Porte aperte alla Regione che vuole stabilizzare i precari prima delle elezioni
E’ tempo di crisi, soprattutto del lavoro, ma non per tutti. Dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, infatti, arriva un’ottima notizia per i giovani precari al servizio ormai da anni all’interno dell’amministrazione regionale pugliese. Grazie al lavoro dei deputati pugliesi del Partito Democratico Dario Ginefra e Antonio Decaro e al presidente della Commissione Francesco Boccia, le pubbliche amministrazioni che al 2012 non erano in eccedenza di personale, insomma, potranno procedere con proprie risorse alla stabilizzazione del personale precario con più di trentasei mesi di anzianità. La Regione Puglia potrà in questo modo avvalersi in maniera più stabile delle loro competenze. Per i deputati baresi che hanno lavorato non poco, allo scopo di raggiungere questo risultato, si tratta <<….di un meritato riconoscimento nei confronti di lavoratori che con pazienza e spirito di sacrifico, seppur con contratti precari, hanno contribuito a garantire alla Regione Puglia qualità e tempestività nell’amministrazione di importanti settori e hanno aiutato questa regione del Sud a raggiungere in alcuni casi livelli di eccellenza riconosciuti dall’Unione Europea>>. Per questo risultato il segretario del Partito Democratico pugliese Sergio Blasi s’è sentito in dovere di ringraziare i deputati piddì che, con le loro iniziative, hanno fatto onore al partito pugliese. Eppure non tutto potrebbe filare cosi’ liscio. Dopo la relazione al bilancio di previsione 2012/2013 e una visita più attenta del sito web della Regione, sei mesi fa la sezione pugliese della Corte dei Conti ha presentato una sfilza di osservazioni sui “….numerosi contratti di collaborazione coordinata e continuativa e di incarichi di consulenza”. Rapporti di lavoro che, a detta degli stessi giudici contabili pugliesi, dovrebbero “essere destinati ad avere decorrenza prevalentemente dalla fine del mese di dicembre 2012 o dall’esercizio 2013”, pur essendo stati sottoscritti in tantissimi casi negli anni precedenti. Osservazioni che hanno già provocato un mezzo terremoto in quegli uffici regionali al Personale che, senza pensarci su due volte, a giugno scorso hanno immediatamente chiesto chiarimenti nero su bianco a tutti i servizi e assessorati per ‘monitorare’, appunto, il personale in servizio nell’Ente governato ormai da ben otto anni dalla coalizione di centrosinistra. Un Ente che annaspa in un mare di assunzioni tra consulenze, collaborazioni e contratti co.co.co. e co.co.pro. a tutti i livelli per centinaia e centinaia di unità delle quali, come abbiamo scritto e ripetuto su queste colonne, neppure al Servizio Personale di via Celso Ulpiani hanno praticamente contezza. Una resa senza condizioni, specie adesso che dalla Sezione contabile di via Matteotti sono arrivate osservazioni e richieste di chiarimenti a catena, per cui dirigenti e capiarea dovranno sudare le proverbiali sette camicie e andare a scavare le tipologie contrattuali applicate. Ricavabili, come si puo’ leggere nelle missive che giravano vorticosamente in Regione, dal d.lgs n. 276/2003 (cd, Legge Biagi) ai vari “…rapporti occasionali e non superiore a 30 giorni nell’anno solare, a fronte di una durata fino a due anni prevista nei contratti evidenziati – e all’importo del corrispettivo previsto – limitato a 5.000 euro rispetto a compensi finanche di 36mila euro previsti per alcuni contratti evidenziati dalla Corte”. Ed ora, a fronte delle tabelle e report sul personale precario assunto in Regione nei vari servizi, appare piuttosto strano che solo da fine 2012 o inizio 2013 siano finiti sotto la lente degli esperti contabili questa pletora di contratti stipulati attraverso selezioni ‘ad personam’, durante la gestione illuminata d’un Vendola che ha creato -all’interno della sua Regione illuminata- un precariato sconfinato. Proprio lui che, da palchi, comizi e salotti televisivi, il precariato ha sempre urlato di volerlo combattere e sconfiggere. Assunzioni di comodo e senza controllo, invece, che hanno gravato la Regione Puglia di costi spropositati per dipendenti ‘precari’ e dal futuro comunque incerto, nonostante impegni e promesse del Partito Democratico –guarda caso- non lontano dalle prossime elezioni regionali. Personale precario che Nichi Vendola, a onor del vero, ha cercato disperatamente di stabilizzare in tutti i modi, riuscendovi solo alla chetichella, com’è capitato qualche anno fa all’Agenzia Regionale alla Mobilità (AREM) dove i dipendenti precari sono stati stabilizzati con una semplice determina dirigenziale, senza concorso pubblico. Insomma, alla Regione Puglia accade di tutto e di più: dipendenti contrattualizzati in qualità di consulenti, o collaboratori coordinati e continuativi o a progetto che dir si voglia che adesso rivendicano giustamente la stabilizzazione: un enorme buco nero che solo adesso si prova a ripianare.
Francesco De Martino
Pubblicato il 19 Dicembre 2013