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“Più dura la C della A, paradossale, ma così”

“Più dura la C della A, paradossale, ma così”: da Viareggio, Eugenio Fascetti, ex tecnico del Bari commenta in questo modo la situazione dei biancorossi e allarga le vedute su B ed A.

Fascetti, partiamo dalla serie A. Chi vince lo scudetto?

“A questo punto 70 Inter e 30 Juve, il Milan in fase calante lo reputo fuori gioco, specie dopo quello che ho visto col Napoli. Ritengo che solo un tracollo dell’Inter potrebbe riaprire i giochi. In ogni caso, la Juve ha ottime individualità. Insomma, Inter, però occhio alla Juventus che per natura non molla mai. Tutto è nelle mani dell’Inter che dovrebbe essere suicida a gettare il titolo”.

B e Lecce che lei conosce bene.

“Amo quella piazza dove ho vissuto anni fantastici tra gente seria, penso al presidente Jurlano e al diesse. A mio avviso il primo posto non è possibile, ma il Lecce fa tanti gol, ha ingranato bene e sono certo che arriva lontano”.

Foggia in C…

“Peccato, una bella piazza che merita molto di più, ma sono anni che galleggia nella mediocrità”.

Veniamo al… suo Bari…

“Mi dispiace che sia in C, la città e la tifoseria hanno diritto a palcoscenici di prestigio. Tuttavia, chiamarsi Bari non è sinonimo di vittoria a tutti i costi. E nel girone ci sono altre squadre di città grandi e blasonate. Uscire dalla C non è semplice, anzi è più facile vincere la A che la C, dove ogni partita è una battaglia. Adesso il Bari deve guardarsi alle spalle evitando distrazioni. La società è solida ed è un bene, anche se ho perplessità sui presidenti di fuori. Io ho avuto la fortuna di una grande famiglia quella Matarrese e di Vincenzo in particolare, un galantuomo”.

Partite senza pubblico?

“Irreali, effetto acquario. Ma alla lunga i valori vengono fuori ugualmente”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 20 Marzo 2021

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