Cronaca

Porto-Fiera-Stazione, la mancata metropolitana di superficie

Quanti ricordano il passaggio a livello a doppia croce di Sant’Andrea fra Corso Vittorio Veneto e via Brigata Regina? Sembra incredibile ma fino alla metà degli anni settanta binari attraversavano quell’incrocio. Era quella una tratta che, distaccandosi dalla linea Bari-Bologna all’altezza del cimitero, deviava verso nord in direzione del mare. Attraversata via Napoli (anche qui un’altra croce di Sant’Andrea, questa volta singola essendo il binario unico), il percorso lambiva il Mattatoio e s’incurvava verso l’ansa, allora ben lontana dall’idea d’essere un giorno colmata, di Marisabella. Qui, uno scambio permetteva ai convogli di dirigersi in Fiera o in Porto. Tracce di quella grandiosa opera sono visibili in Viale Orlando, nel tratto di Corso Vittorio Veneto che lambisce il mare e all’altezza di Molo San Vito. Un po’ alla volta estirparono tutto. Il trasporto su gomma si era rivelato più economico e meno macchinoso di teorie di vagoni trainate da piccole vaporiere da manovra ;  e a chi ancora si opponeva veniva opposto che quelle rotaie, arrugginite dal disuso, erano divenute un intralcio per il crescente traffico di automezzi. Chiacchiere. A Milano, a Torino e nelle grandi città nord europee dove il traffico auto veicolare è incomparabilmente superiore a quello di Bari nessuno si sogna di svellere binari e mandare in pensione i tram. Anzi. Fossero state lasciate al loro posto quelle rotaie, chissà se ora non staremmo a considerare l’idea di una metropolitana di superficie che partendo dal Porto (o da San Cataldo) girasse intorno al borgo murattiano per raggiungere la Stazione Centrale e di là proseguire connettendosi con la linea sud-est, la sud o la nord adriatica, la Bari-Taranto. Sì, è il senno di poi. E’ il caso di osservare che negli stessi anni in cui si cominciava a rimuovere il tracciato Fiera-Porto, l’Amtab metteva fuori uso le ultime filovie. Il mezzi pubblici a trazione elettrica attivi sulle storiche linee 4, 5, 8, Circolare D/S e PL (Petruzzeli-Lido di San Francesco, attiva solo da giugno a settembre) vennero sostituite da bus di nuova generazione. Si disse che le filovie erano superate, che presentavano una manutenzione costosa, che erano ‘schiave’ dei tracciati… Ancora chiacchiere. Coi bus qualcuno faceva più soldi e qualcun altro arraffava voti spacciando la piccola rivoluzione del trasporto urbano barese come gesto di modernismo (lo stesso pregiudizio nel secondo dopoguerra aveva portato all’eliminazione del tracciato tramviario che collegava la chiesa di San Ferdinando con Carbonara. Figurarsi se in un clima siffatto poteva anche solo essere presa in considerazione l’idea di littorine-navetta sull’asse Stazione-Porto-San Cataldo. 

Italo Interesse


Pubblicato il 15 Giugno 2013

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