Cultura e Spettacoli

Poveri ‘vaticali’, la tormenta non ebbe pietà

Il 19 dicembre 1856, quindici carrettieri dal lago di Varano si mettevano in viaggio verso San Giovanni Rotondo con un carico di pesce

Dici Monte Calvo e la mente corre all’oggi martoriato territorio di Kiev, in Ucraina, vicino alla confluenza dei fiumi Dnieper e Lybid, dove si leva il Lysa Hora, letteralmente ‘monte privo di tratti distintivi’ o ‘monte sterile’, così detto per il fatto di avere la sommità priva di vegetazione. In tutto il mondo il Lysa Hora è più noto come Monte Calvo. A fare la sua fortuna fu una celebre composizione di Musorsgkij, poi ripresa da Rimskij-Korsakov intitolata ‘Una notte sul Monte Calvo’, la cui fonte d’ispirazione fu la diceria che in cima a quell’altura si dessero convegno le streghe nella notte di Valpurga. Non si pensi però che il Monte Calvo sia unico al mondo. Soltanto in Italia sono ben sei le cime chiamate così. Esiste un Monte Calvo in Abruzzo, nel Piceno, nel grossetano, tra le Alpi Graie, tra i Monti Ausoni (Lazio meridionale) e infine in Puglia. Il Monte Calvo del Gargano è con i suoi 1065 metri d’altezza una delle più elevate cime della nostra regione (il record spetta al Monte Cornacchia che nella Daunia svetta a 1151 metri). Montagna dalle caratteristiche carsiche, il Monte Calvo si presenta scavato da numerose grotte che risultano abitate sin dalla preistoria ; i ritrovamenti archeologici (asce, selci e strumenti vari) sono riconducibili al neolitico. Nonostante la sommità, livellata come un altopiano, sia spoglia di vegetazione, intorno ad essa prosperano imponenti querceti (cerro e roverella), estensioni di decidue latifoglie (Carpino, Carpinella, Acero campestre) e faggeti. Per via dell’altitudine e soprattutto dell’esposizione ai venti balcanici, in inverno il Monte Calvo si ricopre di un pesante manto di neve. Per effetto della superficie leggermente bombata e spoglia, tale manto si presenta particolarmente suggestivo nelle limpide notti di luna piena. Tale spettacolo ispira l’idea di una montagna ‘placida’, a suo modo rassicurante e accogliente. L’apparenza inganna : se a Monte Calvo la neve viene giù a tormenta, povero chi capita. Il 19 dicembre 1856, quindici ‘vaticali’ (carrettieri) dal lago di Varano si mettevano in viaggio verso San Giovanni Rotondo con un carico di pesce. L’antica mulattiera che da Cagnano conduceva a San Giovanni Rotondo era breve (meno di venti chilometri) ma particolarmente insidiosa. In assenza di condizioni atmosferiche avverse la si percorreva in sei ore, ma con la tormenta era meglio rinunciare. Sulla via del ritorno si scatenò la tempesta. Avessero i vaticali invertito la rotta, l’avrebbero scampata. Invece, ingolositi dall’idea di spuntare un buon prezzo di vendita l’indomani al mercato di San Giovanni, si incaponirono nell’andare avanti, anche se stava scendendo la notte. Non arrivarono mai a destinazione. Il giorno dopo i primi soccorritori trovarono quindici cadaveri sparsi tra la Valle degli orti e Castello Ficcardo, contrade a poco meno di tre chilometri da San Giovanni Rotondo. Il più giovane aveva diciotto anni, il più grande quarantasette. Non risulta che nelle suddette località un monumento ricordi il sacrificio di quei lavoratori.

Italo Interesse


Pubblicato il 17 Ottobre 2025

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