Cronaca

Policlinico di Bari: allo sfascio il Pronto Soccorso e oggi c’è il ‘flashmob’ della Cgil

La sanità è al collasso e i cittadini, privi di un’efficace rete Territoriale alternativa, sono costretti a recarsi nei Pronto Soccorso di ospedali senza più i posti letto  sufficienti. Lo spettacolo delle barelle in fila nei corridoi dei corridoi vicino alle sale di emergenza, sta diventando quotidiano anche negli ospedali pugliesi. Insomma, la riduzione dei fondi e del personale ricade direttamente su chi lavora, soprattutto medici, infermieri e operatori sanitari, privati di un diritto, ma anche costretti a turni massacranti per mantenere i servizi. Con una campagna informativa e una mobilitazione che si terrà proprio stamani sul caos che oramai regna sovrano  e incontrastato da tempo al Pronto Soccorso del Policlinico di Bari, però, sio cercherà di dare un’altra angolazione al problema: un ‘flashmob’ organizzato dalla Funzione Pubblica Cgil che – ai cittadini partecipanti – ha già lanciato la sua domanda provocatoria: “siete sicuri di volervi far curare da medici e infermieri stressati?”. Ma andiamo ai fatti. In Puglia a causa del Piano di Rientro sono stati chiusi ventidue ospedali e tagliati duemila200 posti letto senza che sia stata prima potenziata la medicina del territorio. “Il blocco del turnover e delle assunzioni ha causato in Puglia la perdita di 3000 posti di lavoro. Sono rimasti sulla carta come ipotesi mai realizzate, o non completate o ancora inaugurate ma mai diventate operative: Case della Salute, Poliambulatori distrettuali, Studi dei Medici di famiglia”, spiegano Domenico Ficco e Antonio Mazzarella, rispettivamente segretario generale e coordinatore regionale della Fp/Cgil Medici. Che non risparmiamo le critiche feroci ai governanti regionali che si occupano di sanità e relativo sfascio. “Anziché attaccare le vere fonti di spreco (acquisizioni di beni e servizi da privati costose ed improduttive, estesi anche alla assistenza diretta dei pazienti, spesa farmaceutica, che vede la Puglia ai primi posti per numero di ricette, acquisto di tecnologie in seguito sottoutilizzate, apparati amministrativi  spesso inefficienti anche per la carenza di personale non apicale,) il Governo taglia in maniera trasversale sempre e solo i contingenti di personale. La conseguenza è la riduzione di prestazioni ai cittadini soprattutto alle fasce più deboli (pensionati e disoccupati) fino alla negazione del diritto alla salute. E’ questo il vero motivo del collasso dei Pronto Soccorso in tutta Italia”. E non è finita. “La riduzione delle vaccinazioni quale causa dell’aumento degli accessi in Pronto Soccorso è una menzogna mediatica lanciata per coprire le vere ragioni del problema: la fragilissima tenuta del sistema che non è più in grado di garantire assistenza ai cittadini che pagano, insieme ai lavoratori ormai allo stremo, il conto di una politica “malata” che chiede alle Regioni di rispettare i Livelli Essenziali di Assistenza ma pretende ben quattro miliardi di risparmi”. Per questo il maggiore sindacato di sinistra ha organizza to iniziative in tutta Italia, a Bari come detto al Pronto Soccorso del Policlinico, a Piazza Giulio Cesare, dalle dieci a mezzogiorno, con un ‘flashmob” finalizzato a dare sostegno ai cittadini. E sempre al Policlinico di Bari, ma tra poco meno di un mese e precisamente l’11 febbraio, è in programma una iniziativa sulla Medicina del Territorio: un momento di riflessione per affrontare insieme alle istituzioni, le cause del mancato decollo del settore e le proposte più adeguate per il suo funzionamento. Il guaio è che tra convegni, scioperi, manifestazioni, flasmob e incontri sindacali, la sanità pugliese è sotto le macerie nonostante impegni, proclami e promesse di Vendola, Tedesco, Fiore, Gentile e Pentasuglia…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 23 Gennaio 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio