Cultura e Spettacoli

Povera Caterina, fantasma a mezzo busto

A Pulsano, nel tarantino, ci credono da sette secoli. Alcuni pretendono anche d’aver ‘visto’. Sono stati versati fiumi d’inchiostro sulla storia del fantasma a mezzo busto di Caterina Delli Falconi (la sfortunata donna messa a morte un giorno lontano nel castello di Pulsano apparirebbe solo sugli spalti di quella fortificazione, quindi coperta dalla vita in giù dall’opera muraria). Stando a cronache locali, Caterina nasce nel 1308 da Renzo Delli Falconi (De Falconibus), signore di Pulsano e paladino della causa cristiana. Alla morte di Renzo, avvenuta in battaglia nel 1326, Caterina rimane in balia dei famigliari : Un marito rimasto senza nome e non identificati zii.  Imprigionata nella torre rotonda del maniero di famiglia, Caterina viene poi decapitata (pare che ai piedi della costruzione durante recenti lavori di ristrutturazione siano emersi resti umani femminili vecchi di sette secoli..). Da quel giorno, ogni volta che splende la luna piena (naturalmente), questa giovane sfortunata appare in cima alla torre maledetta. Come da stereotipo, veste un abito bianco sul quale scendono e spiccano lunghi capelli biondi. Toglie il fiato per quanto è bella, bella come un angelo… Allora perché non cambiarle nome?… Da qualche tempo il fantasma di Pulsano non è più quello di Caterina, bensì di Angelica Delli Falconi Falconibus. Come qualcuno ha osservato, Angelica dà di innocenza, dà di cavalleresco, in altre parole conferisce all’oscura vicenda il valore aggiunto necessario a farne una frottola appassionante. Per venire a capo del mistero hanno scomodato cacciatori di fantasmi, occultisti, maghi… E non uno che si sia rimboccato le maniche per capire cosa successe realmente alla povera Caterina. Ma davvero vogliamo credere alla storia di una donna “venduta” dal marito a zii avidi di eredità e infine, chissà a quale titolo, spietati carnefici? A quei tempi un parente che facesse da ostacolo sulla strada di una ghiotta successione lo si faceva sparire col veleno. Per condurlo davanti al boia servivano fatti di gravità inaudita. Un adulterio, per esempio : Il signore rientra anzitempo dalla battuta di caccia dietro delazione di un servo doppiogiochista e scopre a letto i due amanti. Di lui (uno destinato a restare senza nome) fa giustizia sommaria. Con quella sgualdrina della moglie, invece, non vuole neanche sporcarsi le mani, perciò la affida alle cure del carnefice… Ma così si fa torto ad Angelica, che un luogo comune vuole innocentissima. E gli zii, poi, perché escluderli? Marito e zii sono d’accordo nel liberarsi della scomoda parente, ancorché onesta,  e spartirsene il bottino. Perciò mettono sotto pressione cortigiani, stallieri e paggi. Fra ducati e minacce non è difficile estorcere testimonianze del tipo : “Sì, lo giuro per averlo veduto con i miei istessi occhi, lo tale jorno Madonna Caterina si dilettava sconciamente sullo talamo coniugale con messer X” (un altro destinato a restare senza nome una volta resa l’anima a Dio). Il resto, come sopra : Lui che non vuole sporcarsi le mani con la sgualdrina e manda a chiamare il boia… Povera Caterina.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Luglio 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio