Cultura e Spettacoli

Piedi nudi e cocci di vetro

Chissà come girava nel passato più remoto, quando la società era matriarcale. Le donne abusavano del loro potere a scapito degli uomini? Non lo sapremo mai. La Storia, corrispondente a non più di un quattromila anni, documenta il primato di un solo genere. La realtà resta dunque uno strapotere esecrabile – negli aspetti plateali come in quelli sottili – e che torna a disdoro dei peggiori rappresentanti della compagine maschile (benché fare di tutt’un’erba un fascio divenga in taluni momenti tentazione irresistibile…). Compresa della necessità di denunciare tanto sconcio, Ilaria Cangialosi si batte da alcuni anni con un suo spettacolo. L’ultima replica di ‘scAlzati’ (Compagnia AnimeLente), spettacolo che già il pubblico del Nuovo Abeliano ebbe modo di apprezzare tre anni fa, è andata in scena giovedì scorso nell’Auditorium di Officine Ufo/Laboratorio Urbano, a Casamassima. Con un innesto importante (Angela Iurilli al posto di Annalisa Legato) e qualche modifica fra scene e testi,  ‘scAlzati’ ha raccolto ancora consensi. Una serie di quadri di sofferenza femminile a firma di autori vari, tutti ispirati a storie vere e questa volta amalgamati senza schematismo, illustra uno stato di cose che sembra immutato dai tempi dell’Antico Testamento. Il miglior trasformismo della Iurilli, che ben si coniuga con la solida presenza scenica della stessa Cangialosi, assegna un colore più sapido a questa variegata galleria di ritratti (la beghina, la squillo, la sposa bambina, la donna reclusa…). Incorniciano questo campionario della sofferenza successi della canzone nazional-popolare degli anni cinquanta-sessanta : ‘Non ho l’età’, ‘Però mi vuole bene’, ‘Papaveri e papere’, ‘Mi sono innamorato di te’… Hit canticchiati con la stessa leggerezza con cui casalinghe, operaie e contadine pre-Sessantotto alleggerivano fatiche ingrate e misconosciute nell’inconsapevolezza di contenuti discriminatori, quando non odiosi (e la seleziona della Cangialosi ha scansato il tristissimo ‘T’è piaciuta’…). Nell’insieme, un lavoro meglio confezionato rispetto a quello visto nel 2015 al Nuovo Abeliano. Con questo ‘scAlzati’ Ilaria Cangialosi va ad infoltire i ranghi di un esercito di donne ‘resistenti’, tenacemente coese ma ancora sconfitte. A dispetto di denunce, azioni preventive e qualche condanna esemplare, il dramma della condizione femminile, questo camminare a piedi nudi su cocci di vetro, non offre ancora segni d’esaurimento. Ma la metà, per quanta lontana, non è irraggiungibile. Sacrifici, parole di condanna e gesti reattivi non possono cadere nel vuoto. Insistere – con tenacia, con pazienza, anche con astuzia – è parola d’ordine. Cosa disse la goccia alla roccia?

Italo Interesse

 


Pubblicato il 29 Maggio 2018

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