Cultura e Spettacoli

Polemista non per rabbia ma per “gioco”

Cosa sanno i giovani italiettini di Geoge Gershwin, il Compositore statunitense di “Summertime; dei Poeti statunitensi: W. Whitman e E. Dickinson; dei Musicisti inglesi: Purcell, Handel (a dire il vero tedesco, ma naturalizzato inglese), per non Parlare della interminata Corte inglese di Poeti, Scrittori, Filosofi, Scienziati ? I giovani, in generale, portatori di novità ? I tagliatori di teste dell’”isis”, i kamikaze di “al quaida”, gli infernali lapidatori dell’adolescente afghana e, poi, dagli stessi bruciata viva, supposta rea di aver stracciato pagine del “corano”, sono dei “matusalemme” fondamentalisti o criminali di, appena, oltre la primeva età, ma di annosa barbarie tinta di  religiosità, sì da richiamare per la loro brutalità sanguinaria la struggente Apostrofe di Lucrezio nei riguardi dei delitti perpetrati in nome di un dio: ”Tam potut religio!” ? Affinché le generazioni di maschi e di femmine, che sostituiscono, sostituiranno quelle che le hanno precedute, siano nuove, alternative ad esse, capaci di disegnare un mondo nuovo, è necessario che, in possesso di un metaforico piccone, scrostino dalla loro carne tutte le sovrastrutture sottoculturali che nei millenni si sono sovrapposte alla Nativa Umana “Ingenuità”, ignorino la visione del mondo dei loro padri, dei loro avi, ricca non di Parole Sagge, sebbene di parole folli. La follia non ha paese! Il sostantivo e l’aggettivo, “iuvenis” in Latino, “giovane” in Italiano, deriva dall’Espressione Latina: “qui iuvabat et iuvat rem publicam”, cioè, fu, è colui che giovava, giova alla repubblica, per essere, ad esempio, nella roma dei primordi, poi nella roma repubblicana, poi nella roma augustea, ecc., ecc., ecc., dai 16 ai 45 anni, carne da macello in guerra, spesso, o in grado di produrre carne da macello per la guerra. La repubblica ? A braccio, basta deambulare nello spazio e nel tempo: quella di pericle, di mario, di silla, di cicerone, di catilina, degli scipioni, di robespierre, di stalin, di hitler, di mussolini, di de gaulle, di castro, di nixon, di obama, di napolitano, di renzi. In esse oligarchie, insomma, che, non di rado, si  trasformarono, si trasformano, non tutte, invero, cruentemente, in inappuntabili, perfette, ineccepibili dittature. E i giovani, volenti o nolenti, a far da scherani di esse! E beh, vogliono, allora, smetterla i, politicamente, corretti di recitare l’acefalo tormentone che bisogna avere fiducia nei giovani, che i giovani sono la speme  di un futuro diverso dal presente e dal passato di essi ? Invece, altro non sono che il liquido seminale “aptum”, “promptum” a continuare l’inseminazione della Terra di orbi di Luce ché eredi di millenni di tenebre. Cosa sanno, Ripetiamo, la maggior parte dei giovani italiettini, figliati da tutte le classi, della grande Cultura Anglosassone, della, per allungare la filiera della loro ignoranza, “Beat Generation”, dei Poeti: Allen Ginsberg, Jack Keruac, William Burroughs, Bukowski ? Neente, pronome indefinito, forma antica di niente! “Contra”, grazie (?) ai “mass – media”, cartacei e televisivi, ai quali  i genitori  italiettini di oggi, quali che siano le classi che in esse li ammucchiano,  delegano l’educazione al “quaquaraquismo” dei loro pargoli,  i giovani, dalle alpi alla sicilia, conoscono tutta la robaccia “pop”, “rock”,”rap”  che si produce negli “states”, per renderli schiavi, non tanto con le armi (e, anche, quelle non scherzano, in quanto, a macchia di leopardo, lo stivale è occupato dalle forze armate degli eredi dei fuoriusciti europei nel 1700. Tanto che non possiamo EsimerCI dalla frequente Domanda: al netto di porzioni di città, di quartieri, di regioni intere su cui le varie mafie impazzano; al netto degli acquartieramenti delle milizie degli “states” e della “nato” sul solatio suol dell’ex giardino d’europa, occupando esse “alla ‘mbam”, Dicesi nella Lingua di bitonto, porti e aereoporti, il popolo italiettino, con mattarella e renzi, suoi capetti, su quanti metri quadrati di zolla stivaliera è sovrano ?), quanto con i cascami della loro industria sottoculturale (pseudomusicale, pseudoletteraria, psudoartistica, pseudocinematografica). L’italietta è, ormai, la periferia dell’impero: siamo stati, totalmente, colonizzati, politicamente, militarmente, sottoculturalmente, dalle lobby statunitensi; non mancano, in aggiunta, i “dictat” politici, sotto le mentite spoglie di una moralità religiosa,  pruriginosamente, controriformistica, della “città del vaticano”, enclave di uno stato straniero, situato in territorio italiano e i consigli cogenti di angela merkel, la cancelliera