Pinocchio, il dazio della menzogna
Pinocchio nasce ‘bambino’ e al termine delle ben note vicissitudini – durate grosso modo una dozzina d’anni – si riscopre “un ragazzo come tutti gli altri”. Tu immagina invece la sorpresa, anzi la delusione dell’ex burattino, una volta sgusciato dal bozzolo di legno, nel ritrovarsi diversamente da come fra le righe e in più occasioni gli era stato profetizzato ora dalla Fata Turchina, ora dal Grillo Parlante. Ovvero, non splendida crisalide, non un florido ‘ragazzo’ bensì un uomo maturo, con pochi capelli, rughe e altri segni del tempo. Tale percezione è figlia dell’espressione stanca e stranita con cui Lino De Venuto si liberava del chilometrico naso al termine di ‘Altalena, la stanza di Pinocchio’ (un adattamento a firma di Gianfranco Groccia e Giambattista De Luca andato in scena la settimana scorsa a Casa di Pulcinella). De Venuto faceva pensare ad un attore della vecchia guardia che mette fine alla propria carriera deponendo la maschera del proprio cavallo di battaglia, il personaggio con cui ha furoreggiato per una vita, quindi si guarda attorno stancamente, ancora intontito dagli applausi e s’interroga : Davvero è passata una vita?… Tornando ad un Pinocchio che dovesse riscoprirsi ‘incarnato’ ma pure inopinatamente invecchiato, a questo punto l’ex burattino concluderebbe che peggiori dei bambini sono i ‘grandi’. E già, loro e le promesse : Quando sarai grande anche tu, capirai. E per sopramercato : Se fai il bravo, vedrai… Vedere cosa?… Davvero solo Pinocchio è un bugiardo? s’interroga Groccia. Qui sorge il sospetto che i primi bugiardi siano proprio loro, i grandi, questi altri sepolcri imbiancati, e che Pinocchio sia un truffato… Di qui l’intento di Groccia di giustificare il faticoso e seriale ricorso alla menzogna che Pinocchio fa, quasi un dazio necessario a sdoganarsi dall’infanzia per accedere all’età adulta. Non c’è dunque ragione di dare spregiativamente del bugiardo a Pinocchio se da sempre il mondo applaude Ulisse, campione di menzogna e uomo ‘grande’ al quale il naso rimase tale e quale fin oltre il ritorno ad Itaca. Accedere all’età adulta, dicevamo. Misero guadagno, peraltro al prezzo, povero Pinocchio, di un rapporto conflittuale e altalenante col povero Geppetto. Groccia sottolinea quest’ultimo aspetto facendo d’un altalena, su cui nessuno siede, l’elemento centrale della scenografia. ‘Altalena…’ è allestimento dal gusto adulto, festaiolo e tumultuoso. Particolarmente pregevoli taluni momenti. Su tutti, l’esibizione di Pinocchio-somaro al circo. Il buon Lino De Venuto era avvolto dall’entusiasmo contagioso di Paolo Comentale, Nicola Borreggine, Giambattista De Luca, Isa Gigante, Ada Interesse, Emanuella Lomanzo, Vitangelo Pugliese, Caterina Rubini, Michele Scarafile e Anna Volpicella. regia e scene di Gianfranco Groccia. Fonica e luci : Nicola Santamato. Trucco : Elisabetta Tansella.
Italo Interesse
Pubblicato il 19 Aprile 2018