Cronaca

Più di 1.000 euro di spese legali per non pagarne 115 per ragioni di servizio

La solita storia di incarichi e ritardati pagamenti che, alla fine, costa all’amministrazione pubblica, in questo caso al Comune di Bari, più del triplo di quanto dovuto a causa delle spese legali. Tutto questo, ovviamente, dopo la notifica di un decreto ingiuntivo e addirittura di un atto di precetto e cioè atti che fanno lievitare gli impegni di spesa a carico del Pubblico Erario. Ma andiamo con ordine. Tutto comincia poco più di tre anni fa, quando un paio di sottufficiali della Polizia Municipale di Bari vengono distaccati per ragioni di servizio e comunque su base volontaria a pochi chilometri dal capoluogo, ad Adelfia. Il fatto è che i marescialli Cassano e De Laurentis, dopo aver svolto regolarmente il loro servizio, sono stati costretti più volte a bussare ‘a denari’ –come si dice- alla porta degli uffici comunali per il saldo delle relative competenze. Ammontanti inizialmente a circa 115 euro per ciascuno, e quindi sono costretti a rivolgersi al Tribunale di Bari in funzione di Giudice del Lavoro che, con tanto di sentenza depositata, vidimata e regolarmente notificata al Comune, un paio di anni fa gli dà ragione. Ma niente, da Palazzo di Città nessuno dispone il pagamento di quanto dovuto, nonostante nei vari solleciti inoltrati dai due creditori si inviti a non gravare l’amministrazione di ulteriori spese. Spese che poi, come si sa, gravano infine a carico del sempre più tartassato contribuente barese. E così come niente passa il tempo e si arriva ai decreti ingiuntivi ‘oltre interessi legali e accessori di legge’, dato che con il naturale e consequenziale atto di precetto veniva richiesta la ulteriore somma di euro 135,00’ come si leggeva certamente nei documenti e carte bollate che piovevano a ripetizione sulle scrivanie di funzionari e dirigenti del Servizio Personale del Comune di Bari. Ma che succede a questo punto? Saranno stati regolarmente liquidati i due marescialli baresi che su base volontaria avevano aderito al regolare ordine di servizio pervenuto dal Comando di Japigia? Niente. Invece di saldare ed evitare il peggio, magari con l’Ufficiale Giudiziario che da un momento all’altro poteva andare a bussare alla porta di Palazzo di Città per il pignoramento, si nomina un legale che all’Ente comunale, alla fine, costa la bellezza di 543,78 euro moltiplicato per due, visto che i dipendenti/creditori erano, appunto, due. Insomma, quasi mille e cento euro di spese legali in favore dell’avvocato ‘distrattario’ in difesa (?) dell’Ente Civico con tanto di autorizzazione all’impegno di spesa e successiva liquidazione da parte della Ripartizione Personale del Comune, a gennaio scorso. Una storia che in realtà non è facile estrapolare dalle determinazioni (2015/00800) estese e vistate dalla competente ripartizione del Corpo di Polizia Municipale e Protezione Civile, dove nell’oggetto genericamente si parla di atto di precetto su decreto ingiuntivo del Tribunale di Bari – Sezione Lavoro con il relativo impegno di spesa, senza spiegare affatto il succedersi dei fatti che hanno condotto l’amministrazione comunale ad impelagarsi in una vicenda costata 543,78+543,78 euro all’Erario solo di spese e competenze legali. Ma con un provvedimento, come si legge un po’ troppo pomposamente nella determinazione dirigenziale  del 12 gennaio 2015, volto <<…all’assolvimento di obbligazione derivante da sentenza giurisdizionale esecutiva>>.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 12 Marzo 2015

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