tedesca, “ape regina” in europa. CI meraviglia, profondamente, che mattarella non si sia, presto, recato, come tanti suoi predecessori e presidenti del consiglio dei ministri italiettini, presti, sono stati, in vaticano, alla casa bianca, per ricevere la benedizione, e non solo quella, da bergoglio e da obama. Per meglio Identificare la condizione  di soggezione politica degli italiettini (che non ha niente da spartire con gli autentici, spontanei sentimenti religiosi, che essi non nutrono) nei confronti della gerarchia della chiesa cattolica, vogliamo Stigmatizzare l’improvvida decisione dei dirigenti di alcune scuole bitontine che, contraddicendo i nostri Padri Costituenti, Propugnatori, al di là delle loro Concezioni Ideologiche e Religiose, di un’Italia Laica e, di conseguenza, di una Scuola Laica (Art. 7 della Costituzione: ”Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani), distraendo gli studenti (?) dal loro dovere istituzionale, che è quello di fare Scuola, allontanandoli dagli istituti scolastici, li hanno trasportati in una basilica per omaggiare un prete bitontino, nominato vescovo in calabria. Siamo, Riaffermiamo, un paese ”in toto” da più parti colonizzato, “tamen”, non sempre  la colonizzazione militare, politica di un paese ha fatto da supporto alla sua colonizzazione culturale: la Grecia fu conquistata dalle legioni romane nel 146 a.c., però Dice Orazio: “Grecia capta, ferum victorem cepit et artes intulit agresti Latio” (La Grecia conquistata, a sua volta, conquistò il barbaro vincitore e introdusse le arti nell’agreste Lazio). Gli italiettini, d’altra parte, sono stati tanto, terenzianamente, “heautontimorumenoi” (punitori di se stessi),  da avere la Lingua Latina, per essere,  Linguisticamente, almeno, quando tutto veniva a mancare, Egemoni nel Mondo (in luogo degli inglesi con la loro gelida parlata), tra l’altro usata nella liturgia della chiesa cattolica, politicamente, quasi, universale, e L’hanno nella scuola, nell’università, anno dopo anno, governo, dopo governo, razzisticamente, populistici (nella scuola di massa, borbottavano i ministri della p.i., sarebbe stato troppo difficile  ai fantoli delle classi popolari fare i conti con la sublime Razionalità della Lingua Latina),  resa desueta con il suo Luminoso Patrimonio di Cultura, di Filosofia, di Scienza, di Poesia, sì che nemmeno i nostri insegnantucoli di Latino padroneggiano il Latino che devono insegnare (?), mentre i Discendenti dei Vichinghi, i Norvegesi, Stampano Riviste Culturali in Latino. Comunque, la colonizzazione è cosa diversa dall’Imitazione di Ciò che è Classico. La colonizzazione si subisce (ad esempio la selvaggia evangelizzazione armata dei popoli latino – americani con la distruzione delle nobilissime Civiltà dei Maya, degli Atzechi, degli Incas; la dottrina imperialistica di g.bush della esportazione armata della democrazia), l’Imitazione è la Scelta Consapevole di una Comunità di Artisti, di Poeti, di Musicisti di IspirarSi, nell’Inseguire, Perseguire il Bello, che Diventa Esempio di Massima Eticità, all’Ideale di Ordine, Equilibrio, Armonia, di Perfezione Formale. Facendo Riferimento agli Ideali, Valori, testé elencati, il Poeta S’Inerpica alla Raffinatezza e alla Melodia della Poesia e il Pittore, lo Scultore alle misurate Proporzioni di una Figura, di un Paesaggio, di una Rappresentazione Pittorica o Scultorea di un Evento, il Musicista alle Studiate Corrispondenze di un Brano Musicale. Nel 1500 e nel 1600 la Classicità Greco – Romana in Italia, soprattutto, fu Oggetto di Imitazione e di appassionata Reintepretazione. “Sed” qualsiasi Opera, di qualsiasi periodo, se Tende al Meglio dell’ Umana Creatività, Può Assurgere alla Dignità di Ciò che E’ Definito Classico. Cicerone, Sintetizzando la sua Visione Estetica, Affermava che “l’imitazione ha un ruolo importantissimo nell’arte”. “Sed etiam”, la gregalizzazione è cosa diversa dall’Imitazione. La gregalizzazione, infatti, è la chiusura nella logica del “branco” di poche o migliaia o milioni di persone (maschere di uomini) dal fragilissimo spessore valoriale e culturale, di giovane o giovanissima stagione esistenziale, che giorno dopo giorno alzano l’asticella della pericolosità dei  comportamenti e atteggiamenti nelle loro relazioni interpersonali. Il singolo ragazzo, spalleggiato dal “branco”, si sente forte, ma deve ricompensare il “branco” del suo supporto protettivo, rispondendo alle sue sollecitazioni, provocazioni, compiendo gesti, azioni estreme, da cui possano venirgli rispetto e in casi eccezionali la greca di “leader”. Le azioni, i gesti estremi vengono dal gruppo considerati “gioco”, anche  se, quel “gioco”, raramente, risulta innocuo per chi ”gioca” e per coloro contro i quali si “gioca”. Per di più, il “Gioco” non ha finalità prossime o lontane, non ha scopi di lucro, in Esso e per Esso è contestuale il Miglioramento delle Facoltà Intellettuali di Chi “Gioca”; in Esso e per Esso Chi “Gioca” Investe tutto Se Stesso in accentuato Agonismo con Se Stesso. Così Immaginato, il “Gioco” è il Vivere medesimo, è la Sessualità medesima, attraverso la quale viene Creata “Vita nova”, è il Filosofare per mezzo del quale Si Diventa così Leggeri, così Liberi da quelle antiche conoscenze errate, che Bacone Appellava “idola”, tanto da Ascendere alla Vicinanza Contemplativa delle Idee, è il Comporre del Poeta, del Musicista, è la Rappresentazione dell’Artista, è l’Essere altra  Vita nella propria Vita dell’Attore, è lo Strappare dello Scienziato dal Mistero il Perché, il Quando, il Come della Vita dell’Universo e nell’Universo. Imparare è un “Gioco”, Insegnare è un “Gioco”, Memorizzare le Tabelline, il “Teorema di Pitagora”, le Regole di Grammatica e di Sintassi, una Terzina di Dante, per Sviluppare la Facoltà della Memoria senza la quale il Passato dell’Umanità e di Ciascuno di NOI sprofonderebbe nell’oblio. Ma non fu  un “Gioco” quello di ciccio e tore di gravina che, per dimostrare al “branco” il loro coraggio e riceverne l’alloro (?), si autorovinarono in una cisterna da altezza considerevole, scivolando in essa attraverso una strettoia cilindrica. Non fu un “Gioco” il denudare, il depilare, il decorare con caramelle  e con ”marsh mellows” il corpo di un compagno ubriaco, preso di mira dal suo “branco”, frequentante un liceo di cuneo. in gita scolastica nei pub e nelle discoteche di roma. In questo caso, trattandosi di minorenni della “tenera” età di 14 – 16 anni, ai genitori dei bulli, che si sono resi protagonisti dell’oscena bravata nei confronti di un loro compagno, Ripetiamo, di “branco”, bisognerebbe che un giudice del tribunale dei minori togliesse la  “patria potestà, per aver tentato di giustificare i prodotti mal riusciti dei loro organi sessuali,  ipocritamente, considerando “Gioco” la profanazione, da parte dei loro imberbi, di un compagno, incapace di difendersi e di reagire, in quanto nell’abbraccio di bacco e denunciasse gli insegnantucoli accompagnatori dei piccoli trogloditi per  la ”culpa in vigilando”, lasciandosi tentare da morfeo, mentre i loro scolari erano intenti, non autorizzati, a sciorinare “coram populo” le “vergogne” nascoste di un loro compagno. Non è “Gioco” il “knockout”, atto, gesto, assolutamente criminale, che ha causato e sta causando morti e feriti gravi, diffusosi negli “states” e da essi importato, anche, nell’italetta tra gli incolti emulatori dei fenomeni sottoculturali d’oltre oceano, sia licenziati dalla scuola dell’obbligo, sia possessori di laurea accademica. Tra costoro, abbiamo Ribadito nell’ ”Incipit” di questo nostro Elzeviro, non Si Espanderà, giammai, il Respiro della Migliore Intellettualità di Lingua Inglese – Americana, “sed” ciò che Essa espelle attraverso gli sfinteri dei suoi Aulici Rappresentanti. In cosa s’ostina, dunque,  il “knockout” ? Un bullo di “novella etade”, ma di sporcizia mentale vetustissima, da “man a r nannasc”, si Dice nella Lingua di bitonto, si avvicina ad uno sconosciuto e senza alcun motivo lo colpisce con due colpi al volto, tanto violenti da fargli perdere i sensi per non picciol tempo. La caratteristica precipua di codesto non “Gioco” sta nella obbligo che sia svolto  in una strada, non periferica, affollata di gente a passeggio; deve essere ripreso, possibilmente, dalle telecamere di sorveglianza e dai telefonini degli amici del bullo di turno. Le immagini dell’agguato all’inerme, anche’esso di turno, devono essere postate su “yu tube”. “In queste cose, dice un ragazzo, non c’è rabbia nei confronti di alcuno, è solo divertimento”. Ecco,  non caro ex collegume”, cosa producono i vostri innumeri progetti di “educazione alla legalità”. Se solo foste così umili da zittire in classe e aveste il Coraggio di far Risuonare in essa il “Verbo” che Uomini Formi, la cui Suprema, Etica Avvenenza non consiste in esteriori pseudoormamenti di legalità, di bontà, di condominiale moralità, loro appiccicati dalle vostre parolette, per burocratico dovere, da voi bofonchiate, ma dalla “Humanitas”, Schietta e Concreta, che a Loro sarà stata Donata dai Testimoni dell’ ”Otium” Poetico, la Condizione essenziale, ineludibile ché l’Uomo Realizzi Se Stesso in un’Ecclesia di Uomini.

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it             


Pubblicato il 8 Aprile 2015

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