Pochi fondi per disabili e anziani non autosufficienti: chi ci pensa?
“Sull’intero territorio regionale emergono evidenti criticità in ordine alla fruizione dei buoni di servizio di conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti della Regione Puglia. Le poche risorse sinora assegnate dalla Regione Puglia non permettono la presa in carico degli utenti rimasti in lista di attesa né la prosecuzione dei servizi per disabili e anziani attualmente erogati”. È questo il contenuto dell’interrogazione a firma dei portavoce regionali del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi, Marco Galante e Mario Conca indirizzata all’assessore alla Sanità nonché capo della giunta regionale pugliese Michele Emiliano e all’assessore al Welfare Salvatore Negro. A questo punto bisogna sapere che i buoni servizio di conciliazione per disabili e anziani non autosufficienti della Regione Puglia sono dei “titoli di acquisto” che sostengono il pagamento delle rette da parte delle famiglie pugliesi, attraverso un abbattimento del costo mensile a loro carico ed hanno lo scopo di incentivare la fruizione di servizi a ciclo diurno per persone disabili e anziane non autosufficienti, sostenere il carico di cura familiare, rispondere ai bisogni di conciliazione vita-lavoro delle famiglie concorrendo, al tempo stesso, a sostenere la piena occupazione delle strutture pubbliche e private sul territorio regionale. Insomma, ritardi e fondi insufficienti che si ripercuotono sempre e solo sulla categorie più bisognose e più deboli, come sta accadendo per i ritardi accumulati dalla Regione e dai comuni pugliesi anche a proposito dei fondi previsti a beneficio di chi paga il canone di affitto. Ritardi che proprio su queste colonne, nei giorni scorsi, hanno occupato parecchio spazio con il canone alloggiativo, appunto, di cui si parla soltanto ancora in Puglia, mentre negli anni scorsi – di questi tempi- erno già stati pubblicati i bandi relativi agli aventi diritto. Ma torniamo ai buoni per disabili. “E’ essenziale garantire – spiegano ancora i pentastellati – i livelli essenziali di assistenza nonché la continuità dei servizi attualmente erogati. Il ritardo della Regione nell’erogazione dei fondi è causa di notevole danno per la cittadinanza e per gli operatori del settore.” L’anno scorso l’avviso pubblico per la “domanda dei Buoni Servizio”, in continuità con l’esperienza maturata nel biennio precedente a valere su risorse FESR 2007/2013, riguardava tutte le persone con disabilità e anziani non autosufficienti portatori di un bisogno di cura e assistenza derivante da condizione di non autosufficienza o disabilità grave o di un bisogno socio-assistenziale connesso alla condizione di disabilità lieve o di anzianità. Una novità particolarmente significativa con la possibilità di accedere in capo al singolo nucleo familiare, mentre il nuovo avviso pubblico – si spera- prevederà che la decorrenza del “Buono servizio” si avrà dal momento dell’incrocio tra la domanda dell’utente e la conferma di disponibilità da parte dell’unità di offerta all’atto di generazione di un vero e proprio preventivo di spesa da sottoporre all’attenzione della famiglia richiedente e alla firma per accettazione. In tal modo il momento della richiesta del “buono servizio” e quello della sua effettiva spendibilità vengono significativamente avvicinati, consentendo agli uffici degli ambiti territoriali di procedere alle convalide definitive entro un termine successivo. Ecco perché, speriamo presto, i nuclei familiari richiedenti e i soggetti gestori delle unità di offerta saranno chiamati ad un ruolo di maggiore e attiva responsabilità.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 10 Maggio 2016