Cultura e Spettacoli

Poesia in forma di rosa: E sono dieci!

Torna ‘Poesia in forma di rosa’. La manifestazione che l’associazione Comunicazione Plurale fondata e diretta da Elena Diomede organizza a maggio taglia quest’anno il prestigioso traguardo della decima edizione. L’appuntamento è domani, venerdì 27 maggio alle 18:00 (l’ingresso è libero) a Villa La Rocca, via Celso Ulpiani 27, Bari. A suggello di tanto risultato, una pubblicazione antologica edita da Les Flaneur-Bari che raccoglie liriche di Maria Campeggio, Maurizio Evangelista, Bianca Cataldi, Silvia De Luca, Dirce Scarpello e Rosanna Santoro (l’edizione comprende anche poesie d’autori consacrati dalla critica ufficiale e che nel simbolo della rosa hanno trovato motivo di ispirazione ed affinità allegorica). La lettura delle liriche è affidata alle voci di Leo Lestingi, Paola Martelli e Paola Paglionico ; la lettura comprenderà anche versi di Shakespeare, nel quadricentenario della morte del Maestro). Apertura con la banda musicale dei ragazzi dell’Istituto comprensivo Massari-Galileo diretta dal M° Rocco Caponio, cui farà seguito il canto ‘La rosa’ dei Sulutumana, eseguito dal coro Montello, diretto dal M° Ida Monteleone e composto dagli alunni della III A e della III B della Primaria dello stesso Istituto. Il programma alterna momenti coreutici a momenti musicali, i primi eseguiti da Marizia Montesanto e Francesco Vernola, i secondi da Sandro Cardascio (fisarmonica) e Roby Otel (chitarra). In chiusura, “Dal sentimento alla moda – un percorso attraverso arte e colore”, conversazione a cura della docente di storia dell’arte Angela Sciascia. Condurrà la serata Pasquale Braschi. Faranno cornice all’evento tre installazioni artistiche : “Poesie al filo” dei poeti in erba della III A guidati dalla docente Rosa Costantino dell’I.C. Eleonora Duse ; “En plein air”, esibizione pittorica della scuola “Tocchi di luce” ; un arredo artistico di rose in cera a cura del laboratorio Ceracé. Dalle note di direzione artistica redatte da Elena Diomede : “Quest’anno abbiamo scelto di approfondire il tema della rosa, della sua simbologia e della sua attinenza con la poesia… La poesia abita misteriosamente nella rosa, nella sua immagine, nel suo ricordo, nel suo essere  simbolo e mito. La poesia è sangue diventato fiore e tra i fiori sceglie il più bello, il più maestoso, il più misterioso e regale, il più antico.  Così Saffo, poetessa greca del 530 a.C. ci rinsalda questa convinzione affermando che “Se Zeus volesse donare un regno ai fiori, la rosa regnerebbe su tutti”. Essa è così duttile e versatile, esprime una tale varietà di significati così da poter rappresentare in maniera ambivalente e l’amore passionale e l’amore spirituale, l’elevazione, la purezza, la verginità e ancora la vanità, il segreto, la bellezza, la sensualità. Per  le  opportunità che la rosa ci offre, dall’antichità ai giorni nostri, il poeta si è servito del suo linguaggio, della sua immagine metaforica per esprimere i più tormentati, i più inesplorati, i più sublimi dei suoi messaggi. Si giustifica così la vasta produzione di poesie d’autore che dicono della rosa. E, come la poesia ha radici in un remoto passato, così la rosa è uno dei fiori di cui si ha testimonianza più antica. Nel mondo greco e romano la rosa era associata al mito di Adone ed Afrodite. Il sangue che sgorga da Afrodite nel vano tentativo di soccorrere l’amato fa sbocciare delle rose rosse; i Romani festeggiavano i Rosàlia legati al culto dei defunti mutuati dal mondo cristiano in “Pasqua delle rose” o Pentecoste a causa di un’antica tradizione di far scendere dalle volte delle chiese petali di rose per ricordare lo Spirito Santo. Nella mistica cristiana la rosa, per la bellezza, il profumo, il mistero della sua forma indica la coppa che raccolse il sangue di Cristo.” Rosa mistica” è appellata la Madonna nelle Litanie e “Sub rosa” appare sul nembo del confessionale ad indicarne la segretezza, la discrezione, il silenzio e anche simbolo assolutorio. La rosa è attributo di Santi: santa Rita, santa Rosa da Viterbo, santa Rosalia di Palermo, santa Elisabetta di Turingia, santa Elisabetta del Portogallo e santa Elisabetta D’Ungheria. Nel Medioevo una confraternita di cristiani esoterici assume col nome di Rosacroce il simbolo di questo fiore a rappresentarne la compiutezza e la sua riapertura al divenire. La rosa dorata è usata come simbolo della famiglia di Casa Tyrell nella serie di romanzi “Cronache del ghiaccio e del fuoco” e, nella letteratura più recente, “Il nome della rosa” di Umberto Eco. Una rosa rossa tenuta in pugno è il simbolo politico del socialismo e della socialdemocrazia e Rosa Bianca fu uno dei maggiori movimenti di opposizione al regime hitleriano. Nell’arte pittorica e scultorea la rosa è spesso rappresentata per sottolineare precise connotazioni o per chiari motivi ornamentali. La potenza semantica del nome “rosa” è sconfinata, la ricchezza espressiva della sua immagine, la sua mutevolezza, la difficoltà di definirla in maniera esaustiva fanno della rosa non solo l’oggetto ma l’essenza di sé, ovvero pura idea: “Stat rosa pristina nomine, nomina nuda  tenemus”. E ancora la rosa è legata ad eventi conviviali e all’incoronazione dei poeti. Così il verbo dei poeti non ha mai cessato, dai tempi della lirica greca sino ai giorni nostri, di celebrare questo topos letterario persistente nelle dinamiche di ogni epoca pur nella variabile di specifici significati. Gli stessi poeti hanno contribuito a una significazione legata di volta in volta al colore e ad alle infinite simbologie attribuite alla rosa. Per Dante è la candida rosa, per Saba la rosa rossa della passione, per Maometto la rosa gialla della gelosia, la rosa nera, simbolo alchemico del principio dualistico dell’origine, la rosa rosata a memoria della gentilezza. Ma non è solo il colore a evocare un sentimento: nella scrittura poetica la rosa è ambivalente perché simboleggia paganesimo e religiosità, passione e castità…”

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 26 Maggio 2016

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