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Portieri-bluff, figuracce e ‘scarpate’

Nel calcio è quello del portiere il ruolo più delicato. Se il portiere sbaglia, nove volte su dieci è gol. E spesso basta un gol per perdere una partita, un campionato, una promozione. Il pubblico, che certe cose non riesce a capirle, non perdona. Un esempio : 74’ di Sassuolo-Livorno, domenica scorsa. Rosati, numero uno dei padroni di casa la fa grossa e Paulinho mette a segno il terzo gol. Esasperato, un supporter romagnolo si sfila una scarpa e la lancia verso il portiere, senza colpirlo. Sono cose di cui si può sorridere in tempi di cori razzisti, di risse in campo e scontri sugli spalti, di calcio scommesse e doping perché rimandano a quella dimensione del pallone quasi bonaria e più autenticamente popolare che abbiamo smarrito agli inizi degli anni sessanta. A Bari non ci risulta sia mai successo ciò che è capitato a Rosati, benché non pochi cattivi portieri abbiano difeso la porta della società biancorossa. In principio fu Claudio Mantovani (campionato di B 67/68). Mantovani veniva dal Milan, dove giocando appena 11 partite in tre anni aveva rimediato 12 gol. Da noi fece anche peggio. Dopo le prime sei partite il  Bari aveva già 14 reti al passivo. Fu dopo una sconfitta interna (Bari-Reggina 1-2) che Mantovani venne cacciato ; lo sostituì Miniussi, che all’Inter faceva da secondo a Sarti. Ma nel campionato di B 72/72 vestendo la maglia del Cesena Mantovani si prese la sua rivincita mantenendo la porta inviolata per 1251 minuti. L’aria del Della Vittoria gli aveva portato male? L’interrogativo ci riporta alla memoria il caso di Emmerich Tarabocchia, che in C, stagione 74/75, con la maglia del Lecce non subì gol per 20 partite, per un totale di 1791 minuti. Passato al Bari l’anno successivo, Tarabocchia scese in campo solo tre volte, incassò 5 gol e a novembre si trasferì alla Lucchese dove giocò una ventina di volte prima di chiudere la carriera. Venendo a giorni più vicini, ecco Graziano De Luca. Fu titolare per due campionati di serie B (77/78 e 78/79) nel corso dei quali giocò 48 partite incassando altrettanti gol. Infine Giulio Drago. Reduce da cinque stagioni con la maglia dell’Empoli (144 gol subiti il 165 partite), Drago approdò a Bari nella stagione 89/90. Vulnerabile sui tiri da lontano e incerto nelle uscite (si diceva fosse miope), Drago venne svenduto dopo appena 10 incontri, nel corso dei quali era riuscito ad incassare 18 gol ; non sempre vale il detto : nomen omen. Eppure, anche a fronte di tante malefatte,  nessuno di questi numeri uno ha rimediato una ‘scarpata’. Forse è il caso di ricordare che, a differenza di quello di Reggio Emilia, dove gioca il Sassuolo, gli stadi di Bari non sono mai stati all’inglese. Ciò significa che almeno trenta metri di distanza mettono il portiere al sicuro da qualunque intemperanza. Diversamente, e sì che a Bari ne avremmo viste volare di scarpe verso le porte.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 6 Settembre 2013

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