Cronaca

Podisti incauti, podisti arroganti

Il 14 del mese scorso è stata indetta la prima Giornata Nazionale del Camminare. Dinanzi al successo dell’iniziativa, pensata allo scopo di rilanciare la più arcaica e benefica modalità di spostamento (andare a piedi), anche in alternativa a mezzi di trasporto lenti nel traffico e alle prese con problemi di parcheggio, le associazioni ambientaliste hanno promosso tre settimane fa la Giornata del Pedone e del Ciclista. Obiettivo : arginare (fermare, sarebbe troppo pretendere) la mattanza di pedalatori e passanti. I numeri in proposito sono impressionanti. Possono anche fuorviare, però. Perché se per esempio concentriamo l’attenzione sul caso dei pedoni ‘caduti’ sul fronte stradale, emerge che altissimo è il numero dei salutisti morti correndo per strada, e sull’asfalto piuttosto che sul marciapiede. Da molti anni la fauna umana dei grandi centri si è arricchita di questa nuova ‘specie’. Se ne condividano o meno le scelte, gli appassionati (o i fanatici?) della corsetta quotidiana appartengono al panorama urbano al pari di artisti di strada, extracomunitari o disoccupati a spasso. Il che significa anche patirli. Invadenti e arroganti, corrono su marciapiedi affollati senza deviare di un millimetro perciò costringendo il prossimo a scostarsi (e lasciandosi dietro zaffate acri). E quando vanno sull’asfalto? Spesso costoro non corrono da soli. Andando in coppia procedono affiancati, chiacchierando. Ciò costringe l’automobilista a spostarsi al centro della carreggiata ; quando invitati a far uso del buon senso, cioè fare sport sul marciapiede o – in subordine – correre almeno l’uno dietro l’altro, questi insolenti ti mandano persino al diavolo. Certe volte rischiano di brutto e senza farci caso, estranei all’idea di poter trascinare pure gli altri nei guai. Sabato scorso, poco prima delle otto, uno di questi salutisti correva lungo l’esigua striscia d’asfalto che collega il prolungamento di Lungomare IX Maggio al  Quartiere San Paolo passando prima sotto il ponte della Tangenziale, poi sotto quello della Ferrovia. E’, questo, un punto delicatissimo, descrivendo la strada all’altezza del secondo tunnel una insidiosa curva ad ‘esse’ in forte pendenza. Non bastasse, erbacce si protendono sull’asfalto in termini tali da ridurre la già non ampia sede stradale. Ebbene, il nostro podista, pur muovendosi il più possibile a  margine della strada, è apparso come sbucato dal nulla ai tanti automobilisti che in quel momento erano ‘di mano’ descrivendo la doppia curva. Solo la moderata velocità tenuta dai mezzi ha evitato il peggio. Qualcuno, giustamente, ha strombazzato all’indirizzo dell’incauto. E l’incauto, con gestualità sufficiente, manifestava insieme stupore e fastidio. Come a dire : ‘Bada che ti ho visto, che sono cieco, io?’. Già, tu hai visto, dopo. Ma chi poteva vederti, prima?…

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 27 Novembre 2012

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