Più reality per tutti! parola di Cinzia
Cabaret è montagne di parole che possiamo immaginare disposte in catena. E come ogni massiccio ha i suoi picchi, così uno spettacolo di pura parola conosce le sue vette. Una parola, una perifrasi o altre espressioni felicemente ricorrenti rappresentano le cime di un monologo, i momenti più rappresentativi dello stesso, le cose che meglio si ricordano di torrenti verbali spesso fini a sé stessi. Si prenda il caso di “Poche idee… e basta”. Tratto dallo spettacolo “Poche idee ma molto confuse” (scritto a quattro mani da Cinzia Leone con Fabio Mureddu per la regia di Walter Nanni nel 2005), questa produzione Zanini & Maretti Spettacoli vede la stessa Leone misurarsi col tema dei limiti più di recente acquisiti dall’italiano medio (a andati a fare massa con quelli pregressi e non superati). Come sintetizzare quest’altra logorrea che sonda gli ultimi vent’anni della storia del Belpaese? C’è un’espressione che, quasi un grido di battaglia invece di un tormentone, ricorre in questo show : “Più reality per tutti!”. L’ironica provocazione suggerisce come nel successo, da noi peraltro tardivo rispetto ad altre nazioni, di formule tipo Grande Fratello e Isola dei famosi si possa scorgere l’inclinazione tipicamente italica ad importare e adottare il peggio con stupefacente velocità ; nel quale atteggiamento non è difficile leggere la strutturale ed irrimediabile immaturità di un popolo. La Leone non è una sociologa, suo mestiere è l’arte comica, suo obiettivo resta far ridere, ma… Mentre sull’affollatissima platea del Forma sabato scorso si abbatteva la logorrea sferzante e spassosa dell’inesauribile, quarantanovenne attrice romana ci tornava in mente il motto del teatro antico : Castigat ridendo mores… Un colpo al cerchio, l’altro alla botte, la Leone sembrava provarci. Quanto sarà riuscita nel suo intento, ovvero con un sorriso (amaro) contribuire al miglioramento di una razza infelice? A giudicare dalle espressioni della gente al termine di questo gradevole, acuto e meritatamente applaudito spettacolo verrebbe da dire sì, ma nella misura di una goccia nell’oceano, ovvero : no. Abbiamo visto spettatori abbandonare le poltrone con la stessa espressione rilassata e compiaciuta di chi esce da un ristorante dove abbia mangiato bene e pagato poco. Insomma, non più che ‘consumatori’ soddisfatti, persone pronte già all’uscita ad entrare in contraddizione con sé stesse rivelandosi al volante automobilisti indisciplinati. E poi una volta a casa? condomini furbi. E l’indomani? lavoratori indolenti… Quale l’alternativa, però, la resa, ovvero – restando al cabaret – uno spettacolo qualunquista ed altrettanto comico? Ci basta il ‘gesto’ della Leone.
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Pubblicato il 31 Marzo 2011