Polizia Locale: arriva la rivoluzione delle microtelecamere sulle divise
Dopo le ultime aggressioni agli agenti di Polizia Locale barese in servizio per strada, una sterzata per garantire maggiore sicurezza alle nostre divise bianche ci voleva. E così la Giunta Comunale ha subito approvato il regolamento per l’uso delle ‘telecamere indossabili’, con una delibera di pochi giorni fa. Un atto subito apprezzato dai consiglieri comunali. “La decisione del Comune di Bari di acquistare dieci body-cam da dare in dotazione alla polizia locale va nella giusta direzione. Finalmente anche l’amministrazione del capoluogo decide di uniformarsi alle strategie di sicurezza adottate in altre città, garantendo sicurezza alle donne e agli uomini in divisa che ogni giorno prestano servizio per strada rischiando non poco. Non a caso nelle ultime settimane abbiamo assistito a una lunga lista di aggressioni ai danni degli agenti e questa strumentazione è utilissima al fine di prevenire violenze, disordini e azioni criminali”, ha applaudito il capogruppo del Gruppo Misto di centrodestra al Comune, Michele Picaro. Il quale però al sindaco Decaro, nonché assessore alla polizia locale e al suo delegato Lino Martinelli, ha chiesto di indicare altrettanto rapidamente “tempistiche e modalità di utilizzo di questi utilissimi dispositivi”. E allora, in attesa che il disciplinare approvato la settimana scorsa a Palazzo di Città per dotare le giubbe dei nostri caschi bianchi di telecamere grandi quanto un pacchetto di sigarette, diventi operativo, vediamo cosa accade in altri comuni dove l’occhio elettronico in grado di registrare per sei ore di seguito il servizio per strada già funziona. Così la “body security cam” garantirà la sicurezza ai cittadini e ai vigili in servizio anche nelle strade di Bari, speriamo senza dover attendere più di tanto. Una soluzione che è già stata adottata nelle città di Milano, Torino, Prato e Monopoli, senza andare troppo lontano. Con tutte le tutele del caso, le piccole telecamere saranno in dotazione ai vigili urbani impegnati nelle operazioni più impegnative: il minuscolo occhio elettronico riprenderà l’intervento in corso in tutti i suoi particolari, per tutelare sia l’agente in azione sia i cittadini coinvolti e funzioni dunque da deterrente, anche perchè l’intervento non degeneri o non si sconfini in un reato. A Roma a lanciare l’idea è stato il sindacato del Sulpl che avviò le pratiche per le richieste su base volontaria, dotandole ai primi agenti che avessero volute sperimentarle. La consegna e l’avvio al Comando di Bari per adesso sono ‘top secret’, ma non è detto che ci voglia molto tempo. Ma andiamo ai particolari. La micro telecamera verrà posizionata sulla divisa degli agenti in divisa e, una volta terminato il turno, il video verrà scaricato in caso di necessità. Una rivoluzione, anzi un vero e proprio strumento di tutela per i vigili e per i cittadini, ma anche per chi svolge i servizi in strada, considerate le aggressioni degli ultimi mesi a causa dei controlli anticovid e non solo. La delibera approvata il 12 febbraio dalla giunta comunale barese richiama tutte le norme in vigore sulla tutela della privacy, anche a livello europeo, però sarà sempre bene ricordare che, poiché le ‘bodycam’ raccolgono dati personali, bisognerà stare attenti che il loro impiego non violi i diritti dei soggetti ripresi. Con i pareri n. 6197012 e 6197365 del 2017, infatti, il Garante ha disciplinato i tipi di trattamento effettuati per finalità di pubblica sicurezza e ha sancito a quali principi in materia di privacy devono attenersi Organi, Uffici e Comandi di polizia. Escludendo, ad esempio, quelli finalizzati all’attività di pubblica sicurezza da quelli compiuti per finalità amministrative e quelli per i quali non è dimostrata relazione diretta, appunto, con la finalità di polizia. Al Comando di via d’Aquino, peraltro, le videoriprese acquisite tramite le microtelecamere saranno <<conservate ordinariamente per sette giorni dalla loro registrazione e, allo scadere del predetto periodo, cancellate definitivamente da qualsiasi supporto di memorizzazione>>, come si legge ancora nella delibera n. 70/2021. Ma per periodi superiori a sette giorni
se contengono “notizie di reato” e, comunque, non oltre due mesi salvo diversa indicazione dell’Autorità Giudiziaria.
Francesco De Martino
Pubblicato il 16 Febbraio 2021