Cronaca

Precari, rischio covid e carenza di personale: se questa è una scuola…’normale’

Ci siamo: lunedì 12 settembre nella maggior parte delle scuole del nostro territorio sono finalmente riprese le lezioni. E, quasi impossibile da credersi, niente più mascherine, distanziamento, didattica a distanza (si spera!). Insomma, pare propria essere finalmente tornati alla normalità, almeno così dicono i nostri governanti e alcuni degli esperti (o presunti tali) virologi. Eppure Tonia Guerra, capolista di Unione Popolare alla Camera, Collegio di Bari, dubita di una <<normalità di cui dovrebbero vergognarsi>>. Motivo? <<Il covid ha rivelato tutte le conseguenze di una scuola con classi “pollaio”, scarsità di personale e di spazi adeguati, povera di mezzi e di sussidi. A farne le spese sono stati docenti, famiglie, studenti: a loro nessun “ristoro”>>. E in provincia di Bari la metà degli edifici scolastici è fuori norma, molte scuole sono prive di un dirigente titolare, il taglio di personale tecnico e amministrativo (ATA) pregiudica l’assistenza ai disabili e l’avvio del servizio mensa e del tempo pieno (nei pochi luoghi dove ci sono). Sui trasporti nulla è stato fatto e gli/le studenti torneranno a viaggiare come sardine; le famiglie dovranno pagare a prezzi assurdi i libri di testo; le donne dovranno accollarsi il compito impossibile di conciliare lavoro produttivo (se ce l’hanno) e lavoro riproduttivo. La scuola pubblica sarà ancora retta da una moltitudine di precari, neanche i docenti covid sono riconfermati mentre si parla e straparla che l’emergenza non è ancora finita. E non basta. I soldi del Piano 4.0 e del PNRR non sappiamo come saranno utilizzati e l’autonomia differenziata minaccia di abbattersi su un Paese già molto diseguale, sui territori più svantaggiati, sul Sud. Intanto, però, sono state aumentate le spese per armamenti e il sostegno alla guerra. Con quei fondi si potrebbero diminuire gli alunni per classe, stabilizzare i precari, estendere il tempo pieno, mettere a norma gli edifici, garantire la gratuità dei libri di testo. Per farlo e Tonia Guerra lo sa bene, servirebbe cambiare radicalmente e mandare a casa una classe di dirigente che fa l’interesse di una solta parte della popolazione, quella con maggiore disponibilità finanziaria, mentre anche ai piani alti degli uffici scolastici regionali (avvisati per tempo dalle organizzazioni sindacali sulle gravi carenze di personale tecnico/amministrativo) indifferenza e rinvio dei problemi rappresentano ancora le uniche risposte. (andelu)


Pubblicato il 14 Settembre 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio