ultrasuoni e nastri di carta rifrangente non hanno prodotto risultati migliori di rimedi caserecci come strisce di plastica nera che svolazzano appese alle ringhiere dei balconi o riproduzioni in plastica di rapaci a dimensioni naturali. La tecnologia gioca allora al rialzo puntando su dissuasori più raffinati. E’ arrivata così una sostanza gelatinosa trattata con menta e peperoncino da applicare dove i piccioni nidificano. Poi è stata la volta del mais contenente una sostanza che inibisce la funzione riproduttiva. Tutto inutile. Esasperati, alcuni cittadini giocano sporco preparando esche avvelenate. Soluzione moralmente riprovevole, oltre che condannata dalla Legge, e comunque a scarso ‘rendimento’. Allora? L’unica resta il ricorso ai rapaci (che già in servizio al Karol Wojtyla stanno dando eccellenti risultati). Ma se gestire un piano-falchi in aeroporto è facile, le cose si complicano in area urbana. I rapaci hanno un senso fortissimo del territorio. Se un condominio si prestasse alla ‘assunzione’ di un astore o di un nibbio, gli inquilini dovrebbero rassegnarsi a non mettere più piede sul terrazzo per non disturbare l’animale. E poi bisognerebbe distribuire i nidi in modo da assicurare ad ognuno di questi ‘dissuasori naturali’ il necessario spazio vitale, giacché farli entrare in competizione equivarrebbe a fare il gioco dei colombi. La cosa resta comunque fattibile, va perciò presa in considerazione, anche perché, restando in tema di pennuti, a creare problemi non sono soltanto i colombi. L’espandersi inarrestabile di Bari ha ‘catturato’ nelle campagne antropizzate numerose specie di volatili che, piegati a questa forma di inurbamento passivo, sono divenute stanziali. Sicché ora a contendere ai piccioni le fonti alimentari che la città offre è una quantità imbarazzante di passeri, gazze, cornacchie, tortore, storni… senza dimenticare i soliti gabbiani. La persistente siccità espone la città all’ennesima minaccia igienica. Le deiezioni dei volatili non hanno sulla coscienza solo i danni arrecati a monumenti, panni stesi e carrozzerie di autovetture. Sono l’habitat di zecche, pulci ed acari responsabili di salmonella, influenza aviaria ed altre malattie. Già la città vive sotto lo schiaffo di circa quarantamila cani, i cui escrementi vengono rimossi solo in minima parte. Dal momento che perseguire i proprietari scorretti è di fatto impossibile (al massimo ne beccano uno su cento), si contrasti almeno, e con rimedi naturali, l’invadenza dei volatili.

 

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 29 Giugno 2017

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