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Potrebbe costare caro il ponte da 26 milioni di euro dell’asse nord-sud

Dovrebbero incontrarsi dopodomani i tecnici di Comune dell’impresa costruttrice per cercare di precisare tempi di consegna dell’opera (già in ritardo sulla tabella di marcia) e soprattutto vedere di limare le richieste risarcitorie messe sul piatto della bilancia dall’impresa Cimolai da Pordenone per la costruzione del megaponte “Giuseppe Tatarella”. Una ‘insorgenda controversia’, come dicono gli avvocati di ambo le parti nel linguaggio causidico sulla quale, però, ha già messo la lente la magistratura contabile. Preoccupata, come si evince dall’ultima relazione del Procuratore Capo di qualche mese fa, perché dopo venticinque anni l’opera non è ancora terminata. Ma andiamo con ordine. Sono trascorsi quasi sette anni da quando l’assessore ai Lavori Pubblici dell’epoca, Simonetta Lorusso rese noto che era finalmente stata aggiudicata la gara per la costruzione del ponte sull’Asse Nord Sud. La Cimolai, azienda leader nella costruzione di ponti metallici in tutto il mondo, al Comune di Bari aveva offerto un ribasso del 31,198% sull’importo dei lavori a base d’asta, pari a 26milioni 125mila euro. “Nel primi mesi del 2009 – spiegava la Lorusso – prenderà il via un’opera di straordinaria importanza sotto il profilo della viabilità urbana, progettata secondo criteri di indiscutibile qualità. Bari potrà così fregiarsi di una struttura di grande rilevanza architettonica e ingegneristica; uno dei più bei ponti del Mezzogiorno d’Italia sarà costruito proprio nella nostra città”. Soddisfatto anche l’allora assessore alla Mobilità Antonio Decaro “E’ stata una corsa contro il tempo, ma ce l’abbiamo fatta. Finalmente, con la costruzione del ponte sull’Asse Nord Sud, si completerà uno degli assi portanti della mobilità urbana previsti da Quaroni con un’opera architettonica di pregio europeo”. Come si ricorderà, il ponte è stato progettato da un gruppo di professionisti – composto da RPA di Perugia, Net Engineering di Padova, studio Carlos Fernandez Casado di Madrid e Consorzio Uning di Bari – che si sono aggiudicati la gara pubblica alla quale avevano partecipato quindici Associazioni Temporanee d’impresa. Il progetto prevede, appunto, il collegamento tra via Tatarella e via Nazariantz. Il ponte, semistrallato e retto da cavi d’acciaio, sarà lungo 625 metri, alto 10 metri e sarà riservato al transito delle sole auto. La struttura disporrà di quattro corsie veicolari e di un percorso ciclopedonale largo due metri e mezzo. Si tratta, inutile dirlo, di un’opera di grande pregio architettonico, il cui elemento caratterizzante sta nella configurazione dell’antenna (dell’altezza di circa 78 metri) che nella parte inferiore è disposta lungo un piano sghembo che conferisce alla struttura un’inedita asimmetria dal notevole effetto estetico. Ma il percorso dei lavori è stato tribolato, prima con il rinvenimento di ordigni bellici e poi con i ritardi connessi alla viabilità e ai mercati settimanali da sloggiare nelle aree di competenza del cantiere. E così il tempo previsto è slittato di parecchio, anche se le perplessità, in effetti, hanno sempre riguardato il progetto per la realizzazione del ponte. Un’opera faraonica, senza dubbio utile alla città di Bari, ma che presenta non poche opacità, come spiegato a suo tempo dall’ex assessore ai Lavori Pubblici e consigliere (non rieletto) Peppino Loiacono: “Dopo la gara d’appalto, vinta da un gruppo di progettisti perugini, la Rpa Srl, il 21 luglio 2008 fu emesso il provvedimento dirigenziale, con il quale si conferiva la progettazione ai vincitori. Il giorno dopo, quindi, iniziarono i lavori e solo tre giorni dopo, cioè il 28 luglio, la ditta consegnò il progetto pronto all’amministrazione comunale”. Dunque, la prima perplessità riguarda i tempi ridottissimi, anzi da record, che hanno portato alla realizzazione di un progetto molto complesso, costituito da ben trenta (30!) tavole grafiche. Inoltre, se si pensa anche a tutte le analisi geologiche e idrogeologiche, condotte in corrispondenza del pilone centrale, necessarie per poter procedere con la fase esecutiva del progetto, 72 ore appaiono davvero troppo esigue. “Durante la fase esecutiva – ha spiegato ancora Loiacono – l’ingegner Decaro sostenne che durante i lavori per la realizzazione del ponte, erano state ritrovate delle cave e che quindi era necessario procedere con una perizia di variante, costata all’amministrazione comunale e quindi ai suoi contribuenti, un milione e 300 mila euro”. Dinanzi a questa somma, si decise di rivolgendosi all’ingegner Maurizio Montalto, direttore della Ripartizione Infrastrutture, per chiedere spiegazioni. E il dirigente rispose, dichiarando che nel 2008 le indagini integrative non potevano essere effettuate, poiché era impossibile accedervi, essendo quel suolo di proprietà delle Ferrovie dello Stato. Alla fine sono stati interpellati un paio di geologi, tra i quali Mario Del Prete, docente ordinario presso l’Università degli Studi della Basilicata, il quale ha confermato l’inesistenza della sorpresa geologica, poiché la presenza delle cave era già evidente nel 2008. Insomma, si tratta di un’opera il cui solo progetto è costato 2 milioni e 300 mila euro alla stazione appaltante e a questo punto bisognerà accertare le eventuali responsabilità (anche contabili) di come e da chi è stata approvata la perizia di variante. Un accertamento che il centrodestra barese, come detto, ha già rimandato alla Corte dei Conti, alla quale ha presentato un dettagliatissimo esposto, per mezzo del quale è stato chiesto di capire se l’eventuale danno erariale “…sia dovuto all’incompetenza di chi ha svolto i lavori o se ci sia mala fede”, visto che la legge in vigore prevede solo per cause impreviste ed imprevedibili la possibilità di ottenere una perizia di variante. In questo caso, però, è del tutto evidente che le cause erano previste e prevedibili e che la perizia si potesse fondare su presupposti errati, se non addirittura falsi. Se ci siano state irregolarità o meno, sarà la Corte dei Conti a stabilirlo, anche se dopodomani si potrebbe sapere se bisognerà aspettare fino alla fine di quest’anno per vedere realizzato il ponte delle meraviglia alla periferia nord della Città di Bari.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 14 Aprile 2015

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