Cultura e Spettacoli

Pinocchio l’avventuroso, che schianto

Il ‘Pinocchio’ firmato da Comencini nel 1971 è stato l’ultimo acuto della grande stagione degli ‘sceneggiati’ televisivi della RAI. Fu un grande successo a decretare il quale concorsero, con una regia efficace e un cast d’eccezione (Gina Lollobrigida, Nino Manfredi, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Lionel Stander….), le musiche di Fiorenzo Carpi. Con piacere abbiamo riascoltato queste ultime due giorni fa a Villa Romanazzi Carducci in occasione del secondo appuntamento della XVII stagione del Collegium Musicum. Una serata dedicata a ‘Giochi e favole in musica’ che ha visto il complesso diretto da Rino Marrone misurarsi con la briosa partitura di Carpi mentre il solito, simpatico Elio Pandolfi drammatizzava da par suo (anche ‘toscaneggiando’) una trentina di stralci dell’opera collodiana. Una selezione efficace che ha consentito nel giro d’un’oretta di scorrere per intero il capolavoro di Lorenzini senza avvertire sensi di vuoto o d’incompleto. Una lettura diversa da quella che a bimbi fortunati possono aver riservato – a letto prima di prendere sonno – genitori sensibili, e non solo per il fatto che di mezzo c’era il talento di un mostro sacro del teatro italiano, quanto per la diversa ‘percezione’ del testo sulla base delle suggestioni create dalle note pimpanti e serene di Carpi in accompagnamento all’episodio di Mangiafuoco, del Gatto e la Volpe, del pescecane o d’altre “chicche consimili”, per dirla con l’Autore. E che spettacolo nello spettacolo scorgere adulti e bambini (quanti ce n’erano) ripetere mormorando a labbra socchiuse battute entrate nella Storia. Venendo invece allo spartito, quale leggerezza ‘rotariana’ nel leit motiv e in ciascuna della tante variazioni sullo stesso tema. E che energia nel racconto della tempesta che travolgerà il povero Geppetto sino a spingerlo nella fauci del pescecane nel cui stomaco incontrerà lo sventurato figliolo. Dopo lunghi e meritati applausi, lo spettacolo ha avuto un coda piacevolissima nel concedersi alla platea di Elio Pandolfi. Dopo aver avuto parole di sincero elogio per Bari, i baresi e la Puglia, il grande interprete ha deliziato il pubblico con qualcuna della sue più celebri gag. Non meno gustosi sono tornati certi suoi ricordi che vedono protagonisti i più grandi nomi dello spettacolo italiano. Raccontiamone uno : Una sera al Sistina per ‘Giovanna d’arco’ erano in un palco Pandolfi, la Valori e Panelli. Quest’ultimo, che abitualmente dormiva quando di scena era il melodramma, quella sera, venendo improvvisamente fuori dal sonno, intontito, mezzo scamiciato, affacciandosi alla platea domandò ad alta voce : Ma che l’hanno bruciata ‘sta Giovanna?… Elio e Bice non sapendo più dove mettere la faccia abbandonarono il palco. E quell’altro lazzarone che li inseguiva infilandosi la giacca, il soprabito implorando come un bimbo rimproverato ingiustamente : Aoh! Ma ‘ndo annate, ch’ho fatto?…
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Pubblicato il 18 Novembre 2011

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