Cronaca

Prende sempre più forma la nuova via Sparano

Ieri mattina intorno alle 11,30 gli operai hanno rimosso le prime recinzioni  a protezioni delle fioriere e delle nuove panchine posizionate ad intersezione tra via Principe Amedeo e la centralissima via Sparano. Semplici cittadini, curiosi , residenti e gli stessi commercianti di questa storica strada hanno assistito alla prima parziale  “rinascita floreale” ,decisa  a posteriori , di  questo milionario progetto di restyling che tante polemiche ha suscitato tra una parte non esigua di baresi  nei confronti dei progettisti e degli  stessi amministratori, rei di aver stravolto nei suoi assetti storici, sociali  e commerciali la via simbolo di Bari. Fotografi e cineoperatori hanno immortalato ieri  le operazioni di rimozione alla presenza anche di alcuni vigili urbani.  Diversamente da quanto accaduto per le  precedenti istallazioni di  numerose  panchine posizionate nei vari isolati di via Sparano – alcune delle quali a detta di molti , pretenziosamente futuristiche ed esteticamente brutte e poco funzionali – ieri abbiamo registrato un coro unanime di consensi da parte dei passanti e degli stessi commercianti della specifica zona interessata, alcuni dei quali hanno voluto “collaudare” personalmente le panchine apprezzandone la comodità ed il contesto “bucolico” in cui sono state sistemate. Dunque, almeno per ora, per la prima volta non si sono registrate lamentele ,e  la qual cosa è degna di menzione. Questa variante, ovvero la realizzazione di isole verdi (con annesse panchine) ha avuto un costo aggiuntivo di circa un milione e 200 mila euro, a cui va aggiunto il costo totale del l’intero restauro per un importo complessivo di circa sei milioni di euro. Come molti baresi ricorderanno fra i più fieri oppositori del restyling di via Sparano c’è stato nei mesi scorsi Vittorio Sgarbi; il vulcanico critico d’arte indirizzò con un video sui social  i suoi strali nei confronti del sindaco Decaro accusandolo di ignavia e di scarso spessore caratteriale per aver permesso ” un simile scempio ” ,compresa la rimozione delle palme. Sgarbi a parte,riteniamo che per avere un giudizio complessivo dell’intero restauro occorrerà aspettare alcuni mesi,allorquando saranno ultimati i lavori in piazza Umberto. A quel tempo dovrebbe essere apprezzabile l’arcinoto “effetto cannocchiale” , alla cui causa tutto è stato sacrificato. Fino ad allora,e conoscendo il senso di civiltà di taluni baresi,  si spera  che le graziose aiuole resistano floride,    e che non durino il lasso di tempo che va “da Natale a Santo Stefano” ,per dirla in termini popolari.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 3 Agosto 2018

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