Cronaca

Politici di lungo corso ed eventi storici, un Pisicchio si è dimesso…

 

E’ sicuramente un evento di portata quasi storica la scelta del neo consigliere regionale Alfonsino Pisicchio di dimettersi dalla carica di consigliere metropolitano di Bari e conseguentemente di rinunciare alla delega di vice di Antonio Decaro alla “Città metropolitana di Bari” con funzione al Bilancio. Infatti, non era mai accaduto prima nella storia politica del capoluogo che un esponente politico della famiglia Pisicchio si dimettesse da una carica istituzionale senza che questa fosse incompatibile con altra carica di importanza maggiore ricoperta dallo stesso esponente. Questa volta invece è accaduto e poco importa se il mandato di Pisicchio nella “Città metropolitana” era a titolo gratuito come, peraltro, per tutti gli altri amministratori dell’Ente, e come prevede la legge Delrio, istitutiva delle “città metropolitane” e delle nuove Province non più elette direttamente dal popolo, ma dai consiglieri dei Comuni che ne fanno parte.  La decisione di Pisicchio, ad abbandonare l’incarico di componente del consiglio metropolitano nel quale è risultato eletto lo scorso 12 ottobre a seguito di una consultazione di secondo grado, è stata comunicata con una lettera inviata a Decaro alla vigilia dell’incontro che si svolgerà lunedì prossimo in Regione, per stabilire la composizione delle commissioni consiliari permanenti, ma soprattutto per decidere i nomi dei consiglieri di maggioranza che saranno chiamati alla presidenza di ciascuna commissione. Per cui non è da escludere che Pisicchio abbia rinunciato all’incarico nella Città metropolitana perché punta ad avere alla Regione la presidenza di una commissione. E questa, come è noto, è una carica per la quale spetta un’indennità aggiuntiva, cosa invece non prevista per il ruolo di consigliere e delegato della Città metropolitana. A Pisicchio nel consiglio metropolitano subentrerà Michele Laporta, primo dei non eletti della lista dei consiglieri comunali di centrosinistra nella quale era stato candidato, per l’appunto, lo stesso neo consigliere regionale che ora ha deciso di uscire di scena dal nuovo Ente di via Spalato. Scrive Pisicchio nella lettera a Decaro: “Lascio la Città metropolitana di Bari che ho avuto l’onore di tenere a battesimo fin dalla sua fase costitutiva, scrivendo con i miei colleghi e poi approvando a tempo di record il suo Statuto”. Da non dimenticare che trattasi di uno Statuto per redigere il quale Pisicchio si è particolarmente  impegnato, ma che ad onor del vero va pure ricordato che in esso non è stata recepita la possibilità di rendere elettivo a suffragio universale da parte del popolo sindaco e componenti il consiglio della Città metropolitana barese. Facoltà, questa, prevista all’articolo 22 della legge 56/2014, la Delrio per l’appunto, ma non recepita nello Statuto metropolitano. Precisa, inoltre, Pisicchio nella missiva al sindaco metropolitano, nonché Primo cittadino di Bari, nella cui Assemblea comunale siede lo stesso Pisicchio: “Le dimissioni, da un ruolo che veniva svolto a titolo totalmente gratuito e per cui non esistono profili di incompatibilità giuridica con il mio nuovo mandato popolare di consigliere regionale, sono irrevocabili. Restituisco un incarico ‘politico’, dunque, che ha visto come mandanti diretti non i cittadini ma i loro rappresentanti. Non che questo menomi la natura democratica del mandato, ma fa in modo che essa attraversi la politica, per farsi elezione di secondo grado”. Quindi, dimissioni irrevocabili per Pisicchio dalla Città metropolitana. E questo non fa che confermare l’ipotesi che il neo consigliere regionale barese della lista “Emiliano per la Puglia” punti in Regione alla presidenza di una commissione, se non addirittura ad ottenere dal neo governatore pugliese un posto in giunta con una delle deleghe ancora scoperte perché, come è noto, rifiutate dai tre esponenti del ‘Movimento 5 Stelle’. Ipotesi, quest’ultima, però più remota, visto che il nome di Pisicchio non figurava neppure nell’elenco dei 10 nomi indicati dal presidente della Regione e sottoposti al voto del popolo delle sagre di ‘emiliana memoria’. Ma nella missiva la precisazione più importante di Pisicchio è quella che non si dimette da consigliere comunale di Bari. Infatti, il neo consigliere regionale della civica ‘Emiliano per la Puglia’ ha pure dichiarato: “Resterò fedele invece al mandato conferitomi poco più di un anno fa dai cinquemila cittadini baresi di rappresentarli in seno al Consiglio comunale di Bari. E’ un mandato popolare che svolgerò a titolo gratuito, dunque non gravando sul bilancio comunale, e che cercherò di portare avanti al meglio delle mie possibilità, così come sono abituato a fare, garantendo la mia presenza in Consiglio comunale ed il mio contributo fattivo all’azione amministrativa”. E poi aggiunge: “Bari ha bisogno di una ripartenza, di un profilo più incisivo di governo che, partendo dalla necessità di una robusta ‘manutenzione’ della città, ne rivendichi la dimensione di capitale del Sud. Ad un anno dall’avvio della nuova esperienza amministrativa è forse giusto, nel rinnovare la fiducia al destinatario del nostro impegno elettorale nella scorsa tornata, ‘fare un tagliando’ all’azione di governo della città”. Insomma, a restare a bocca asciutta è il primo dei non eletti della “lista Pisicchio” che lo scorso anno era presente alle amministrative baresi e grazie alla quale Alfonsino riuscì ad accaparrarsi il seggio nell’aula “Dalfino” a Palazzo di Città. Per la cronaca, ricordiamo pure che fu l’unico seggio riportato da quella lista, ottenuto grazie al premio di maggioranza, visto che i voti complessivi della lista furono poco più di 4600, ma grazie soprattutto ai voti dati alla lista dal primo e dal secondo dei non eletti, che contribuirono in maniera determinante a far scattare il quorum necessario a conseguire il seggio, in quanto i voti di preferenza ottenuti dai primi due candidati non eletti della “lista Pisicchio” furono di gran lunga superiori alla media dei voti riportati da tutti gli altri candidati. Ad onor di cronaca ricordiamo pure che Alfonso Pisicchio in passato è già stato consigliere regionale della Puglia dal 2000, quando fu eletto sempre nel centrosinistra con la lista “Rinnovamento Italiano” di Lamberto Dini, fino al 2005. All’epoca lo stesso Pisicchio era pure presidente dell’allora Consiglio provinciale di Bari, carica a cui era stato eletto nel 1999, a seguito dell’accordo al ballottaggio con Marcello Vernola, divenuto poi presidente della Provincia di Bari proprio grazie all’alleanza con la formazione politica capeggiata da Pisicchio. Però nel 2000, dopo l’elezione in via Caspruzzi, Pisicchio non si dimise dall’incarico ricoperto alla Provincia. Così come il fratello Pino, ininterrottamente parlamentare nazionale dal 2001, non lasciò mai, tra il 2004 ed il 2009, il seggio da consigliere comunale di Bari al primo dei non eletti della lista civica di cui nel 2004 era stato candidato sindaco e grazie alla quale era riuscito ad entrare soltanto lui nell’aula “Dalfino”. Un posto da consigliere comunale non lasciato nonostante i numerosi impegni da deputato e le numerose assenze nell’Aula comunale barese. Per cui le attuali dimissioni dal Consiglio metropolitano barese di Alfonsino appaiono – a detta di molti –  come un evento quasi storico per la famiglia dei politici Pisicchio, che in passato hanno sempre fatto il cumulo degli incarichi a livello familistico, senza mai lasciare alcunché per gli altri. Anche quando erano della loro stessa cordata partitica.         

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Luglio 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio