Cultura e Spettacoli

Povera di corsi d’acqua, non poverissima

L’acqua, che problema. In mare ce n’è sempre di più, il che erode la costa. Non bastasse, l’acqua salata s’infila nelle falde e corrompe l’acqua dolce. Dal cielo scende troppa pioggia oppure non ne scende affatto. Intanto si abbassa il livello dei corsi d’acqua. Un bel danno per le regioni meno ricche di fiumi. La nostra, per esempio. Attenzione, però, per quanto povera di corsi d’acqua, la Puglia non ne è poverissima. Col suo bacino idrografico di 2780 kmq e i suoi 134 km di lunghezza, l’Ofanto è fiume vero. E torrenti come Carapelle, Fortore, Candelaro, Cervaro e Carapelle, benché miseri in estate, mettono paura quando s’ingrossano sotto l’effetto delle piogge (vedremo questo inverno dopo mesi di siccità). Tutto ciò nel foggiano. Mettendo piede nella Terra di Bari, però, l’acqua scompare. Per meglio dire, scompare alla vista dal momento che scorre nel sottosuolo, in cui favorita dalla permeabilità del suolo s’inabissò in epoca preistorica. Di quei giorni remotissimi resta traccia nei profondi solchi erosivi chiamate lame e che scorrono aridi ‘graffiando’ il territorio sino allo sbocco in Adriatico ; tuttavia un rigagnolo ampollosamente chiamato di fiume, il Gravina, scorre ancora nell’omonima lama che lambisce quella città (in passato, a nord di Bari l’Aveldium attraversava l’agro andriese prima di sfociare tra Barletta e Trani. Lo Japix, o Picone, nasceva sulle Murge e si versava in mare a nord-ovest di Bari, appena oltre l’abitato. Il Pactius o Ausonius percorreva il territorio di Villa castelli e si annullava nell’Adriatico all’altezza di Torre Guaceto…). Per ritrovare acqua in superficie bisogna scendere ancora. Fatto ingresso nel Salento, comincia un lungo elenco di ‘Carneade’, fiumiciattoli oscuri e brevissimi, originati da polle d’acqua sorgiva assai vicine alla linea di costa. Tra quelli che si versano in Adriatico rientrano : Idro, Idume, Gianmatteo, Spinose, Tagliatelle, Campolitrano, Cacari, Cassano, Brunese, Tamari e Correnti. Nello Jonio sfociano invece Lato, Chidro, Ostone, Asso… Si tratta di nomi intorno ai quali la Storia non ha mai scritto pagine. Se dell’Ofanto resterà memoria indelebile per il capolavoro tattico di Annibale a danno di Roma (l’epico scontro ebbe luogo a pochissima distanza da quel fiume), di un Cacari, un Asso o un Tagliatelle può restare il ricordo solo in un certificato catastale, in un atto notarile o in qualche relazione tecnica redatta da un geologo. Spesso questi rigagnoli – tali sono – vengono indicati sulle mappe come ‘canali’, dopo che lavori di bonifica ne hanno ‘disciplinato’ il percorso – in origine sofferto e dispersivo – allo scopo di favorire gli interessi dell’agricoltura. – Nell’immagine, uno scorcio del Galeso.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 4 Ottobre 2017

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