Cronaca

Poi dicono che il tredici…

Il 13 marzo del 1987 cadeva di venerdì. Come sempre quel giorno, già al loro risveglio, gli scaramantici incrociarono le dita. Dovettero farlo anche a Ravenna. A sera quegli stessi ravennati andarono a dormire sconsolati e viepiù convinti delle loro credenze : Poco dopo le 09:00, tredici operai (13!…) avevano perso la vita all’interno dell’area portuale nel corso di un incidente sul lavoro ; uno dei periti, Marcello Cacciatore di 23 anni, era pugliese, venendo da Ruffano.  L’antefatto : La motonave Elisabetta Montanari, sottoposta a lavori di riclassificazione, sostava da alcuni giorni in un bacino di carenaggio di cui era titolare la Mecnavi s.r.l., azienda di proprietà dei fratelli Arienti. Si trattava in origine di una ‘gassiera’, cioè un tipo di nave cisterna studiata per il trasporto dei prodotti gassosi allo stato liquefatto. Mentre si procedeva a lavori di saldatura nella cisterna, prendeva fuoco olio minerale fuoriuscito da una tubazione. La squadra di saldatori tentò di estinguere l’incendio, ma la criminosa assenza di estintori o altri mezzi idonei costrinse gli operai a mettersi al sicuro, ignari della presenza di altre persone. Le fiamme divampate tagliarono ogni via di fuga a un’altra squadra di operai composta da ‘picchettini’, come nel gergo portuale vengono chiamati i lavoratori che, impegnati nei più umili lavori di pulizia (asportare con raschietti incrostazioni, ruggine e residui di combustibile), devono muoversi nei claustrofobici cunicoli dei doppifondi prossimi alla carena. Come detto, morirono in tredici, intossicati dalle esalazioni di acido cianidrico e altri gas sviluppatisi nell’incendio. La vicenda mise in luce la disapplicazione delle più elementari misure di sicurezza sul lavoro, tra cui la previsione di vie di fuga da seguire in caso di pericolo. Dei tredici caduti, alcuni erano stati assunti in neroper mezzo di caporali. Nel corso del disastro – dettaglio osceno – alcune posizioni assicurative vennero messe in regola a tempo di record recuperando i libretti di lavoro dalle case degli sventurati. Il che aggravò la posizione del maggior responsabile, l’imprenditore Enzo Arienti, che fu condannato a sette anni e sei mesi di reclusione, pena poi ridotta a quattro anni nel 1994. Alla memoria dei tredici caduti del lavoro Fausto Pullano dedicò nel 1997 ‘Mai più’, un medio metraggio di 48’ prodotto da Union Comunicazione e Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico. – Nell’immagine, una drammatica testimonianza della tragedia della Elisabetta Montanari : lo sfinimento e la desolazione dipinte in viso a Vigili del Fuoco e sommozzatori al termine delle operazioni di recupero delle salme.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 13 Marzo 2021

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio