Cronaca

Poveri e disperati: marito, moglie e bambini nella casa a rischio crollo

Arrivano quasi tutte da Luigi Cipriani, segretario del Movimento “Riprendiamoci il Futuro”, le denunce che interessano le peggiori storie di povertà e disperazione nella nostra Città. L’ultima vicenda, “drammatica e disumana” come la descrive lui in due parole, riguarda una famigliola composta da una coppia (marito con invalidità civile) e ben tre figli minori. Basta guardare le fotto a corredo di questo articolo per farsi un’idea di come e soprattutto dove vivono i cinque componenti della famiglia barese, in un tugurio pieno di umido, crepe e pericoli a non finire. <<La grave situazione abitativa –attacca Cipriani – è stata segnalata, ma invano, da oltre sei mesi e precisamente sin dal 30 giugno dell’anno scorso all’allora Vice Sindaco e assessore al Patrimonio del Comune di Bari Brandi e alla Società ARCA Puglia. Allora furono alcune suore di un ente religioso barese che con una propria, accorata lettera, evidenziavano lo stato di grave indigenza e abitativa in cui vive la famiglia L.A. in Via A. Scacchi n° 30 al quartiere Libertà>>. Nella circostanza e nel dettaglio va evidenziato che il nucleo familiare in questione, per essere ancora più precisi, abita in una unità immobiliare a rischio crollo, tenuto conto che il soffitto e le pareti presentano vistose infiltrazioni di acqua, a tal punto che i vari componenti della famiglia se devono fruire dei servizi igienici, in caso di pioggia, sono costretti ad usare l’ombrello per ripararsi dalle infiltrazioni piovane rivenienti dal soffitto. Ma non è finita. <<Tutto ciò che è stato evidenziato in questi ultimi mesi non solo dal sottoscritto rappresenta solo una piccola parte del grave disagio che quotidianamente vive la sfortunata famiglia, tenuto conto che in conseguenza di quanto sopra evidenziato materassi e lenzuola risultano impregnati (come spugne) tanto da non consentire un adeguato riposo, rilevato altresì che oltre al capo famiglia, invalido, anche un minore e affetto da “asma in trattamento farmacologico>>, incalza l’ex consigliere comunale barese. Va aggiunto che la famiglia sopravvive con una fonte di reddito di 285 euro al mese, rivenienti dall’assegno di invalidità civile del capo famiglia. Ed è proprio per questo che, dinanzi a una situazione così “disastrata”, non si riesce bene a comprendere come mai le Istituzioni cittadine, nonostante siano a conoscenza di questa, come definirla, ‘brutalità umana’, fino a oggi sono rimaste sorde, mute e cieche invece di intervenire immediatamente per scongiurare altri danni fisici. Malanni ancora più gravi che potrebbero compromettere lo stato di salute sia dei tre piccoli, che dello stesso capo famiglia peraltro già invalido, non trascurando possibili ripercussioni di responsabilità penali da parte dell’amministrazione medesima. Il problema è che già in passato gli assistenti sociali si sono limitati ad aprire le braccia. <<La risposta da parte dell’Assistente Sociale è stata la seguente: “non si può fare alcun tipo di domanda per alcun contributo straordinario in quanto non ci sono fondi per affrontare tali emergenze”>>, ha già spiegato in passato Cipriani per casi altrettanto difficili.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Febbraio 2018

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