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Popolare Bari: altri filoni d’indagine a conclusione

E i legali delle associazioni annunciano altre richieste risarcitorie

Arriva a conclusione un altro troncone di indagini riguardante la Banca Popolare, dopo che Procura di Bari ha emesso altri avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti degli ex vertici BpB con le accuse di falso in bilancio (anni 2016, 2017 e 2018), ostacolo alla vigilanza della Consob e di Bankitalia, ma anche estorsione e lesioni personali ai danni di un manager e aggiotaggio bancario ai danni degli azionisti. “Annunciamo fin d’ora che ci costituiremo parte civile nell’eventuale procedimento penale”, ha subito fatto sapere l’avvocato Corrado Canafoglia dell’ufficio legale in rappresentanza dell’Unione Nazionale Consumatori che, con i colleghi Antonio Calvani, delegato Unc/Puglia per le crisi bancarie, ed Ennio Cerio di Campobasso e Valentina Greco di Roma, assiste i risparmiatori nei due processi penali attualmente in corso nel capoluogo pugliese a carico dei vertici della Popolare di Bari. “Se ci sarà questo terzo processo aumenteranno, ovviamente, le possibilità di risarcimento per i risparmiatori, soprattutto alla luce del fatto che in uno dei procedimenti in corso la Banca era stata esclusa quale responsabile civile”, ha precisato ancora Canafoglia. Per il quale è evidente, comunque, che al di là dei processi, serve anche una soluzione sul piano politico per aiutare i risparmiatori traditi, soprattutto quelli meno abbienti e più in difficoltà, mentre sono migliaia parti civili e azionisti già costituiti dinanzi al Tribunale di Bari nel processo in corso da oltre un anno sulla vecchia gestione BpB con gli ex amministratori dell’istituto bancario barese accusati di ostacolo alla vigilanza e false comunicazioni sociali nell’ambito del procedimento sulle cosiddette “operazioni baciate”. La banca con sede centrale a Corso Cavour a Bari, che ha già patteggiato una sanzione pecuniaria di 240mila euro per la responsabilità amministrativa, è costituita come responsabile civile. Per l’Unione nazionale consumatori, che si vede parte civile nel processo, “appare incredibile come su circa 60mila azionisti solo una modesta percentuale sia a difendere i propri interessi”, mentre tra le altre parti civili costituite dinanzi al collegio giudicante barese, ci sono Federconsumatori/Puglia, Codacons, Comune di Bari e Regione Puglia. In particolare la Regione, motivando la propria costituzione, ha evidenziato che “i fatti contestati hanno anzitutto leso l’immagine” dell’ente, anche “rispetto alle attrattive imprenditoriali del territorio, sia per le ricadute occupazionali, che per l’affidabilità del mercato regionale così gravemente inquinato e ferito per il danno inferto al tessuto economico e alla produttività della regione Puglia”. L’obiettivo delle parti civili, hanno ribadito i legali,  è raggiungere il giusto ristoro per il danno subito a seguito dell’azzeramento delle proprie azioni, ma per raggiungere tale obiettivo, stante i tempi della giustizia nostrana, sembra proprio essere necessario parecchio altro tempo.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 9 Marzo 2023

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