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Policlinico: mobbizzato, vince davanti ai giudici e presenta il conto

Dopo quasi otto anni di ricorsi e controricorsi perfino dinanzi al Presidente della Repubblica, tra carte bollate e delibere adottate dall’amministrazione del Policlinico Consorziale di Bari sempre contestate, Gaetano Violante non s’è mai perso d’animo di fronte alle decisioni di chi, dall’alto, aveva deciso di accantonarlo senza troppe spiegazioni dal suo posto di responsabilità. E anche se adesso è in pensione e sta pensando se sarà anche il caso di chiedere un congruo risarcimento danni, anche se gli hanno rimborsato tutte le spesi legali sostenute, lui ha vinto su tutta la linea le cause intentate contro l’Azienda Policlinico di Vitangelo Dattoli. E adesso ha deciso di presentare il conto piuttosto salato finora a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale, tra gli altri, a Procura della Corte dei Conti e Ministero della Finanze. Toccherà a loro darsi da fare, insomma, perché accertino se in tutta la sua vicenda ci sia stato danno erariale e danni al Servizio Sanitario Regionale per il conferimento a privati di incarichi dirigenziali in violazione di legge. Ma andiamo per ordine. Nell’ultimo suo esposto-denuncia presentato pochi giorni fa Violante, già dirigente dell’Azienda Ospedaliero-universitaria Consorziale “Policlinico” di Bari, è partito proprio dal decreto datato 30 ottobre 2014, con cui il Presidente della Repubblica, accogliendo il suo ricorso straordinario, ha annullato la deliberazioni n. 1702 del 21/12/2009 con cui il Direttore Generale dottor Vitangelo Dattoli – con il parere favorevole dal Direttore Amministrativo – pur in presenza di adeguate risorse professionali aziendali, aveva attribuito a un “soggetto   privato   estraneo   all’Azienda   incarico   dirigenziale”. Determinando un esborso ingiustificato a carico del Servizio Sanitario per pagare stipendi al professionista esterno (che doveva occuparsi principalmente di software e informatica) di circa 500mila euro. Nel lungo contenzioso che ha visto coinvolto Gaetano Violante, bisogna dirlo, sono stati interessati perfino i giudici presso la Corte di Cassazione che hanno condannato l’amministrazione ricorrente (e cioè il Policlinico di Bari…) anche al sostenimento delle spese del giudizio ammontanti a circa 10mila euro, mentre dopo il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica quest’ultimo con proprio decreto, ha disposto la trasmissione degli atti “alla Procura della Corte dei Conti della Puglia per le eventuali valutazioni dei “profili di competenza”. Ora è chiaro che per l’ex dirigente messo da parte ingiustamente, che nel 2009 si vide preferire al suo posto un consulente privato, è giunto il momento di capire se è stata effettuata dagli organi dell’Azienda di piazza Giulio Cesare prima di tutto la segnalazione della sua condanna alle spese per il procedimento in Corte di Cassazione. Ma l’ex dirigente amministrativo ha anche chiesto al Ministro dell’Economia e delle Finanze di conoscere le eventuali azioni poste in​ essere dal Collegio Sindacale dello stesso Policlinico, all’interno del quale è anche presente un rappresentante dello stesso MEF. Nell’esposto il meticoloso Gaetano Violante mette in fila le sei/sette deliberazioni passate al setaccio e contenti per filo e per segno tutte le spese dell’amministrazione sanitaria –tra stipendi, indennità e benefit vari – a favore del consulente esterno nemmeno laureato in informatica. Una vicenda all’epoca denunciata senza risultati finanche dal battagliero ex consigliere e sindacalista barese Gino Cipriani. Alla fine, come detto, l’informatico fortemente voluto dal diggi del Policlinico di Bari, ha garantito le sue prestazioni fino ad agosto 2014, vale a dire finquando è stato rimosso in seguito al ricorso straordinario presentato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Decisione sofferta, adottata dopo aver preso atto di un altro parere (un altro filone giurisdizionale con tanto di spese) dinanzi al Consiglio di Stato che, ultimo grado di giudizio amministrativo, aveva anche sancito come il diploma di laurea fosse <<titolo necessario>> per l’accesso alla posizione apicale. E al Policlinico Consorziale di Bari ci son voluti giudici supremi, decreti presidenziali e sommi gradi di giudizio, per stabilirlo, a carico esclusivo del contribuente ….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 3 Ottobre 2017

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