Cronaca

Polo della giustizia: che fine ha fatto lo studio di fattibilità del Comune?

E’ sempre più allarme giustizia a Bari, dove l’edilizia giudiziaria, appunto, e’ ancora in una “situazione emergenziale”. La condizione di frammentazione in ben “otto sedi giudiziarie, non vicine tra loro e nessuna tra loro adeguata e degna”, si traduce in un costante rischio di gravi disservizi e in un fattore di forte disagio per tutti gli operatori della giustizia e i cittadini”. L’ allarme arriva dal gruppo di Magistratura Indipendente al Consiglio Superiore della Magistratura che, con il consigliere Antonio Lepre, proprio ieri ha chiesto a Palazzo dei Marescialli di non restare “silente” sul problema, appunto, dell’edilizia giudiziaria nel capoluogo pugliese. E di pungolare il ministro Alfonso Bonafede sulla realizzazione di un “polo unico” della giustizia. “La situazione dell’edilizia giudiziaria a Bari, con le decine di migliaia di processi da celebrare e con le prescrizioni che incombono, necessita’ di un impegno corale, di un’ attenzione inusuale e di una sollecita risposta”, ha sostenuto tra l’ altro Lepre. Di qui la richiesta al Csm di attivarsi per sapere dal ministro alla Giustizia quale sia stato l’esito dello studio di fattibilità per il polo unico della Giustizia, quali siano gli eventuali ostacoli alla realizzazione di questa unica struttura e se intenda andare avanti ripetendo gli stanziamenti necessari “per finalmente dotare la città di Bari di un luogo veramente idoneo all’ esercizio della giurisdizione”. In affetti da Invitalia e dallo stesso Ministero di via Arenula sul progetto riguardante le ex Casermette di via Alberotanza è calato un silenzio preoccupante, anche dopo gli interrogativi posti sullo stesso argomento dal nostro giornale –per iscritto- nonostante risalga a poco oltre un anno fa la deliberazione della giunta comunale con cui si confermava l’intenzione di trasferire il ‘Polo della Giustizia’ dal rione Libertà a Carrassi. All’interno dell’ex area militare tra via Giuseppe Fanelli e Corso Alcide De Gasperi, appunto. Una storia infinita, quella della sede unica della giustizia a Bari, anche alla luce degli ultimi interventi di comitati e associazioni –come quello del Comitato “Giustizia al Libertà” – che all’inizio del 2018 ha depositato presso l’Ufficio di Gabinetto del Sindaco Decaro una petizione popolare firmata da ben millenovecento, a voler essere precisi, cittadini baresi. Una petizione con la quale al Comune di Bari era stato chiesto di non trasferire il “Polo della Giustizia” dal quartiere Libertà al quartiere Carrassi. Una petizione, per essere ancor più chiara, che tanto per dimostrare il rispetto che ha l’amministrazione civica per i suoi concittadini, <<…giace all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio Comunale dal 28 agosto 2017. E finora non si è registrata alcuna volontà politica della maggioranza di centrosinistra di permetterne la discussione>>, come sostenevano gli stessi componenti del comitato. Da non dimenticare, dunque, la deliberazione giuntale del Municipio (n. 14/2018) con cui, a fine gennaio 2018, è stato approvato lo schema di Protocollo di Intesa tra Ministero della Giustizia, Agenzia del Demanio, Città Metropolitana di Bari, Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per Campania, Molise, Puglia e Basilicata, Presidente della Corte di Appello di Bari, Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Bari e Comune di Bari, ai sensi della Legge n. 241/90, per l’avvio delle attività da sviluppare ai fini della realizzazione dell’intervento “Polo della Giustizia di Bari. Sarebbe, dunque, oggi ancora più urgente la discussione di quella petizione popolare in Consiglio Comunale, in tandem con le pressioni sul Csm, per verificare quale sia l’attuale, reale indirizzo in merito alla risoluzione del problema “Polo della Giustizia” nella Città di Bari, piuttosto che approvare frettolosamente schemi e protocolli dopo aver dato già via libera a progettazioni e incarichi. Dei quali non si sa niente, nonostante lo spinoso argomento sede unica dei tribunali e palagiustizia sparpagliati per la Città di Bari. Anche l’ex presidente circoscrizionale Leonardo Scorza ha raccolto le firme di tantissimi cittadini baresi – spiegando loro le ragioni contro la sede unica della giustizia in un’area strozzata da traffico e smog – coi tavolini davanti agli ingressi di parchi e giardini, come si faceva una volta. <<In una cornice urbana che scoppia a causa della presenza di numerose scuole, istituti e uffici vari – ci tiene a precisare Scorza – e senza alcuno studio sui flussi di traffico, sulle necessarie aree di parcheggio e un dettagliato piano particolareggiato, Decaro decide di insediare il Polo della Giustizia. Considerata la dimensione sovra-comunale dei servizi giudiziari, in questa situazione e senza uno svincolo diretto di entrata e uscita in tangenziale, l’intera area collasserà con un degrado della qualità della vita dei residenti, oltre che l’aumento dell’inquinamento acustico ed atmosferico che raggiungerà livelli assai pericolosi per la salute>>. Cosa si aspetta per parlarne almeno in Aula Comunale, visto l’immobilismo di ministeri e agenzie varie, prima che nell’Aula ‘Dalfino’ scocchi il rompete le righe?

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 7 Febbraio 2019

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