Cultura e Spettacoli

Poesia in scena, sorrisi e sospiri

Qualcuno dice, senza andare tropo lontano dal vero, che esistono più scrittori che lettori. Considerando che ogni autore nella sua vita sforna più d’un’opera, la sproporzione fra cose scritte e cose lette si fa imbarazzante. Di qui la necessità di presentare gli autori in modo più propositivo che in passato. La formula del Relatore che, introdotto dal Conduttore di turno, pontifica a proposito di un testo a proposito del quale – a margine – interverrà lo stesso scrittore, è trita. Né la salva dalla routine la lettura di qualche stralcio d’opera. Ma già le cose cambiano se si fanno entrare in scena musica e colori, se si spezza la ‘barriera architettonica’ del tavolo dietro cui il Sapere sta come trincerato, tronfio e inarrivabile, emblema di una Cultura spesso libresca e scostante. Qualcosa in tal senso si va muovendo. Avantieri al Duse, per i Lunedì d’Autore curati da Lino de Venuto e Floriana Uva, era ospite la poetessa Anna Santoliquido, un personaggio che ormai non ha più bisogno di presentazioni. Una serata all’insegna del brio che ha in visto in palcoscenico solo due poltrone, oltre un leggio in un angolo, disposte verso la platea per chiacchierare piuttosto che per disquisire di poesia d’autore e dintorni. Uno schema semplice : De Venuto ‘stuzzica’ citando aforismi di grandi personalità della cultura e la Santoliquido ‘reagisce’ schiudendo quasi familiarmente il proprio universo emotivo e poetico. Musiche eseguite al flauto da Gino Portoghese, video proiezioni a cura di Paolo Cacciapaglia e addirittura un’improvvisazione poetica che ha coinvolto la platea hanno inframmezzato versi e considerazioni di rilevante spessore. Mettendosi in sintonia con lo spirito del mese in cui eravamo (quello della Memoria) De Venuto ha esordito citando Adorno : E’ vero che dopo Auschwitz la poesia non ha più senso?… L’Autrice, reduce dai clamori del suo ‘La città fucilata’ dove in modo struggente si canta la strage di Kraguievac del 1941 dove i nazisti sterminarono oltre settemila civili, non ha avuto esitazioni : La poesia ha sempre senso perché è militanza, resistenza, presidio permanente contro l’Orrore che, come l’erba cattiva, non muore mai… L’iniziale provocazione ha dato la stura ad un Anna Santoliquido vulcanica. La poesia?… Non deve essere paludata, bensì disobbediente, scomoda per scuotere dal torpore. E dove è la poesia?… E’ nell’aria dove il poeta la fiuta e la cattura. Ma, attenzione, la semplice sensibilità non basta, serve tecnica (e perciò anni di studio) perché la poesia è una scienza, per quanto contraddittorio possa sembrare. E si può essere poeti senza mai comporre un verso?… Ebbene sì, a condizione che il gesto di tutta una vita sia coerentemente poetico. Pasolini diceva che per scrivere poesia serve tanto tempo… Giusto, per questo scrivo spesso di notte perché non posso trasgredire i miei doveri di moglie e madre… Poi De Venuto ha cercato l’affondo : Ma se Laura fosse stata la moglie del Petrarca sarebbe divenuta oggetto di tanti sonetti?… E qui la poetessa apulo lucana, sorridendo, ha ammesso che no, i sonetti si sarebbero limitati al periodo del fidanzamento. ma che farci, la poesia è fatta così, è anche sogno. Infine : Quale il poeta, i poeti preferiti?… Lunga la lista di Anna, una lista che non esclude i poeti della beat generation. Eh ma quelli ‘tiravano’… (implacabile De Venuto). Ah, questo mai, gli ha dato ragione la Santoliquido, piuttosto che la ‘neve’ meglio il buon vino. Magari un Aglianico del Vulture… (lucani si nasce – n.d.r.).
Italo Interesse
 


Pubblicato il 2 Febbraio 2012

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