Pioggia di critiche da destra a sinistra su Emiliano
Pioggia di critiche, da destra e sinistra, sulla recente decisione del governatore pugliese, Michele Emiliano (Pd), di nominare un “collegio di esperti” composto da 30 nomi scelti dal mondo delle professioni, dell’imprenditoria, dello spettacolo, ma anche da quello delle “cariatidi” della politica pugliese e, in particolare, soprattutto barese. Un “collegio” che in teoria dovrebbe affiancare Emiliano nelle scelte di indirizzo del governo regionale, ma che in realtà, scorrendo l’elenco dei nomi, si evince che trattasi di un’ennesima trovata propagandistica del presidente della Regione mirante ad utilizzare l’altisonanza dei nomi inseriti nell’elenco, come ad esempio nel caso dei pugliesi Renzo Albore ed Al bano Carrisi nel campo musicale e dello spettacolo, oppure a riesumare nomi della politica ormai dimenticati e fuori dal giro che servono a fare da contorno e richiamo ad altri vecchi “tromboni” o “trombati” della politica pugliese e che si lasciano persuadere dalla fantasiosa idea che il governatore pugliese possa effettivamente avvalersi delle loro rispettive esperienze pregresse per la propria azione di governo della Puglia. E, quindi, che il loro nome è ancora presente nel “giro che conta”. Quando, invece, le vere finalità di questo genere di in iniziativa potrebbero essere ben altre per chi le attua. Infatti, un giudizio negativo è stato espresso in note distinte non soltanto da esponenti di gruppi dell’opposizione di centrodestra alla Regione, ma financo dal capogruppo di una forza politica di maggioranza, Guglielmo Minervini di “Noi a Sinistra per la Puglia” che, in proposito a tale ultima trovata di Emiliano, ha commentato: “Il Governo della Puglia ha bisogno ben altro che di un organismo pletorico composto da cantanti e attori e politici ormai fuori corso. Il presidente Emiliano non sprechi così il suo tempo”, aggiungendo: “Con tutto il rispetto per le persone nominate non capiamo quale fattivo contributo possano portare per rendere più incisiva l’azione amministrativa o per avere una lettura più acuminata delle problematiche”. Inoltre, ha spiegato pure Minervini, “Se (ndr – Emiliano) ritiene necessario dotarsi di un think thank per dare più spessore alle politiche regionali, si circondi di voci autorevoli, ma così non capiamo se il presidente alla faticosa soluzione dei problemi preferisca operazioni di propaganda”. Come dire che, senza nulla togliere alla rispettabilità dei personaggi indicati dal Presidente regionale, questi posso fare ben poco o nulla per i problemi dei pugliesi, se non per quelli di natura propagandistica personale di Emiliano. Più chiaro di così forse non poteva essere nel suo commento il capogruppo dei “vendoliani” nell’Aula di via Capruzzi, sulla valenza effettiva del neo nominato “collegio di esperti”. Un organo, questo, i cui incarichi essendo a titolo completamente gratuito già lascia ben intendere a che tipo di impegno potrebbe o dovrebbe essere sottoposto da parte della Presidenza della Regione. Un ironico commento di natura più tecnica che politica è quello rilasciato dal capogruppo regionale di Forza Italia, Andrea Caroppo, che su questo stesso tema a caldo ha sottolineato: “Scorrendo l’elenco delle nomine é lecito chiedersi se siamo all’interno di una articolazione dello Stato o su l’isola dei Famosi. Questo collegio è l’ennesimo organo del quale non si avvertiva alcun bisogno”. Invece, anche se pur sempre critico, di ben altro tenore è il commento del capogruppo dei “fittiani” di Cor alla Regione, Ignazio Zullo, che in una nota ha affermato: “A noi del gruppo dei Conservatori e Riformisti sta a cuore il bene della Puglia e dei pugliesi e se il collegio degli esperti è ritenuto dal presidente Emiliano utile al raggiungimento di questo scopo, ne siamo lieti. Perché non sono gli esperti a destare in noi perplessità, ma è lo stesso Emiliano”. Infatti, ha poi rilevato nella nota l’esponente di CoR, “fin dal
primo giorno del suo insediamento Emiliano ha introdotto nei meccanismi burocratico-amministrativi della Regione consulenti personali, dirigenti figli dello spoil system e assessori esterni”. “Ma di concreto, – ha dichiarato ancora Zullo – in questo anno, non ha combinato nulla. Anzi, ha bloccato la Puglia affievolendo anche l’autorevolezza e la dignità di tutti coloro che ha nominato, rendendoli partecipi di una stagione fallimentare”. Considerazione, quest’ultima, che, più di essere un commento all’iniziativa di Emiliano di nominare un “collegio di esperti” si fatto, appare piuttosto come una sorta di monito a coloro che hanno dato la loro disponibilità a farne parte, prestando il proprio nome ed immagine. Infatti, proseguendo, lo stesso Zullo avverte: “Il punto è questo: se si cede a tentazioni narcisistiche, grandi professionisti e personalità rischiano di diventare un orpello nel mare magnum della demagogia politica e ne risulta danneggiata non solo la Puglia, ma anche l’immagine di quelle grandi espressioni che la nostra Regione ci ha donato”. Comunque, aggiunge il capogruppo pugliese dei “fittiani”: “Noi auguriamo buon lavoro a tutti i cittadini di buona volontà che vorranno prodigarsi per il bene della Puglia, a coloro che hanno il coraggio di mettersi in gioco e servire la nostra comunità e non il potente di turno, a coloro che hanno ancora la forza di reagire ad uno stato di sopore in cui ogni anormalità è diventata normale”. Invece, “Ad Emiliano – aggiunge ancora Zullo – consigliamo un cambiamento necessario” e spiega: “è davvero inutile accentrare ogni potere nelle sue mani, se non lo fa fruttare e non quaglia nulla. Bisogna saper delegare, dando margini di autonomia e autorevolezza ai propri collaboratori”, pensando evidentemente di dare lezioni di come gestire il potere ad uno che da neofita del sistema, invece, al centrodestra pugliese di lezioni politiche ne ha date più di una. Se non altro, come è noto, per aver puntualmente sconfitto (quando lo riguardava personalmente) in 10 anni di carriera le corazzate del centrodestra pugliese. “Perché – avverte pure e poi conclude Zullo – il rischio è che trascorrano invano, così, anche i prossimi quattro anni. E per la Puglia sarebbe la fine”. Fine che Emiliano probabilmente non teme affatto perché, ormai, da “padrone del vapore” della politica pugliese sicuramente non ha più timore alcuno di siffatti avversari.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 8 Luglio 2016