Pinelli: “Tasso di definizione delle pratiche del Csm su del 30%”
Visita agli Uffici giudiziari di Bari e Taranto del vice presidente del Csm
Tappa barese del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli, in tour in Puglia per una serie di visite negli uffici giudiziari della nostra regione. A Pinelli, che era accompagnato dai consiglieri Carbone e Chiarelli, nel corso dell’incontro con i magistrati baresi, il presidente della Corte d’Appello, Franco Cassano, ha dichiarato: “La visita del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli, qui in Puglia, è un evento che avvicina le istituzioni ai magistrati”, poiché – ha sottolineato Cassano – “uno dei problemi della magistratura, in questo periodo, è un innegabile distacco tra i giudici e l’istituzione che ne assicura la vita. Un distacco che è una iattura, perché è foriero di innumerevoli mancanze”. Infatti, continuando, il presidente della Corte d’Appello di Bari ha affermato: “Abbiamo sentito il Csm lontano per una serie infinita di ragioni: l’abbiamo vista come una istituzione oscura, con prassi non interpretabili, che danno luogo a decisioni non sempre prevedibili. Poi ci sono ricadute istituzionali: è cresciuta l’influenza del ministero della Giustizia, ma senza che i magistrati venissero coinvolti nelle decisioni prese. La disattenzione del Csm e la crescita del ruolo del ministero è stata eclatante: quando è stato istituito l’ufficio del processo, ad esempio, il Consiglio non è stato minimamente considerato”. Cassano si è poi soffermato ad elencare alcuni particolari problemi sentiti dalla magistratura barese ed ha rilevato: “È inaccettabile che siano i magistrati a occuparsi delle vicende amministrative relative, ad esempio, agli appalti delle attività interne agli uffici giudiziari come bar e poste. Gli uffici apicali delle sedi periferiche sono stati sostanzialmente trasformati in strutture decentrate del ministero della Giustizia, e su questo il Csm non ha battuto ciglio. Andrebbero istituite apposite strutture decentrate del ministero, e non lasciare che siano i magistrati ad occuparsi di determinate questioni”. Pinelli nel suo intervento barese negli uffici della Corte d’Appello ha poi affermato: “Siamo qui per cercare di capire le problematiche delle varie sedi giudiziarie e per dare un segno di presenza del Csm, anche per colmare quella ‘distanza’ a cui ha fatto riferimento il presidente della Corte d’appello di Bari, Franco Cassano”. Il vice presidente del Csm ha anche aggiunto che “è il momento di riportare il Csm alle sue funzioni costituzionali, cioè quelle di amministrazione della giurisdizione e di garanzia dell’autonomia dell’indipendenza della magistratura”. Proseguendo, Pinelli ha detto: “Credo molto in questo, e credo anche che l’istituzione ‘lontana’ cui ha fatto riferimento il presidente Cassano fosse la conseguenza di una perdita del senso proprio della sua funzione costituzionale. Il Consiglio è impropriamente diventato, nel tempo, un luogo di rappresentanza politica e non di esercizio dell’amministrazione, che ha determinato una lontananza dalla vita dei magistrati sul territorio”, sottolineando che “la principale funzione del Consiglio deve essere quella di dare risposte ai magistrati sui territori, perché lavorino con risorse e mezzi adeguati” ed assicurando che “gli uffici giudiziari non sentiranno la lontananza di questo Csm”. La seconda tappa delle visite che Pinelli sta compiendo negli uffici giudiziari pugliesi è avvenuta a Tarando dove, a proposito della carenza degli organici della magistratura, il vice presidente dell’Organo di autogoverno dei giudici ha dichiarato: “Quattro anni dal concorso all’ingresso in carriera dei nuovi magistrati sono troppi. Solo un’accelerazione delle procedure può invertire la tendenza. Il Ministero sta affrontando il tema con grande attenzione, come indiscutibilmente è emerso dalle interlocuzioni istituzionali già avviate nella materia”. Nel corso dell’incontro incontro con i magistrati ionici, a Pinelli sono state manifestate “le difficoltà logistiche, edilizie e le carenze di personale amministrativo di tutti gli uffici della Corte d’appello distaccata, comprese le limitazioni di organico che portano Taranto ad una carenza numerica superiore alla media nazionale”. Circostanza che – è stato sottolineato – “obbliga i magistrati tarantini ad una mole di pratiche pro capite superiore di 3 volte a quelli di uffici giudiziari di più grandi dimensioni”. Durante l’incontro, i rappresentanti del Csm hanno anticipato di aver preso nota delle difficoltà rappresentate dai magistrati e si sono impegnati a cercare soluzioni tempestive per quanto di competenza dell’organo di governo autonomo della magistratura. I rappresentanti dell’organo che ha sede nel Palazzo romano del Marescialli hanno anche assicurato “che il Consiglio si farà portatore presso il Ministero della Giustizia delle criticità in relazione alle materie di competenza di quest’ultimo, nell’ottica di una virtuosa collaborazione istituzionale, volta al perseguimento dei comuni obiettivi di efficienza del sistema giustizia”.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 6 Maggio 2023