Cultura e Spettacoli

Pietra di Puglia, forza e calore

Solo da pochi anni il prodotto lapideo nostrano sta ottenendo i riconoscimenti che merita. Iniziative come l’Apulia Marble Award, premio internazionale volto a valorizzare e promuovere l’uso in architettura dei marmi e delle pietre estratte in Puglia, confermano questa inversione di tendenza. Ugualmente, anche in passato la pietra pugliese ha conosciuto estimatori oltre i confini regionali. E’ poco noto infatti che a Forlì, nel centralissimo Piazzale della Vittoria si leva un imponente  monumento alla Vittoria o ai caduti della Grande Guerra realizzato in pietra dorata di Trani. Progettato dall’architetto Cesare Bazzani, il monumento, al quale si cominciò a lavorare il 15 marzo 1932, venne inaugurato a tempo di record il 30 ottobre dello stesso anno (la fretta si spiega con la necessità di festeggiare il decimo anniversario della Marcia su Roma). E’ alto complessivamente 32 metri, di cui 22 sono occupati da una colonna dorica ; in cima a questa svetta una scultura in bronzo di Marescalchi. Due blocchi cubici contornano la base della colonna e recano bassorilievi del Boifava che rappresentano i principali momenti della vita degli eroi : l’attacco, la difesa, il sacrificio e il trionfo. Alla base della colonna si apre una cappella votiva da cui si accede a una scala a chiocciola che porta alla sommità del monumento. Spostandoci leggermente più a nord, ritroviamo la pietra di Trani impiegata a Como per l’edificazione di uno dei più interessanti edifici del razionalismo italiano. Progettata da Giuseppe Terragni nel 1932, la Casa del Fascio (oggi sede del Comando e del Museo della Guardia di Finanza) venne realizzata nel 1936. L’edificio ha la forma di un grande parallelepipedo formato da superfici di geometria pura: su un lato di 33,20 metri, per un’altezza dimezzata, si dispongono parti piene e parti vuote, che scandiscono un essenziale ma efficace gioco architettonico dai suggestivi effetti chiaroscurali e di trasparenza. I materiali sono disposti in forme che creano linee parallele e ortogonali, che rendono armonioso l’insieme. L’uso del marmo di Trani è particolarmente apprezzabile all’interno, nell’atrio, dove si affacciano gli ambienti principali : la sala del Direttorio, gli uffici e i ballatoi distributivi. Il caldo colore del nostro calcare risalta per effetto della luce che si riversa dalle diciotto porte vetrate affacciate sull’atrio e dalla copertura dell’intero ambiente, realizzata con velari in vetro/cemento tra cui è posta una lunga lastra di vetro che permette di intravedere la montagna di Brunate. In origine, l’interno e l’esterno dell’edificio erano decorati da pannelli in cemento colorati con soggetti astratti, immagini di propaganda e spazi vuoti montati su telai in vetro che una volta incorniciavano opere di Mario Radice e Manlio Rho, oggi perdute.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 9 Maggio 2013

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