Cronaca

Più che “settoriale” è “sartoriale” il Piano per sei assunzioni dirette all’Ambiente

Non è ancora calato il “sipario” (e le polemiche) sul passaggio a tempo indeterminato dei 284 dipendenti della Regione Puglia assunti al tempo del governatore Nichi Vendola con contratto a termine (e poi prorogato fino a superare il periodo oltre il quale la stabilizzazione diventa obbligatoria) sulla base di una selezione nominativa che, in realtà, alla fine si è tradotta in un aggiramento della norma, costituzionalmente garantita, che nella PA si entra per concorso pubblico, che alla Regione Puglia è già spuntato un altro “Avviso” per sei assunzioni a tempo determinato al dipartimento Ambiente. Le assunzioni in questione sono quelle previste dall’avviso pubblicato sul Burp del 3 Agosto scorso, la cui scadenza per essere ammessi alla selezione ricade dopo il periodo minimo dei 15 giorni previsti dalle norme, e quindi a ridosso di Ferragosto. Un periodo, questo scelto per la pubblicazione dell’avviso pubblico, che notoriamente lo si preferisce quando si vuol fare in modo che i partecipanti siano in numero limitato, poiché nel mese tradizionalmente dedito alle vacanze gran parte di coloro che si dedicano a seguire i Bollettini ufficiali, perché interessati a possibili bandi di assunzione, sono generalmente altrove, se non fisicamente, quantomeno con le loro attenzioni. Il piano assunzionale previsto nell’Avviso del 3 Agosto scorso riguarda alcune figure professionali che con la loro attività dovrebbero contribuire a far aumentare la “consapevolezza dei cittadini” alle tematiche ambientali, attraverso specifiche campagne di comunicazione. Ma quello che è strano nel progetto messo a punto dal dirigente regionale è che tra le figure previste per mettere a punto la campagna comunicativa manchi proprio quella di un professionista iscritto all’Ordine dei giornalisti e che, quindi, abbia il requisito minimo necessario a svolgere l’attività di comunicazione di massa. Infatti, a ben vedere la Regione, dopo aver accertato di non avere al proprio interno personale da poter destinare a tale progetto e, soprattutto, di non avere al momento professionalità specifiche, ha deciso di far ricorso a figure esterne, da assumere con contratto a termine, che siano in possesso di un titolo di studio che può essere di Scienza delle comunicazioni, ma anche di Economia, Lingue, Informatica, Lettere, Architettura, Ingegneria, Giurisprudenza, Sociologia e finanche il semplice diploma d’Accademia delle Belle Arti, escludendo dall’elenco dei “comunicatori” da selezionare la presenza di almeno un “giornalista”. E, quindi, di un professionista potenzialmente già esperto in materia. Circostanza, questa, che ha portato l’Assostampa della Puglia ha dichiarare in una nota che “Più che un piano di comunicazione ‘settoriale’ dedicato all’ambiente, sembra un piano di comunicazione ‘sartoriale’ quello concepito dal Dipartimento all’Ambiente e alla Mobilità e approvato dalla giunta Emiliano”. Infatti, commentando nella stessa nota l’operato della Regione, il sindacato dei giornalisti pugliesi ha inoltre rilevato: “Evidentemente, il sarto che ha cucito questo bando – visti i tempi ristretti e le modalità di selezione a totale discrezionalità del committente – l’ha immaginato a misura di qualche prescelto chiamato ad indossare il vestito di giornalista per svolgere attività di comunicazione e ufficio stampa in barba alle norme più antiche (la legge 150 /2000) e a quelle più recenti, quale il decreto editoria del 2017 che prevede e sanziona l’esercizio abusivo della professione”. Alla luce di quest’ultima considerazione L’Ordine dei giornalisti e l’Associazione pugliese della Stampa, pur comprendono l’urgenza di tutelare l’ambiente da parte della Regione,  si chiedono “per quale motivo non sia stato possibile, né per la direttrice di Dipartimento, Barbara Valenzano, né per il responsabile della procedura, Calabrese, dal lontano 15 maggio (quando le modifiche alla relativa delibera sono state approvate dalla Giunta) al successivo 3 agosto (quando è stato pubblicato il bando), non accorgersi della evidente anomalia ed eventualmente consultare le rappresentanze di categorie interessate”. Nel pretendere atto dell’accaduto, i rappresentanti pugliesi dei professionisti dell’informazione hanno ritenuto di invitare  “il presidente della Regione e tutta la struttura, a partire dall’Assessorato, a revocare con urgenza (e in autotutela) il bando e a correggerlo là dove né la mobilità interna né la selezione finale del prescelto, evidentemente non titolato a svolgere quella mansione, riusciranno a rimediare”. Per completezza di informazione, precisiamo che l’Avviso della Regione in questione non prevede la formulazione di alcuna graduatoria tra coloro che parteciperanno alla “gara”, ma solo l’inserimento nella “lista” (di potenziale attesa di chiamata!) di tutti coloro che sono in possesso dei requisiti richiesti e delle valutazioni che potrebbero essere effettuate anche sulla base di colloqui individuali. In definitiva, alla fine, a prevalere per l’assunzione a termine sarà esclusivamente “l’Intuitus personae”, ossia il rapporto fiduciario del chiamante nei confronti del chiamato. Ed è, quindi, evidente, il perché la necessaria previsione, tra i requisiti minimi, di un “giornalista” non abusivo poteva anche essere d’intralcio a chi, forse, i nomi da scegliere li ha in mente già da tempo, per eventualmente introdurre in futuro nel circuito regionale ulteriori dipendenti pubblici in “barba” alla Costituzione repubblicana, ma sempre in ossequio alla legislazione vigente, sia pur con qualche “furbata” giurisprudenziale.

 

Giuseppe Palella

 

 

 


Pubblicato il 8 Agosto 2018

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